Lettera inviata da Bologna il 12 marzo 1839, in cui Bertoloni dice di avere ricevuto la cambiale in lire piemontesi mandata da Laudi e Roncadelli. Continuano le ricerche di notizie sulla Principessa Maria di Savoia. Bertoloni ha consegnato a Tognetti l’elenco dei libri che il Marchese di Saluzzo avrebbe intenzione di acquistare. Al termine della lettera vi è un riepilogo di debiti e crediti con Moris.
Lettera inviata da Bologna il 2 luglio 1839, in cui Bertoloni ringrazia Moris per le notizie ricevute su Hemerocallis flava e fa una serie di osservazioni su parecchie specie di Juncus. Ha ricevuto da Baruzzi la memoria di De Notaris, cui farà avere Algologia del Naccari.
Lettera inviata da Bologna il 20 luglio 1839, in cui Bertoloni informa Moris che ha spedito a lui e a Colla il primo fascicolo del tomo IV della Flora Italica. Seguono osservazioni su specie di Rumex, che si ripromette di continuare quando Moris verrà a Bologna dopo le vacanze.
Lettera inviata da Bologna il 16 marzo 1853. Bertoloni segnala a Moris il nipote Giuseppe Pratesi, verificatore dei pesi e delle misure a La Spezia, venuto a Torino per chiedere un avanzamento di carriera. Prega Moris di aiutarlo.
Lettera inviata da Sanremo il 14 agosto 1853. Clementi, insegnante di Filosofia Positiva a Sanremo, si presenterà a Genova al concorso alla cattedra di Chimica Farmaceutica. Sarebbe grato a Moris se lo segnalasse al cavaliere Pollone, primo ufficiale nel Ministero, relatore dei concorrenti. Un ostacolo potrebbe essere rappresentato dal concorrente Gardella, preferitogli a suo tempo come supplente di Storia naturale al Collegio nazionale di Genova. Si potrebbe superarlo, conferendogli stabilmente il posto che attualmente ricopre
Lettera senza data e località di invio. Heyland invia a Moris un semplice schizzo della pianta richiestagli, pregandolo di mandargli in dettaglio i particolari. Ringrazia Moris dell’interessamento per il figlio ancora ad Aosta.
Lettera inviata il 4 settembre. Lanza fa avere a Moris alcuni grappoli di uva: non si tratta di un regalo, ma di un assaggio. Ha patito per una malattia della vite e spera che l’anno seguente sia migliore.
Lettera senza data e località di invio. Masi trasmette a Moris una lettera di Narducci e si rammarica dello smarrimento degli appunti dell’ultima adunanza.
Lettera inviata da Roma il 27 gennaio 1858. Lo scrivente, avendo ricevuto da Moris il catalogo dei semi, approfitta della di lui gentilezza per chiedere l’invio di alcuni altri [l’elenco non è accluso]. Unitamente al fratello conte Alessandro Spada Lavinij prega Moris di salutare il cavaliere Sismonda.
Lettera inviata da Genova il 7 novembre 1854. La famiglia è tornata a Genova. La successione della moglie di De Notaris comporta parecchi problemi, perché molti beni erano in comune con il fratello del padre e i suoi figli. Clementi è contentissimo della nuova sistemazione. De Notaris non ha ancora visto i due nuovi professori, Lessona e Carlevaris. La nomina di quest’ ultimo ha suscitato scalpore e proteste, perché Carlevaris è stato preferito a Finollo il quale, almeno per la Chimica generale, avrebbe dovuto essere preferito. Il Lessona è invece da tutti riconosciuto come ottimo naturalista. A Genova vi sono ancora casi di colera; vi sono quelli che credono al contagio e quelli che non vi credono. Tra questi ultimi vi sono alcuni pessimi soggetti, come i professori Fieschi e Bo. De Notaris ritiene si tratti di malattia contagiosa ed endemica. Chiede a Moris di mandargli Diagnoses di Boissier.
Lettera senza data e località di invio, in cui Tenore riferisce che Moris è stato nominato socio corrispondente dell’Accademia delle Scienze di Napoli.
Lettera inviata da Brescia il 3 giugno [l’anno non è riportato]. Venturi comunica a Moris che gli verrà spedito il diploma di socio dell’Accademia di Brescia, onorificenza che lui stesso aveva proposto alla presidenza dell’Ateneo bresciano. Venturi è stato a Padova e ha trovato Meneghini in discrete condizioni.
Foglio senza data e località di invio, contenente un elenco di piante desiderate. del Piemonte e della Liguria. Viene proposto uno scambio con piante di Spagna, Algeria e Isole Britanniche.
De Notaris ha compiuto un’escursione a Portofino assieme a Rainer: hanno raccolto bellissime fanerogame e alghe non ancora descritte, da aggiungere al manoscritto in possesso di Moris. Critica alcune affermazioni di Zanardini a proposito di alghe. Ha quasi pronta la terza decade dei micromiceti. Elenca a Moris i suoi “grossissimi” crediti per alcuni libri che gli ha inviato [si tratta di poche decine di lire!]. Lo prega di procurargli alcune opere di Lamouroux.
De Notaris ringrazia Moris per avere aiutato il fratello. Ha rivisto attentamente il primo volume di Flora Sardoa ed ha molto apprezzato la trattazione delle Compositae, di cui terrà conto al momento di correggere le bozze del suo Repertorium. Confronta, criticandola, la trattazione di questa e di altre famiglie nell’opera di Bertoloni. De Notaris continua ad avere difficoltà a riscuotere da Serra i rimborsi per le escursioni proprie e dei giardinieri. Manderà a Moris, al prossimo viaggio del generale Quaglia, alcune correzioni da apportare al Repertorium. Non ha più avuto notizie di Bollo.
De Notaris ha ricevuto i semi che il professore Savi gli ha inviato per Moris. De Notaris riferisce che lo zio di sua moglie, Bollo, ha inoltrato al conte Quarelli una supplica per essere trasferito dall’attuale posto di ricevitore di Romagnese in qualche stazione doganale più vicina a Genova, per essere più facilmente in rapporto con la famiglia. De Notaris chiede a Moris di cercare di favorire la richiesta. Il libraio Giannini gli aveva scritto tempo addietro che da Monaco era arrivata della “roba” per lui e che voleva sapere quale parte gli spettasse. A parte alcune piante che gli erano state annunciate da Reichenbach figlio e provenienti da Monaco, De Notaris non sa di che si possa trattare. E’ sempre alle prese con i micromiceti, di cui ha già disegnato la fruttificazione di cento specie.
De Notaris ringrazia Moris per avergli fatto anticipare la somma destinata all’orto botanico. Clementi dovrebbe avere consegnato a Moris la prima parte del lavoro di De Notaris sulle gramigne d’Egitto, da fare pervenire ad A. De Candolle. Ha avuto gravi problemi economici. Ha dovuto, ad esempio, pagare 144 lire alla tipografia dei sordomuti, come facente parte del consiglio di amministrazione della cessata Gazzetta Medica, perché molti “vigliacchi” azionisti si sono rifiutati di pagare la quota.