- IT ORTOUT MORIS Corr. Tonso, 354
- File
- 1855
Part of Orto botanico
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Acquisto di opere di Moris, De Notaris e Moretti.
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Lettera, su carta intestata “Orto Botanico della Università di Catania”, inviata da Catania il 17 febbraio 1861. Tornabene, tramite il marchese Casolotto, deputato al Parlamento, fa avere a Moris la sua ultima opera, Flora fossile dell’Etna. Conosce poco le opere botaniche dell’Italia superiore. Vorrebbe acquistare Flora Sardoa e le altre opere di Moris, nonché quelle di De Notaris e di Moretti. Tornabene possiede le opere del defunto Massalongo. Per l’invio, Moris potrebbe giovarsi del signor Besson, che già deve fargli avere alcune specie di Pinus.
Conservatore capo del vaccino.
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Lettera inviata da Genova il 29 dicembre 1857. Torre ha fatto domanda al ministro degli Interni per essere nominato Conservatore capo del vaccino della provincia di Genova, dato il cessato servizio del dottore Prasca. Si accontenterebbe del posto di vice direttore, nel caso venisse promosso al grado superiore l’attuale vice, dottore Lemoyne, persona assolutamente meritevole. Già si è fatto raccomandare dal dottore Riberi, però chiede a Moris se potesse appoggiarlo, poiché la pratica viene anche portata al Consiglio Superiore dell’Istruzione Pubblica, dove egli ha tanta influenza. Torre ha pochi titoli, ma si è sempre occupato di epidemie, di morbi contagiosi e di quarantene.
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Lettera inviata da Genova il 20 febbraio 1858. La domanda di Torre [vedi lettera n. 357.2] giace ancora senza risposta, probabilmente per i cambiamenti avvenuti tra il personale del ministero. Corre voce che il nuovo conservatore dovrebbe essere il figlio dello scaduto dottore Prasca e non il vice direttore Lemoyne, genero del defunto. Torre si augura che a tale incarico non venga nominato un avvocato, poiché l’impegno non consiste soltanto nella compilazione di una statistica, ma contempla anche decisioni di tipo prettamente medico. Chiede pertanto a Moris di continuare ad appoggiarlo.
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Lettera inviata da Hyères il 10 febbraio 1846. Tulasne approfitta del ritorno a Torino di Bonafous per ringraziare Moris del frammento di fungo che gli ha fatto avere. Ritiene che il fungo sardo non appartenga al genere Tuber, quanto piuttosto al genere Choiromyces. Casaretto non gli ancora mandato, dopo tanti mesi, l’ultima Decades delle piante brasiliane. Tulasne gradirebbe avere anche altre piante dell’erbario di Casaretto, scambiandole eventualmente con piante della Nuova Olanda e della Nuova Zelanda. Prega Moris di chiedere a Vittadini a Milano due sue pubblicazioni; gli ha già scritto due volte senza avere risposta. Spera che Moris realizzi nell’anno in corso il suo progetto di un viaggio a Parigi.
Disegno di un cane da tartufi.
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Lettera inviata da Parigi il 16 maggio 1850. Nella lettera che ha ricevuto da Moris lo scrivente ha letto con piacere del ritrovamento di una nuova pianta, non citata nella monografia di de Jussieu. Il lavoro del botanico è come la tela di Penelope! Tulasne chiede a Moris di fargli sapere notizie di Vittadini. Ha accluso una lettera da fargli avere a Milano, dove gli chiede se può mandargli un disegno del cane barbone usato in Lombardia per la ricerca dei tartufi, disegno che lui non ha usato e che vorrebbe, con il suo permesso, riprodurre nel libro che sta preparando con suo fratello sui funghi ipogei.
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Lettera inviata da Parigi il 25 febbraio 1856. Tulasne chiede a Moris un favore: di far legalizzare dal console di Francia a Torino gli atti di morte di padre e madre di un onesto commissionario, il signor Luca Varachat, di cui si sta occupando la società di St. Régis. Segue l’indirizzo del signor Varachat. Tulasne illustra a Moris gli scopi principali della società di St. Régis, che consistono essenzialmente nel favorire la legalizzazione dei matrimoni e dei figli illegittimi e nel fornire alla società onesti cittadini e buoni cristiani. Nelle prossime settimane lo scrivente farà pervenire a Moris la seconda parte del suo lavoro sull’embriologia vegetale. Alla lettera è accluso un foglietto, indirizzato al console di Francia, contenente alcuni accorgimenti da seguire per la legalizzazione dei documenti inviati. In uno spazio libero si legge un appunto di grafia Moris: “Renvoyé la place legalisée le 4 mars”.
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Lettera inviata da Cagliari il 7 aprile 1840. La morte improvvisa del Cossu, professore di Materia Medica, induce lo scrivente, per anni supplente all’insegnamento di varie discipline mediche tra cui quella di Cossu, a chiedere l’affidamento della cattedra vacante, o per grazia sovrana oppure per concorso. Sembra però che il Magistrato proponga di affidare la cattedra al professore Piso, lasciando che si apra il concorso per quella di Fisiologia. Ugo prega Moris di aiutarlo in qualche modo.
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Vaucher, Jean Pierre Etienne, 371
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Lettera inviata da Ginevra il 26 gennaio 1838. Vaucher ha saputo da De Notaris della malattia di Moris ed è molto spiaciuto. Sta per uscire il secondo volume delle Compositae e il terzo delle Cicoriaceae sta per essere concluso, però De Candolle ha avuto una recidiva di gotta e per ora non riesce a lavorare. La recensione di Flora Sardoa ha subito ritardi, però verrà sicuramente pubblicata. Vaucher segnala a Moris che a Ginevra il giovane Boissier sta studiando con Reuter, conservatore di De Candolle, le piante dei monti di Grenada; ha intenzione di farle disegnare da Heyland. Per quest’ultimo, Vaucher chiede a Moris di trovargli a Torino qualche possibilità di lavoro. Spera di avere buone notizie riguardo la salute di Moris.
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Lettera inviata da Ginevra il 2 maggio 1842. Lo scrivente, memore delle dimostrazioni di affetto riservate da Moris al padre [Jean Pierre Etienne], si rivolge a Moris per un favore. Il signor Mirabaud e il signor Puerari, rispettivamente cognato e nipote di Vaucher, proprietari di una fabbrica di zucchero di barbabietola presso Bonneville, rischiano di essere vittime della malafede dei loro soci. La causa intentata contro tali soci a Ginevra ha dato loro torto ed i titolari vorrebbero che la sentenza fosse ritenuta esecutiva anche in Savoia. Vaucher desidererebbe sapere quale sia la prassi migliore per presentare una petizione a Sua Maestà. Moris potrebbe eventualmente rivolgersi al marchese della Marmora, di cui è stato primo scudiere di servizio a Chambéry.
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Variazioni al corso di Chimica e Botanica.
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Lettera inviata da Nizza il 3 maggio 1847. Lo scrivente ricorda a Moris che questo è il periodo adatto per piantare le talee di piante grasse e pertanto ne attende l’invio. Lo scopo principale della richiesta è di avere piante già ben determinate. La cassa dovrebbe essere affidata al signor Borsarelli, che sarà responsabile del trasporto. Vérany propone alcune variazioni al corso di Chimica e Botanica, per favorire l’apprendimento degli studenti. Trasmette a Moris i saluti del cavalier Deporta.
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Lettera inviata da Refrancore [At] il 25 maggio 1851. Lo scrivente informa Moris che manderà il suo amico dottor Gallo a ritirare le talee. Oltre a quelle di pelargoni, gradirebbe averne altre di salvia, di fuchsia e di lobelia. Gli piacerebbe ancora avere una piccola pianta abbarbicata di Acacia farnesiana. Ringrazia Moris e spera di poterlo fare personalmente quando verrà a Torino.
Villahermosa (di), Carlo, 376bis
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Riunione dei “Dotti Italiani” a Torino.
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Lettera inviata da Padova l’ 1 agosto 1840. De Visiani chiede a Moris se sia a conoscenza dell’eventuale intenzione del professore A. De Candolle di partecipare alla riunione dei “Dotti Italiani” [Congresso degli Scienziati del settembre 1840 a Torino]. De Visiani sarà presente e potrebbe in quell’occasione portare a Moris, se lo desidera, esemplari della flora veneta.