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Tesi del 1842

Per il grado di licenza: Edoardo Bianco di San Secondo.
Per il grado di laurea: Luigi Alfonso Scaletta.
Per il grado di aggregazione al Collegio: Alessandro Demargherita.

Università di Macerata

Documenti relativi agli studi di Luigi Burocchi da Castro Clementino presso l'Università di Macerata:

  • diploma che attesta il primo premio della Scuola di Fisica, 27 giu. 1842;
  • certificato d’iscrizione al secondo anno del corso di Matematica applicata per l’anno 1842-43, 14 nov. 1842;
  • diploma di agrimensore, 25 feb. 1847.

Tesi del 1843

Per il grado di laurea: Pietro Carretti e Giovanni Domenico Valle.

Tesi del 1843

Per il grado di licenza: Giuseppe Chiarena.
Per il grado di laurea: Giovanni Domenico Capella e Carlo Evasio Alessandro Melotti.

Tesi del 1843

Tesi di Giovanni Battista Marcellino (Saggio chimico sulla pettina).

Tesi del 1843

Per il grado di licenza: Cesare Aluffi, Flaminio Baudi di Selve, Federico Giuseppe Biesta, Carlo Caire, Bernardo Casalis, Ferdinando Crola, Claudio Nicola Gerbore, Giovanni Ravera, Alessandro Scozia di Calliano, Edoardo Tagliacarne e Carlo Felice Theseo.
Per il grado di laurea: Angelo Aymeri, Ferdinando Bertecca, Ignazio Canevali, Augusto Cauvin, Felice Enrico Isnardi, Giovanni Battista Olivero, Paolo Panera e Carlo Francesco Viancino.

Tesi del 1844

Per il grado di laurea: Achille Scipione Bernardi, Giuseppe Bersani, Massimo Biandrà di Reaglie, Federico Giuseppe Biesta, Carlo Felice Boron, Lazzaro Erasto Calvi di Bergolo, Tommaso Carnevale, Ferdinando Crola, Lorenzo Daffara, Francesco Antonio De Marchi, Eugenio Durio, Lorenzo Eula, Ignazio Faccio, Michaël Fenoglio, Guido Giacosa, Carlo Merletti, Giacomo Minoya, Ernesto Vincenzo Molina, Giuseppe Luigi Pedevilla, Giacinto Peracca, Giovanni Battista Rosari, Alessandro Scozia di Calliano (3 copie), Francesco Vignola e Vittorio Villa.

Tesi del 1844

Tesi di Carlo Borelli (Saggio chimico sulla soluzione), Domenico Danesi (Saggio chimico sulla cellulosa), Giovanni Depanis (Saggio botanico-chimico sul lauro-ceraso), Giovenale Fissore (Saggio chimico sull'acido iodidrico), Giuseppe Gastaldi (Saggio botanico-chimico sulle specie indigene di rosa), Carlo Pattone (Saggio chimico sull'acido acetico) e Felice Rossano (Saggio chimico sulla santonina).

Allievi della Scuola superiore di Metodo 1845-46 1846-47 1847-48 1848-49 1849-50 1850-51 1851-52

Registro degli studenti iscritti alla Scuola superiore di metodo per gli anni accademici dal 1845-46 al 1851-52. Per ogni studente è riportato cognome, nome e qualifica, luogo e data di nascita, data di iscrizione, domicilio, indicazione della Facoltà presso cui si sono compiuti gli studi richiesti per l'ammissione, data e risultato dell'esame di ammissione, data della verifica del certificato di frequenza alla scuola e osservazioni varie.
Non presenta rubrica.

Scuola superiore di Metodo

La Scuola di Metodo normale fu istituita presso l’Università con il R. Biglietto del 4 giugno 1844, reso esecutivo col Manifesto del Magistrato della Riforma n. 444 del 10 luglio 1844, allo scopo di formare i maestri della Scuola elementare. A seconda dell'abilità dimostrata in sede d'esame, gli allievi conseguivano le Patenti di maestro di prima o di seconda scuola elementare; solo ai candidati più meritevoli erano concesse le Patenti di professore di Metodo, in previsione dell’apertura di scuole di Metodo provinciali. La scuola inaugurò il 26 agosto: fu Ferrante Aporti a tenere le lezioni, concluse il 30 settembre e seguite dagli esami scritti e orali.
Le R. Lettere-Patenti n. 515 del 1° agosto 1845 istituirono, a fianco della prima Scuola superiore di Metodo, le Scuole provinciali di Metodo, destinate a formare i maestri elementari; diversamente, alla Scuola superiore presso l’Ateneo rimaneva in capo la sola formazione dei professori di Metodo. Il regolamento annesso stabiliva per il corso superiore di Metodo la durata di un anno scolastico, da novembre a giugno. Le lezioni erano tenute da un professore, coadiuvato da due assistenti e da un maestro di disegno lineare. Per accedere all'esame di ammissione era necessario aver già frequentato un corso presso una Facoltà (per gli ecclesiastici non graduati era sufficiente l’attestato vescovile di frequenza al corso teologico nella diocesi d’appartenenza) e i corsi di Zoologia, Mineralogia, Botanica e Chimica Generale (la Patente di professore di Filosofia era accettata come titolo equipollente). L’esame orale verteva su queste quattro discipline e sulla Filosofia razionale ed era sostenuto con i rispettivi docenti e il professore di Metodo. A fine corso era previsto un esame scritto e uno orale alla presenza del professore, dei due assistenti, del maestro di disegno e di tre membri del Collegio di Scienze e Lettere: chi conseguiva le patenti era abilitato al ruolo di assistente presso le Scuole di Metodo provinciali e dopo due anni al ruolo di professore.
A partire dal 1849-50 il «Calendario scolastico» indica come biennale la durata del corso per conseguire il grado di professore di Metodo: "Nel 1° anno si studiano la Chimica generale, la Mineralogia, la Botanica e Zoologia, sostenendo poscia un esame di promozione su tutte le materie che formano l’argomento degli studi delle quattro classi elementari. Nel 2° anno gli alunni frequentano le lezioni teorico-pratiche sulla Pedagogia e sul Metodo generale e speciale proprio delle scuole elementari. Di questo insegnamento sono incaricati un professore e un assistente” (divenuti due a partire dall'anno seguente).
Il R.D. n. 1281 del 24 ottobre 1851 aggiunse alle cinque materie previste per l’esame di ammissione gli Elementi di Aritmetica e Geometria, suddividendo lo svolgimento della prova in due sedute con votazione distinta: il superamento della prima costituiva requisito di accesso alla seconda. Il R.D. n. 1306 del 17 dicembre 1851 separò la cattedra di Metodo generale dalla classe di Lettere, per ascriverla a quella di Filosofia.
La “legge Casati” (R.D.Lgs. n. 3725 del 13 nov. 1859, art. 357) istituisce infine nove Scuole normali per gli allievi maestri, facendo venir meno le Scuole provinciali di Metodo. Non risulta più prevista la Scuola superiore di Metodo presso l'Università.

Tesi del 1845

Tesi di Lorenzo Abrate (Saggio chimico sull'olio di mandorle amare), Filippo Calsamiglia (Saggio botanico-chimico sopra alcune euforbiacee), Antonio Caraccio (Saggio chimico sopra la daturina), Carlo Cerruti (Saggio chimico sullo spermaceti), Ferdinando Deangelis (Saggio farmaceutico-chimico sugli estratti), Vittorio Raffaele Ferrari (Saggio chimico-legale sopra la brucina), Secondo Lasagna (Saggio chimico sull'acido valerianico), Paolo Nirino (Saggio analitico-chimico-legale sull'acido arsenioso), Luigi Rasino (Saggio botanico-chimico sul Solanum Tuberosum L.), Giambattista Robiolio (Saggio fisiologico botanico sulla germinazione), Carlo Rossi (Saggio chimico sulla serie cacodilica) e Giacomo Variglia (Saggio chimico sull'acido tartarico).

Tesi del 1845

Per il grado di licenza: Adolfo De Foresta.
Per il grado di aggregazione al Collegio: Giorgio Anselmi.

Tesi del 1846

Per il grado di laurea: Giuseppe Bona, Gioacchino Destefanis, Ferdinando Modesto Nicolini e Ernesto Zoppi.

Esami verbali pubblici de' Professori di Metodo

Registro degli esami esami pubblici (1846-62).
Secondo quanto disposto negli articoli 3-7 del Regolamento annesso alle R. Lettere-Patenti n. 515 del 1° agosto 1844, che disciplinano lo svolgimento degli esami finali della Scuola superiore di Metodo, al termine del corso si tenevano una prova scritta su un argomento proposto dal professore di Metodo e un'interrogazione orale su tutte le materie del corso: la Metodica generale, la Metodica speciale, "i doveri dei professori di Metodo", "i principii della disciplina scolastica e delle regole con cui si governano le scuole" (art. 1).
Con rubrica.

Tesi del 1847

Per il grado di laurea: Antoine Gotteland e Bernardo Annibale San Martino.

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