Lettera inviata da Genova il 18 aprile 1860. De Notaris manda a Moris la somma che Lespinasse ha versato per il terzo volume di Flora Sardoa. E’ stato durante le vacanze pasquali sulla riviera di Ponente, ma poco lietamente dato il cattivo tempo.
Lettera inviata da Palermo il 5 settembre 1861. Todaro ringrazia Moris per Flora Sardoa ricevuta in omaggio. Ha inviato un vaglia postale per l’altra copia acquistata. Il prossimo mese sarà all’Esposizione di Firenze, dove spera di incontrarlo.
Lettera inviata da Firenze il 15 giugno 1844. Parlatore ringrazia Moris per avergli donato il secondo volume di Flora Sardoa; lascerà a De Notaris il piacere di recensire l’opera sul Giornale Botanico Italiano; la pubblicazione avverrà sul quinto numero. Antinori deve avere scritto a Moris del gradimento del Granduca per il volume a lui destinato. La collezione di Procaccini è meritevole di essere acquistata: potrebbe costituire il nucleo di una flora fossile italiana. Parlatore nei prossimi giorni andrà al lago di Bientina presso Lucca, per completare il lavoro che sta preparando sulle piante acquatiche. Già Moris avrà visto su Comptes Rendus dell’Accademia delle Scienze la sua nota sull’anatomia di Aldrovanda vesiculosa. Con il placet del Granduca, a metà luglio Parlatore avrebbe intenzione di partire per Vienna, Praga, Dresda, Berlino e Monaco, per poi recarsi a Milano per il Congresso, dove spera di riabbracciare Moris.
Lettera inviata da Pisa il 24 gennaio 1832. Savi ringrazia Moris del catalogo dei semi e acclude un elenco dei desiderata. Si dichiara disponibile a cedere esemplari dell’erbario di Pisa, a patto che siano doppi. Si compiace dell’acquisto dell’erbario Balbis e chiede, se possibile, di avere qualche doppione, specie di piante esotiche.
Lettera inviata da Pisa il 13 febbraio 1830, in cui Savi ringrazia Moris per le piante ricevute. Lo informa che può servirsi degli spedizionieri genovesi Pasquale e Giacomo Carbone, nel caso debba spedirgli delle piante a Pisa. Non ha avuto notizie del materiale da tempo spedito a Moris tramite la casa Bonafous. Informa Moris che il Granduca Leopoldo II ha dato ordine di acquistare l’erbario del naturalista Gaddi, morto a Rodi di ritorno dall’Egitto, e di collocarlo nel museo di Pisa. Il materiale mineralogico e zoologico sarà invece affidato al cavaliere Antinori, direttore del museo di Firenze, e a Paolo, figlio dello stesso Gaetano e direttore del museo di Pisa, affinché lo distribuisca in Toscana e ne allestisca i cataloghi. Savi avverte Moris affinché dia pubblicità all’iniziativa.
Lettera inviata da Pisa l’ 8 febbraio 1860. Savi invia a Moris una breve memoria, corredata da una tavola, da presentare all’Accademia torinese per essere pubblicata. Se venisse accolta, vorrebbe averne 100 copie; pagherebbe quelle eccedenti le gratuite. Ha avuto notizia del secondo volume di Flora Sardoa e prega Moris di inviargliene una copia, indicandone il costo.
Lettera inviata da Ginevra il 3 febbraio 1856. Moris ha acquistato per l’erbario di Torino 550 piante della Sicilia, tra le quali la Micromeria microphylla che gli interessava in modo particolare. I botanici che hanno acquistato le piante vorrebbero averne anche della parte meridionale della Sicilia, della Calabria e dell’Abruzzo. Huet chiede a Moris la disponibilità a sottoscrivere l’eventuale nuova iniziativa del 1856.
Lettera inviata da Bologna il 18 luglio 1837, in cui Bertoloni incarica Moris dell’acquisto dei volumi dal 28 al 35 degli Atti dell’Accademia di Torino.
Lettera inviata da Napol il 21 giugno 1831. Tenore ha ricevuto, tramite i fratelli Bompard, la bella serie di piante che Moris gli ha fatto avere, con cui arricchirà il proprio erbario e lo ringrazia di cuore. Destina un esemplare del suo Viaggio in Abruzzo al professore Borson, a ricordo delle cortesie usategli durante il suo breve soggiorno a Torino nel 1824. Tenore si rallegra che l’erbario di Balbis sia stato acquistato dall’Orto botanico torinese. Parla della possibilità di scambi con il marchese Spigno, con Colla e con Bonafous; ringrazia quest’ ultimo per le pubblicazioni sui gelsi che gli ha mandato. Non essendovi a Torino alcun esemplare di Flora Napolitana, Tenore ne aveva proposto al signor Collegno l’acquisto per la Biblioteca Reale, che però non avvenne per mancanza di fondi. Prega Moris di riproporre l’offerta. Trattandosi di pubblica istituzione sarebbe disposto a praticare un sconto del 30-40%. Il prezzo non scontato dei tre volumi in folio e dell’atlante di 150 tavole colorate è di 100 ducati, ossia 440 franchi il tomo.
Lettera inviata da Napoli il 13 marzo 1832. Gussone si rallegra che Moris, Colla e il signor Spigno siano in buona salute e che l’orto di Torino abbia acquisito l’erbario dell’amico Balbis. Cercherà per Moris le opere di Tineo e Rafinesque. Seguono alcune osservazioni sul genere Medicago di cui si sta occupando. Segue un breve elenco di semi desiderati.
Lettera inviata da Verona il 30 novembre 1858, assieme a quattro piccoli acquerelli di fitoliti. Lo scrivente chiede a Moris un suggerimento per la determinazione del vegetale incluso.
Lettera inviata da Sanremo il 16 giugno 1861. Panizzi ha spedito a Moris la solita acqua di fiori di arancio, affidandola a un capitano di bastimento diretto a Genova; da lì, per ferrovia, arriverà a Torino. Per vari motivi ha avuto poco tempo per occuparsi della collezione di funghi. Invierà presto a Moris una dozzina di belle specie e qualche genere nuovo. Della nomina del professore di Storia naturale al liceo di Sanremo non ha più avuto notizie.
Lettera inviata da Sanremo il 7 luglio 1858. Panizzi spera che Moris abbia gradito l’acqua di fiori di arancio che gli aveva promesso quando era venuto a Torino e lo ringrazia delle talee di piante grasse che gli ha donato.
Lettera inviata da Genova il 19 dicembre 1852, in cui Gennari si dichiara soddisfatto che il suo scritto sulle piante della Liguria sia stato accettato dall’Accademia. Se possibile, vorrebbe fare qualche aggiunta sulle bozze.
Il ministro della Pubblica Istruzione Gioja, data l’abolizione dei magistrati del Protomedicato, ringrazia Moris per la dedizione dedicata durante il periodo in cui è stato consigliere.
Lettera inviata da Ivrea il 7 novembre 1855. Lo scrivente rammenta a Moris la loro vecchia amicizia e gli espone un problema che molto lo angustia. La Congregazione di Carità, di cui Tonso è presidente, ha aperto nel 1838 una scuola per le fanciulle povere della città e nel 1844 un orfanotrofio per fanciulle senza parenti capaci di educarle. Le suore dell’ospedale gestiscono le due istituzioni, ma la congregazione non ha sinora loro permesso di assoggettarsi agli esami previsti per l’insegnamento. Per non opporsi agli ordini ministeriali, Tonso ha fatto sospendere momentaneamente l’insegnamento elementare, in attesa che la superiora delle suore si rechi a Parigi per parlare del problema. Tonso chiede a Moris di intercedere presso il provveditorato, in attesa della decisione dei superiori di Parigi.
Lettera inviata da Como il 14 maggio 1861. Lo scrivente fa avere a Moris un’operetta botanica scritta da un modesto sacerdote del seminario di Como, Martino Anzi, che ha scoperto 70 nuove specie di licheni. Lo studioso avrebbe piacere di essere accolto come membro corrispondente dell’Accademia delle Scienze di Torino e vorrebbe sapere se esiste qualche sussidio governativo in favore della ricerca scientifica.
Lettera su carta intestata “Jardin Royal de Zoologie et d’Horticulture de Bruxelles”, inviata da Bruxelles il 14 settembre 1857. Linden ha inviato a Moris le piante richieste. Ne ha aggiunte alcune, in cambio dell’Agave geminiflora che gentilmente Moris gli ha spedito. La fattura è di 410 franchi. Vorrebbe esporre alcuni dei suoi prodotti all’esposizione che si terrà a Torino.