Risultati 109

Descrizione archivistica
Mottura, famiglia
Stampa l'anteprima Vedere:

50 risultati con oggetti digitali Mostra i risultati con gli oggetti digitali

Studi universitari nella Facoltà di Medicina e chirurgia ed esame di Stato

  • IT ASUT MOTTURA Giacomo DPU
  • Unità archivistica
  • 1924 - 1931
  • Parte diMottura, famiglia

Tessera di riconoscimento, libretto di iscrizione, papiro matricolare (parte del rituale goliardico; sottoscritto da Luigi Maggi, Marco Tasca e Mario Soldati, allora studente del secondo anno della Facoltà di Lettere e filosofia), dichiarazione di frequenza con ottimo profitto del corso di esercitazioni pratiche di Chimica (sottoscritta da Giacomo Ponzio, 20 maggio 1925), tondo dei laureandi dell'anno accademico 1929-30, cartoncino di partecipazione di laurea (30 novembre 1930; due esemplari), originale del diploma di laurea in Medicina e chirurgia, certificato di laurea (due esemplari), attestato di abilitazione all'esercizio della professione di medico chirurgo, a seguito del superamento dell'esame di Stato presso l'Università degli Studi di Padova (sessione di novembre dicembre 1930), domanda di partecipazione, e relativi allegati, al premio triennale della Fondazione Pio Foà (1931), fotografia di gruppo a vent'anni dalla laurea (25 giugno 1950).

3° concerto (28 gennaio 1928)

  • IT ASUT MOTTURA GUM 6.5
  • Unità archivistica
  • 1928-01-19 - 1928-01-29
  • Parte diMottura, famiglia

Il concerto di musiche antiche italiane si tenne presso il Teatro di Torino e fu una delle prime esecuzione di musiche facenti parte del fondo donato da Roberto Foà alla Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino. Intervennero gli interpreti Graziella Valle (canto), Beppe Monetti (violino), Giacomo Camosso (violoncello), Sandro Fuga (pianoforte). Sono conservati il programma a stampa del G.U.M. e quello del Teatro di Torino, oltre a un biglietto di Giovannina Valle e Simone Marsan circa le prove di domenica 22 gennaio e alla rassegna stampa.

Terza generazione

  • IT ASUT MOTTURA Giacomo. - SCP TG
  • Unità archivistica
  • 1952-1954
  • Parte diMottura, famiglia

Documenti programmatici e bozze di articoli pubblicati nella rivista "Terza generazione" o comunque che paiono riconducibili agli interessi e all'attività di quel gruppo di intellettuali cattolici (tra cui Ubaldo Scassellati, Felice Balbo, Mario Motta, Giorgio Sebregondi, Augusto Del Noce, Sandro Fè d'Ostiani, Claudio Napoleoni, Gianni Baget, Nino Novacco) in quegli anni. Si tratta di personalità già legate alla Sinistra cristiana e poi iscritte al Partito Comunista o legate alla corrente dossettiana della Democrazia Cristiana. Come enunciato in un documento di Scassellati, il progetto culturale partiva dal riconoscimento di una crisi mondiale, culturale e sociale, con potenzialità catastrofiche; dalla convinzione che bisognasse sbloccare l'involuzione storica sul terreno teorico, a partire dalle fondamentali tesi della filosofia aristotelica tomistica, per fondare una scienza dello sviluppo.
Sono conservati: una lettera di Scassellati a Mottura del 31 marzo 1952 con allegato un ampio documento programmatico sugli obiettivi di ricerca e sul metodo di lavoro; la minuta della risposta di Mottura, non datata; otto dattiloscritti anonimi, di cui tre riconosciuti come bozze di documenti pubblicati su "Terza generazione" (uno scritto di Felice Balbo, senza titolo, pubblicato come "Sulla necessità di nuove dirigenze" su "Terza generazione", Presentazione, settembre 1953, pp. 13-14; "La potenza del dolore", di Italo Martinazzi, pubblicato sul n. 2, novembre 1953, pp. 27-28); "Disponibilità", di Aimone Balbo, pubblicato sul n. 10-11, anno II, luglio-agosto 1954, pp. 35-36). Dei dattiloscritti di cui non è stato identificato l'autore quattro recano un titolo ("Lo sviluppo umano"; "Il modello etico di sviluppo umano"; "La formazione degli uomini"; "Ragioni e urgenza delle nuove dirigenze"), mentre un quinto, di ventitré pagine, ne è privo.

Comunismo e cristianesimo

  • IT ASUT MOTTURA Giacomo. - SCP Crist.
  • Unità archivistica
  • 1946-1949
  • Parte diMottura, famiglia

Sono conservati: un numero, mutilo, della rivista francese "Esprit" (8-9, agosto-settembre 1946), che contiene un'inchiesta sul tema "Monde chrétien, monde moderne"; due stesure, una manoscritta e una dattiloscritta della traduzione, da parte di Mottura, dell'intervento dell'abate Pierre Teilhard de Chardin "Le Christianisme et la science" (pubblicato alle pp. 249-256); un manoscritto di Mottura che ripercorre i concetti fondamentali che emergono dalla lettura della rivista.
Sono qui inseriti anche un dattiloscritto di Giorgio Sebregondi su "Chiesa universale o chiesa contro-riformista", insieme alla lettera di Sebregondi a Mottura (del 13 marzo 1949 e alla copia di una lettera di Balbo a Sebregondi con osservazioni sullo scritto.

Beger, P. J.

  • IT ASUT MOTTURA Giacomo - Carteggio. Beger P. J.
  • Unità archivistica
  • 1950-10-17 - 1950-10-22
  • Parte diMottura, famiglia

  • Minuta della lettera di Mottura a Beger, con cui gli invia copia di due suoi lavori su asbestosi e altra malattia causata da polveri. Chiede a Beger copia di un suo studio apparso su «Verhandlungen der Deutschen Gesellschaft für Pathologie», 33; riferisce di analisi istologiche che sta compiendo su casi di malattie polmonari causate da inalazione di polveri.
  • Lettera di Beger a Mottura: si dichiara interessato all'asbestosi e commenta i lavori di Sundius e Bygden, che a suo avviso hanno causato confusione. Gli è difficile proseguire gli studi perché durante la guerra il suo Istituto, Mineralogisch-Geologisches Institut der Technischen Hochschule di Hannover, è andato distrutto. Ritiene che Normann si sia spinto troppo oltre nel paragonare la malattia da polvere fossile con la silicosi. Chiede a Mottura se Fagiano e Vigliani siano ancora interessati alla silicosi.

Nordmann, Martin

  • IT ASUT MOTTURA Giacomo - Carteggio. Nordmann M.
  • Unità archivistica
  • 1938-10-10 - 1938-10-15
  • Parte diMottura, famiglia

  • Minuta della lettera inviata da Giacomo Mottura al professor Nordmann, con richiesta di invio dei suoi lavori "sul cancro del polmone degli asbestosici" e sulle linfoghiandole.
  • Risposta di Nordmann, che accompagna l'invio di un suo lavoro sul cancro da asbesto, mentre non è più disponibile alcuna copia del lavoro sui linfonodi. Manifesta apprezzamento per i lavori di Mottura sul medesimo tema.

CLN, Giunta popolare, Sinistra Cristiana

Del proprio impegno nella Resistenza, nell'amministrazione della città di Torino dopo la Liberazione e del proprio orientamento politico Mottura tratta in una lunga lettera del 30 gennaio 1978 al compagno di Liceo Luigi Sponzilli, in cui riconosce nel magistero di Vincenzo Monti, suo professore nel 1923-24, "una scuola di carattere della quale ambisco confessare un'impronta nella mia vita" ... "Mi sono svegliato politicamente qualche anno più tardi, ma solo attraverso quella illuminazione crociana che appunto faceva parte del suo insegnamento ... In seguito, mediante la lettura di grande parte dell'opera di Croce, sono giunto paradossalmente ad avvicinarmi insieme al marxismo e al cristianesimo. Sulla stessa via, ho incontrato in Felice Balbo uno dei maggiori amici e con lui sono approdato alla Sinistra cristiana durante i tempi bui dell'occupazione tedesca. Ho quindi fatto parte della prima Giunta popolare di Torino come assessore, in stretta collaborazione con Giovanni Roveda, fino alla scomunica di Pio XII e alle prime elezioni. Da allora non sono più stato iscritto a nessun partito e ho confinato le occasionali prese di posizione politica e sociale sempre, credo, seguendo quella linea, il che non mi ha reso popolare né fra i miei colleghi clinici né presso i pubblici poteri." ... "Anche a Guala sono stato vicino durante l'occupazione tedesca, quando egli dirigeva energicamente le Acque potabili, dove io nelle ore libere facevo gli esami batteriologici.".

Notizie dal fronte (famiglia Gamna)

  • IT ASUT MOTTURA F.-Gamna Guerra Gam
  • Unità archivistica
  • 1914 - 1918
  • Parte diMottura, famiglia

Busta con titolo "Per Laura", contenente una lettera di Anna Gamna alla sorella Laura, insieme alla trascizione di cinque lettere del loro fratello Giuseppe (agosto 1914), indirizzate ad Anna medesima o al fratello Carlo o alla madre, Angela Martinazzi, dai paesi di Longarone, Pieve di Cadore e Lozzo di Cadore, dove Giuseppe Gamna si trova arruolato nel 5. reggimento Genio. Sulla busta notazione a matita di Giacomo Mottura: "Agosto 1914 lettere di zio Peppino in avvicinamento al fronte trascritte da nonna Angela [Martinazzi] e Anna [Gamna]. Interessanti". Giuseppe Gamna, arruolato nel 5. reggimento Genio, si trova impegnato nelle operazioni di difesa e fortificazione che avevano interessato il Cadore fin dal momento dell’annessione all’Italia (1866) e poi con maggiore intensità dal 1904. Dal settembre 1913 numerosi emigranti, che avevano trovato un posto di lavoro in Germania e in Austria, ricevendo notizie di un possibile attacco nemico, cominciarono a rientrare in Cadore. Il governo incentivò l’arrivo di questi uomini attraverso bandi di arruolamento e biglietti gratuiti:
“Il treno era lunghissimo e per metà occupato da artiglieria da montagna ed un altro ne seguiva di alpini; al nostro fu aggiunto a Verona un treno lunghissimo di emigranti tutti su carri merci; spettacolo commovente indescrivibile … Questa mattina sveglia alle 4 e abbiamo fatto una prima marcia non lunga, senza zaino, su per una valle laterale per visitare dei lavori; domani faremo lo stesso in un’altra valle in posto un pochino più lontano e così di seguito finché saranno finite le visite di riordinamento dei lavori di tutte le valli che partono da questo paese [Longarone], ossia fino a sabato sera, momento in cui ci divideremo forse in due plotoni, uno per una valle qui vicino e l’altro (probabilmente il mio) per l’alto Cadore … Ma tutto per ora non è assolutamente altro che le solite autunnali visite di questo reggimento in queste parti" (Longarone, 13 agosto 1914, alla madre);
“… si direbbe quasi che non si è in quella spensierata compagnia che è una riunione di soldati, poiché tutti sono pensierosi e poco in vena di scherzare, io per primo; pensa che da quando sono stato richiamato non ho ancora sentito in treno, in caserma o fuori quelle canzoni monotone speciali dei soldati; si vede che il pensiero generale è alle famiglie ed al futuro. … dicesi che Pieve sia già piena di militari. Ieri sera è giunta qui una squadra di artiglieria per requisire tutti i cavalli e simili che sono disponibili … Sento dire in questo momento che da lunedì la ferrovia (che saprai va fino a Pieve già da due anni) sarà unicamente a disposizione di servizi militari …” (Longarone, 15 agosto 1914, a Carlo);
“… ho dovuto scendere in un pozzo di sei metri di profondità costruito per poter far saltare un ponte, dal fondo del quale (pozzo) parte una galleria laterale orizzontale alta appena ½ metro ...” (Lozzo di Cadore, 19 agosto 1914, alla madre);
“… dopo il rancio siamo andati a visitare il forte del Colle Piccolo, non potente come l’altro più alto, però magnifico esso pure, ma spaventoso.” (Lozzo di Cadore, 20 agosto 1914, alla madre).
Biglietto del 17 luglio 1916 in cui Angela Martinazzi dà notizie a Dino Mottura dei figli Giuseppe Gamna ("la solita vita al rombo del cannone, scoppi di granate") e Carlo Gamna ("... in data 15 [luglio] sappiamo che è sempre a Treviso con centinaia di medici che aspettano destinazione a poco a poco sono inviati nelle varie zone ...").
Lettera del 24 luglio 1916 in cui Angela Martinazzi informa la figlia Laura che Carlo Gamna è partito il 22 per Portogruaro e che è stato nominato capitano. Non è stato rinvenuto il fascio di lettere con le notizie dal fronte che dice di trasmettere.
Cartolina postale del 22 agosto 1917 in cui Angela Martinazzi riferisce alla figlia Laura che "Carlo [Gamna], lasciato Castelfranco il 14, percorse gran tratto della pianura veneta verso Santa Maria La Longa, poi Percotto [sic], poi Clauiano ecc. portandosi dietro l'intera Sezione che è interamente affidata a lui e a un collega capitano, in attesa di un nuovo comandante. E' nel pieno trambusto del trasferimento, oggi qua domani là, obbedendo ad ordini improvvisi, attendandosi nella campagna o trovando asilo in cascinali."
Cartolina illustrata da Levo, in data 11 novembre 1918, indirizzata a Laura Gamna: "Con te, Dino e bimbi all'annunzio della seconda firma d'armistizio!" Firmano Maman [Angela Martinazzi] e Carlo [Gamna].

Lettere di Pio Sirombo

  • IT ASUT MOTTURA F.-Gamna Guerra. Sir P
  • Unità archivistica
  • 1915-08-14 - 1917-04-26
  • Parte diMottura, famiglia

Riferisce di un incontro con Carlo Gamna (26 aprile 1917).

Lettere di Giuseppe Peretti

  • IT ASUT MOTTURA F.-Gamna Guerra. Per G
  • Unità archivistica
  • 1918-06-02 - 1919-02-18
  • Parte diMottura, famiglia

Parte per il campo di Molare (Al) il 28 maggio 1918. Ringrazia la famiglia Mottura per il sostegno economico. Dopo la fine della guerra resta sotto le armi, in Albania e in Dalmazia.

Lettere di Giuseppe Galatea

  • IT ASUT MOTTURA F.-Gamna Guerra. Gal Giu
  • Unità archivistica
  • 1917-06-16 - 1918-01-07
  • Parte diMottura, famiglia

Soldato del 4. battaglione, 54. reggimento fanteria a Domodossola, poi a Recoaro "così non sento più tanto il nemico e dormo", poi in zona di guerra nel battaglione complementare, reparto zappatore (1918). Ringrazia la famiglia Mottura del sostegno a lui e ai propri fratelli al fronte, nonché alla propria moglie e ai bambini.

Lettere di Giovanni Galatea

  • IT ASUT MOTTURA F.-Gamna Guerra. Gal Gio
  • Unità archivistica
  • 1915-09-08 - 1919-02
  • Parte diMottura, famiglia

Caporale, poi caporal maggiore, poi sergente del 34. reggimento fanteria; nel 1918 del 41. reggimento . Nel settembre 1915 si trova nelle vicinanze di Gorizia: “io spero di poter salvarmi da questa guera … di terminare la mia vitta da buon soldato e di poter vincere e acuistare cuesta bella città di gorissia che ci stiamo vicino ma con l’aiuto del buon dio speriamo di entrarci” (8-9-1915).
“In occasione del capodanno 1916 augura “che non abino la fortuna di venire a trovarsi in cuesti brutti tormenti perche cene per tutti anche per i nostri bravi uficialli”. (1-1-1916). In data 28 febbraio scrive dall’Ospedale Savorgnan di Udine, dove è ricoverato almeno fino alla metà di marzo.
Riferisce di aver fatto visita, il giorno di Pasqua, a “un camposanto dove ci sono tutti i nostri compagni che anno datto la sua anima a dio per la patria ma sono morti tutti dai gas sfisianti” (9-4-1917).
L'ultimo invio è una cartolina illustrata di La Spezia, su cui ha disegnato Giacomo Mottura, allora tredicenne,

Lettere di Francesco (?) Galatea

  • IT ASUT MOTTURA F.-Gamna Guerra. Gal F
  • Unità archivistica
  • 1916-07-29
  • Parte diMottura, famiglia

La lettera conservata è indirizzata alla sorella Domenica e non alla famiglia Mottura. Esprime la propria netta opposizione alla guerra, il cui peso ricade sulle classi umili. Ha migliori competenze linguistiche degli altri fratelli e, unico tra i fratelli Galatea, manifesta un chiaro orientamento politico di sinistra, anticapitalista e anticattolico: “il crudel destino ci fa sofrire e ci tiene sepparati ma poi sesi parla formalmente non ci entra ne meno più il destino, ci entra lopinione delle teste matte e tippi senza cuore che non conoscono affato i nostri dolori che dobiamo sopportare innocentemente. Sento dala tua letere sorela che desideri la pace anche io e non siamo soli si può dire quasi tutti meno il cappitalista ma se tutti i cuori fossero del nostro pensiero si achomoderebbe il mondo intiero … ma sempre guera non puo durare cascano le foglie muoiono le piante si consuma lacciaio dunque faciamoci coragio che deve cessare anche la guera. Sesiamo for tunati di rimaner salvi alla fine della guerra di poter ritornare frai nostri cari con un rosso fassoleto ci assiugheremo le lacrime…” (29-7-1916).
Il foglio non datato e non firmato, rivolto sempre a una sorella, sembra attribuibile al medesimo autore, sia per mano che per i contenuti: "Per certo alla prima vista delle verde campagne fa pensare ai tempi scorsi quando anche io era borghese e godevo la mia giusta libertà lavorando con gran sudore per tanto producere e niente posedere? ... Non o niente fiducia delle tue preghiere perché io capisco bene che a pregare non è utile per producere la pace perche noi siamo natti ne la schiavitù del partito cattolico che è stato il più forte che ha invocato la guera per distrugere il baso popolo per mare e per tera. ... Io credo sorela che ai molto lavoro per che so che chosa è e che gusto ah il pane in casa degli altri ...".

Lettere di Battista Galatea

  • IT ASUT MOTTURA F.-Gamna Guerra. Gal B
  • Unità archivistica
  • 1915-12-14 - 1919-02-23
  • Parte diMottura, famiglia

Presta servizio come soldato semplice nel 4. Reggimento Alpini, Battaglione Val Baltea. Descrive i pericoli della postazione impervia sul Monte Nero: "Non siamo al pericolo delle palotole perche il nemico si trova a 4 mila metri di distanza e poi si mantiene solo il fronte ma è tanto pericolo di rimanere gelato e pericolo di cascare per via che non hanno potuto costruire la strada sicura e quando siese didentro le picole casete per andare di servizio o prendere i viveri bisogna sempre rampicare suegiù tuto attacati per le fune il giorno 18 corente glie cascato un tenente e un soldato il tenente fortunatamente sie fermato su di una picola rocia ... ma il povero soldato non sia visto più. Si spera che forse bisognerà ritirarsi da questa teribile posisione e spera la pace ..." (22-12-1915). "Io mi trovo sempre sul Monte Nero in meso un agran burasca di neve e chon gran rimbo di canoni soto il fischio dele granate dove il nemico dove il nemico tenta giorni e note per chol pilci ma le alte alpi impediscono molto la vista e il cholpo e il punto delle granate quanto posano i proietili del 305 Austriache fanno un simile rumore dun areoplano ma non anno i poteri di lanciarle dove siamo attendati perche siamo proprio soto i schogli delle roci che in questo punto nemmeno i feroci animali non anno i poteri di resistere in questi teribili punti e pure noialtri poveri innocenti ci toca stare specialmente gli alpini chesi trovino qui nan caminano piu sul suolo altro che sula neve e pure io porto sempre chiragio che li taglia posia esere un giorno libera esperando la pace ..." (2-1-1916).
Esprime profonda gratitudine alla famiglia Mottura per il sostegno, senso del dovere e amor di patria: "Io non sono degno di poterlo riconpensare altrimodi ma chonbatterò chon tuta forsa e presterò lultimo mio sforso per di fendere la nostra patria ma tanto piu per loro per rendergli felice e tranquili e per difendere i suoi interesi." (23-2-1916).
Il 23 marzo 1916 riferisce che il 4. Reggimento Alpini ha lasciato il Monte Nero all'8. Reggimento Alpini e al momento si trova a riposo a Vezza Doglio: "mia deto il mio padrone Tenente Rosso che stiamo 15 giorni non sarebe ezagerato dopo tanto tempo di aspre vite. Noialtri Alpini sempre andiamo chon coragio e speranza di vincere e di ritornare vitoriosi nele bracia dele nostre madri sporgendo la mano dela vitoria e pace ai nostri più cari amici specialmente sua genti lesa Signor motura e tante brave signore e signorine Torinese protegiatori del nostro giardino piemonte e chonforto al sapersi ricordati. Il giorno 20 che mi trovavo sul treno che marciando da cividale fino a Brescia si vedeva spuntare la prima vera le campagne incominiciavano e vestirsi di verde io subito o di menticato il pensare alla guerra ...". Dopo la tregua "... mi trovo in combattimento sule più alte montagne del val camonica . A dirgli la propria verità il nostro bataglione cambia di male in pegio ma quelo non ah la forsa a togliermi il coragio quanto penso che sono da loro così ricordato ... la croce della guerra miè molto più legiera se il buon destino mi acompagna ... sono qui sotto una misera capana in mezzo a tanta neve bagnata e peino di fredo ma sempre col mio pensiero rivolto a loro e coragio e pronto apartire a qualunque servisio per conpire il mio dovere." (26-4-1916). Sull'Adamello le temperature sono rigide anche in estate: "Sebene mi sono scorsi 28 anni sensa vedere una simile cosa or sono tre giorni che nevischia e il fredo e molto ieri lascorsa del fredo ra giungeva a 10 soto sero ma spero si posiamo ricoverare nelle nostre rispettive barache ... " (22-8-1916).
Riferisce di un incontro con sei soldati russi “che gli fui affavore di poter venire con noi. I quali racontavano che la maggior parte delle in portanti posizioni anno i reticolatti con la forza elletrica e racontavano pure che nel interno è una miseria straordinaria” (16-4-1917).
E' protagonista dell'azione di riconquista del corno di Cavento: “Trovandomi sulle terre strapate al nemico pochi giorni or sono. Fu una zione d’una sola giornata che tutti buoni soldati, approfittandosi delle poche ore abbiamo compito il nostro dovere prendemmo al nemico lalto corno di Cavento Il quale dominava la Vedretta della Lobbia, ove noi dovevamo passare con ogni movimento di qualunque specie. Oggi non più in vista da quel ochio falzo … caminiamo tranquilamente sul sicuro” (1 luglio 1917).
Manifesta con grande umiltà e con parole alte e commuoventi la propria gratitudine alla famiglia Mottura per il sostegno economico e affettivo: “Io mi degno di poterla ricompenzare presenterò l’armi che oggi impugno acquel altissimo che voglia lui darle la sua benizione e che dia alloro ogni bellezza e fortuna.” (22-8-1918).
A principio del 1919 risulta di stanza a Silandro, in Alto Adige: “qui non si parla più di licenza illimitata. Sono ora sospesi i congedamenti ed anno aperte le licenze di giorni 10 più il viaggio alle classi che dovevano essere inviate in congedo, cioè dall’ottantacinque sino all’ottantotto, mia classe … si vive ancor bene in mezzo a questa gente abbastanza generosi coi militari. Il male che non si intendiamo fra le due lingue.” (10-2-1919).
Indirizza l'ultima lettera il 23 febbraio, da Benevagienna (CN), dove vive con i genitori: "Qui bellissime giornate, si lavora di già nelle vigne, solo nei prati ci rimane un po di neve".

Risultati da 1 a 20 di 109