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Gruppo Universitario Musicale di Torino

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  • 1921 - 1939

Il primo Gruppo Universitario Musicale è creato dal professore Vladimir Nicolaevič Zabugin a Roma, presso l’Università la Sapienza, nel 1918. Ha da subito sezioni a Bologna, Firenze, Genova, Milano, Pavia, Padova e Torino, che rimangono attive solo per pochi anni. Il G.U.M. torinese, fondato nel dicembre 1921, è presieduto dall'avvio fino al 1926 dall'ing. Carlo Felice Bona (1898-1970) e ha la sua prima sede in piazza Castello 1. A differenza degli altri, il gruppo con gli anni riesce a affermarsi tra le numerose associazioni musicali subalpine, proponendo conferenze e concerti dedicati ai soci e alla cittadinanza almeno sino al 1939.
Nel 1927 si ricostituisce come Delegazione musicale del Gruppo Universitario Fascista (G.U.F.), con un nuovo direttivo, composto da Guido Bachi, presidente, Aldo Mamini, vice-presidente, Giacomo Mottura, segretario, (Santino?) De Ambrogio, cassiere, Menotti Tomeselli e Domenico Abrate, consiglieri. Ottiene dal podestà di Torino una nuova sede nei locali dell'ex Liceo Musicale, in via Rossini 8.
Nel 1934 la sezione musicale è ancora diretta dal dott. Guido Bachi, coadiuvato dal dott. Augusto Evangelista e da Carlo Heer; il direttorio interno è affiancato da un consiglio direttivo del G.U.F. preposto al G.U.M., composto dal dott. Aldo Mamini (fiduciario del G.U.M.), dall'ing. Ettore Giordana (delegato ai Littoriali) e da Enrico Re (segretario amministrativo).

Società per lo studio delle lingue moderne presso la Facoltà di Giurisprudenza

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  • 1918-1933

Nata per rispondere al bisogno della conoscenza delle lingue moderne da parte degli studenti, in particolare della Facoltà di Giurisprudenza, organizzò i primi corsi di francese in inglese nel 1918-19, alla fine della Guerra, che ne aveva ritardato l'avvio. Dal 1919-20 fu introdotto anche il tedesco. Per statuto ne erano presidente il rettore dell'Università e vice-presidente il preside di Facoltà. Il funzionamento della Scuola fu consentito, oltre che dalle quote di iscrizione, dal sostegno di soggetti privati (tra cui Fiat, Cassa di Risparmio di Torino, Lega industriale di Torino, Teofilo Rossi). Risultano aver tenuto corsi: Maria Luisa Gillotte (francese superiore), Clara Albrecht (tedesco inferiore), Matteo Bartoli (tedesco superiore), Lorenzo Brezzo (inglese inferiore), Alice Monck (inglese superiore), Mario Sarfatti, Gino Segrè, Federico Olivero, Bartolomeo Dusi.

Istituto di Fisiologia

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L’insegnamento della Fisiologia era unito a quello di Anatomia Umana; le due discipline vennero separate sotto l’insegnamento di Luigi Rolando, che ricoprì la cattedra di Anatomia e Fisiologia Umana. Il laboratorio di Fisiologia sperimentale fu creato nel 1851, sotto la direzione del professore Secondo Berruti, e fu riorganizzato negli anni 1861-1865 grazie all’impulso dato alle facoltà scientifiche da Francesco De Sanctis, ministro della Pubblica Istruzione del neonato Stato italiano, che volle a Torino Jakob Moleschott alla cattedra di Fisiologia (1861-1879). Il laboratorio divenne ben presto un modello, anche dal punto di vista amministrativo, per gli istituti scientifici torinesi.
Nel 1894 inizia la sua attività anche il laboratorio presso la Capanna Margherita sulla Punta Gnifetti del Monte Rosa, che fu anche osservatorio di meteorologia e di fisica terrestre. Tra il 1895 e il 1902, per volontà della stessa Regina Margherita e grazie al concorso di personalità e istituzioni, vennero costruiti nuovi locali adibiti a laboratorio.
L’Istituto e il laboratorio di Fisiologia di Torino si trovavano in via Po, nei locali dell’antico convento di San Francesco da Paola; nel 1885 il Consorzio Universitario e il governo decisero la costruzione del complesso medico-scientifico dell’area del Valentino: il terzo dei quattro edifici su corso Massimo d’Azeglio comprendeva gli Istituti di Fisiologia, Patologia Generale e Farmacologia sperimentale e venne inaugurato nel 1898.
L’Istituto di Fisiologia era diviso in tre parti: aule, laboratori di esercitazioni pratiche, laboratori di ricerca, dislocati ancor oggi al primo piano dove si trova anche la Biblioteca che, per volontà di Angelo Mosso, conservava (e conserva) una sezione dei più importanti periodici scientifici italiani e internazionali a disposizione di studenti e studiosi, trattati e prestigiose pubblicazioni di anatomia, fisiologia, chimica, istologia.
Dipendevano dall’Istituto i laboratori scientifici al Col d’Olen e le attività di ricerca e sperimentazione condotte, in campi diversi della fisiologia e in collaborazione con l’Aeronautica Militare e il Ministero della Guerra, presso i laboratori di Torino e quelli dell’Istituto Mosso, e coordinate dal Centro Studi e Ricerche di Medicina Aeronautica di Torino (già Centro Sussidiario di Studi di Medicina Aeronautica già Centro Chimico Militare - Sezione di Torino) e dall’Ufficio Psico - Fisiologico dell'Aviazione - Sezione di Torino; alla fine degli anni Cinquanta era attivo presso l’Istituto di Fisiologia anche un centro di studi di Medicina sportiva, che si occupò prevalentemente di condurre osservazioni sugli atleti che avrebbero partecipato alle Olimpiadi di Roma del 1960.
Con la riforma della struttura universitaria degli anni Ottanta del Novecento l’Istituto divenne la Sezione di Fisiologia del Dipartimento di Neuroscienze.
Angelo Mosso volle conservare presso l’Istituto documenti di valore storico e scientifico, tra i quali si segnalano un manoscritto e una lettera di Lazzaro Spallanzani, donati all’Istituto dal Direttore del Museo Civico di Modena, e il tracciato originale della prima curva della pressione del sangue e del respiro di Carl Ludwig, primo esempio del metodo grafico nella Fisiologia che Mosso perfezionò.

Istituto di Anatomia Umana Normale

  • Istituto di Anatomia Umana Normale
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  • XVIII sec. -

La denominazione Istituto di Anatomia Umana Normale fu assegnata nel 1912 al già Istituto di Anatomia Normale, conosciuto anche come Gabinetto di Anatomia Umana Normale o Gabinetto Anatomico.
L’Istituto di Anatomia Umana Normale trovò la propria sede nel complesso di edifici destinati a istituti scientifici nell’area del Valentino nel 1893, secondo un progetto realizzato dal Comune e dall’Università di Torino tra il 1880 e il 1902 .
Fino a quella data e dal 1837 il Gabinetto di Anatomia era stato ospitato, insieme alle collezioni di modelli anatomici e al Museo di Anatomia Patologica, nei locali dell’Ospedale Maggiore di San Giovanni: esso era già dotato di un teatro anatomico e sembrò la sede adeguata per l’insegnamento dell’anatomia, per le ricerche e gli studi e per l’allestimento dei reperti delle collezioni anatomiche.
La scuola anatomica torinese, attiva fin dal 1563, aveva collezionato una prima raccolta di preparati anatomici, allestita fin dal 1739 nel Gabinetto di Fisica: ve ne è traccia negli inventari degli anni 1739-1760 che sono conservati presso l’Archivio storico dell’Università di Torino.
Luigi Rolando, professore di anatomia nella Facoltà di Medicina della Regia Università, dal 1830 iniziò l’allestimento di un vero e proprio museo anatomico e vide nell’Ospedale di San Giovanni la possibilità di creare una sede sia per il museo sia per il Gabinetto di Anatomia.
Lorenzo Restellini, tra il 1862 e il 1870, diede impulso alle attività del gabinetto e incrementò le collezioni del museo.
La sede di via Cavour si dimostrò negli anni inadatta per insufficienza di spazio, carenza di strutture e motivi igienici. Nel 1876 Carlo Giacomini, succeduto a Giovanni De Lorenzi nella direzione del Gabinetto di Anatomia, sollecitò la costruzione di un edificio idoneo e inviò ripetutamente richieste di incremento di spesa per l’Istituto Anatomico al Consorzio Universitario Torinese lamentando le carenze strutturali della sede del gabinetto anatomico ; finalmente, dopo l’insediamento nel palazzo di C.so Massimo d’Azeglio, nel 1898 Giacomini inaugurò anche il Museo di Anatomia Umana al primo piano dell’edificio, che da allora contiene, nell’originario allestimento ottocentesco, materiali realizzati quasi esclusivamente in precedenza .
Il successore di Giacomini alla direzione dell’Istituto di Anatomia Umana Normale, Romeo Fusari, promosse le attività di ricerca e dotò l’Istituto di una ricca e moderna strumentazione scientifico-didattica, incrementata poi da Giuseppe Levi e dalla sua scuola con il Centro di Studi sull’accrescimento e sulla senescenza degli organismi, indirizzando la ricerca verso la biologia cellulare e la neurobiologia.
Il direttore dell’Istituto era anche docente della cattedra di Anatomia Umana, alla quale furono nominati, dopo Romeo Fusari, Giuseppe Levi (1918-1938), Luigi Bucciante (1938-1940), Ferdinando Rossi de Rubeis e nuovamente Giovanni Levi nel 1945, Francesco Lo reti (1949-1968). Nel 1966 viene istituita una seconda cattedra di Anatomia umana, cui fu nominato Guido Filogamo, professore straordinario di Istologia dal 1964 e poi direttore dell’Istituto di Anatomia Normale negli anni 1972-1986.
All’Istituto spettava l’organizzazione dei corsi e la gestione del personale, docente e non docente.
Anche la gestione amministrativa dell’Istituto era di competenza della direzione: a ogni nomina di un direttore si procedeva alla redazione di un nuovo inventario patrimoniale, controfirmato dal nuovo direttore che prendeva in carico la gestione dei beni dell’Istituto; di fatto, tale gestione si è dimostrata sempre incostante e senza una chiara definizione delle competenze, spesso condivise tra più uffici o demandate agli uffici amministrativi e contabili dell’Università, cui hanno sempre fatto capo le decisioni e le disposizioni sull’allestimento e la destinazione dei finanziamenti, sia per quanto riguarda i progetti di ricerca, sia per quanto riguarda le attività didattiche e la gestione dell’edificio.

Istituto di Istologia ed Embriologia

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Fino all’Anno accademico 1963/1964 l’Istologia afferisce alla Società Italiana di Anatomia e presso l’Istituto di Anatomia Umana Normale. L’insegnamento dell’Istologia a Torino cominciò con un corso libero nel 1877 e fu tenuto per circa dieci anni da Gaetano Salvioli, allievo di Giulio Bizzozero, che lo sostituì nel 1888 e fino al 1901; dopo la morte di Bizzozero, il corso di Istologia non si tenne per ben 28 anni. Nel 1936 il corso libero di Istologia venne affidato a Enzo Delorenzi (che lo mantenne fino al 1952) e dal 1948 divenne disciplina ufficiale, coperta per incarico da Rodolfo Amprino. Nel 1953 l’incarico venne assunto da Guido Filogamo il quale, nel 1963, ottenne la nomina a docente di ruolo della cattedra di Istologia e embriologia generale e a direttore del neonato Istituto di Istologia ed Embriologia, sito al terzo piano del palazzo di C.so Massimo d’Azeglio 52. Dal 1986 l’Istituto di Istologia ed Embriologia è stato accorpato al Dipartimento di Scienze Oncologiche e, all’inizio degli anni Novanta, trasferito presso l’Istituto per la Ricerca e la Cura del Cancro (I.R.C.C.) di Candiolo.

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