Lettera inviata da Pisa il 17 maggio 1889. Lo scrivente informa Gibelli che dopo la morte del professore Meneghini si è formato un comitato incaricato di raccogliere oblazioni per erigergli un monumento da collocare nel cimitero di Pisa. Gli chiede se può mettere il suo nome tra i promotori dell’iniziativa e lo prega di informarsi presso Mattirolo se anche lui fosse d’accordo.
Lettera inviata da Napoli il 20 agosto 1891. Prima di tornare a Pisa, Arcangeli desidera fare sapere subito a Gibelli che è stato nominato, assieme a Passerini, vicepresidente della Società Botanica Italiana. Alla lettera è acclusa la comunicazione ufficiale della nomina da parte del presidente Arcangeli.
Lettera inviata da Pisa il 3 settembre 1891. Arcangeli spiega a Gibelli come la sua preoccupazione, come vicepresidente della Società Botanica, di non essere residente a Firenze, sia fuori luogo, essendo sufficiente che vi sia residente la maggioranza degli eletti. E’ vero che in mancanza del presidente deve essere presente un vicepresidente, però uno dei vicepresidenti è Sommier, cha abita a Firenze. Nel caso Sommier non potesse partecipare, potrebbe essere sostituito da Pirotta o da Penzig, che sono vicini a Firenze. E’ bene invece che risiedano a Firenze i semplici consiglieri, cui si distribuiscono gli uffici non elettivi, perché sono loro a svolgere la maggior parte del lavoro. Arcangeli prega pertanto Gibelli di inviare la sua accettazione, come ha già fatto Passerini. A Napoli il congresso è riuscito molto bene, dato anche l’aiuto dei soci locali.
Lettera, bordata a lutto, inviata da Pisa il 15 giugno 1893. Arcangeli si scusa con Gibelli per non avere potuto raccogliere le piante da lui desiderate. Probabilmente Gibelli già conosce il motivo per cui non è riuscito a soddisfare il suo desiderio: Arcangeli ha perso il figlio maggiore dopo una malattia di 37 giorni. Era al primo anno di Scienze Matematiche ed è morto in seguito ad infezione tifica.
Lettera inviata da Firenze il 19 ottobre 1875. Arcangeli comunica a Gibelli che Parlatore gli spedirà un ramoscello di Corema conradii, pianta da lui desiderata. Lo scrivente spera di incontrare Gibelli, per discutere dei gonidi, su cui i pareri sono discordi. Vorrebbe inoltre sapere da Gibelli come è congegnata la camera umida da lui descritta per i licheni e avere i lavori scritti con Garovaglio sull’argomento. Nel Casentino, a Firenze e a Vallombrosa non si è sentito parlare della malattia del castagno. Chiederà a Delpino se ne ha notizia.
Lettera inviata da Firenze il 6 novembre 1878. Lo scrivente ha saputo che Gibelli verrà chiamato a Torino e gli chiede notizie sul posto che occupava a Modena, perché avrebbe intenzione di concorrere.
Lettera inviata da Pisa l’11 gennaio 1882. Arcangeli, trasferitosi a Pisa, si lagna che l’alloggio annesso all’orto botanico, destinato al professore di Botanica, sia stato destinato a quello di Zoologia, probabilmente per un malinteso tra il rettore in scadenza, professore Tezza, e il subentrante professore Duranti.
Lettera inviata da Pisa il 6 febbraio 1882. Arcangeli non è riuscito a trovare a Pisa corde per le stufe di buona qualità e chiede a Gibelli notizie su quelle reperibili a Bologna.
Lettera inviata da Pisa il 14 marzo 1882. Arcangeli chiede a Gibelli di acquistargli le corde di cui ha bisogno, indicandone il tipo e la quantità. Purtroppo è costretto a pagare l’affitto dell’alloggio. Gli è anche stato fatto un altro torto: gli è stato tolto il disegnatore che aveva a mezzadria con i geologi. Probabilmente il ministro lo ritiene un uomo incontentabile.
Lettera inviata da Pisa il 25 marzo 1882. Arcangeli comunica a Gibelli di avergli spedito un vaglia di lire 67,50 per l’acquisto delle funi. Come gli è stato richiesto, riferisce a Gibelli qual è la situazione di Torino all’Università. Nelle facoltà di Medicina, Scienze Naturali e Legge la ricerca scientifica è buona e i mezzi non mancano. Arcangeli afferma che si sarebbe fermato volentieri a Torino, ma alcune circostanze lo hanno dissuaso. La prima difficoltà è dovuta al fatto che l’Orto Botanico non ha un alloggio per il direttore e a Torino i prezzi sono elevati. Inoltre le condizioni dell’Orto sono deplorevoli, poiché i fondi privilegiano altri istituti. Ancora, l’Orto Botanico è in perenne lotta accanita con la Scuola degli Ingegneri [risiedente a quel tempo nell’adiacente castello del Valentino].
Lettera inviata da Pisa il 14 giugno 1882. Arcangeli assicura Gibelli di avere un’ottima opinione di Cugini, sin da quando ha letto i suoi lavori e pertanto farà valere i suoi titoli per quello che valgono. Purtroppo non è riuscito a trovare negli erbari il Trifolium Soyeri, che Gibelli gli aveva richiesto. Gli raccoglierà il midollo di Aralia. Arcangeli chiede a Gibelli di Antonius nepos, a proposito del collocamento dell’erbario del Nonno [è chiara l’allusione al nipote di Antonio Bertoloni, famoso botanico bolognese, autore di Flora Italica].
Lettera inviata da Pisa il 29 giugno 1889. Arcangeli ringrazia Gibelli e Belli dello splendido lavoro che gli hanno fatto avere; si permette però di fare una precisazione su Trifolium obscurum di Savi, per quanto riguarda la prima segnalazione della pianta, che Arcangeli attribuisce a se stesso. Potrebbe fornire una conferma traendola da una lettera del dottore Levier, inviatagli quando quest’ultimo raccolse la pianta nel luogo indicato in precedenza
Lettera inviata da Pisa il 15 settembre 1882. Arcangeli ha saputo che Gibelli farà parte della commissione esaminatrice per i due concorsi di Torino e Pavia e gli raccomanda il suo assistente Antonio Mori, allievo di Caruel, che ha sostituito dal 1880 al 1881. Certamente Gibelli conosce già i suoi lavori.