Lettera inviata da Genova il 6 settembre 1842. Ha finalmente ricevuto il manoscritto contenente il risultato delle indagini chimiche di Abbene e Borsarelli, potendo così aggiornare il testo delle Decades. Desidera sapere dove Abbene intende pubblicare le sue note sulle piante brasiliane, per poterle comunicare a Rio al dottor Maia.
Lettera inviata da Alessandria l’11 settembre 1842. E’ passata solo la metà del tempo che Peveraro deve trascorrere ad Alessandria, ma a lui sembra ne sia passata un’enormità, perché gli mancano la sua casa, le abitudini del luogo, gli amici, le novità e le distrazioni che rendolo piacevole la vita. Il motivo della lettera è il desiderio di avere notizie di Moris e della sua famiglia. Unica novità per Peveraro sono stati due grossi incendi, uno a Valenza che ha devastato una chiesa sconsacrata, piena di legname e di materiale facilmente infiammabile, l’altro in Alessandria, di una filatura attigua all’orfanatrofio di S. Giuseppe, anch’esso danneggiato. Spera di tornare presto a Torino e, dopo la lontananza, di apprezzare maggiormente i piaceri della città.
Lettera inviata da Padova il 28 settembre 1842. Tramite l’amico Gaetano Durando, Parlatore fa avere a Moris la pagina mancante del terzo Congresso degli Scienziati [vedi lettera n. 254.16]. Non ha tempo di scrivere molto, perché è segretario del Congresso. Durando potrà informarlo in dettaglio. Parlatore andrà in Sicilia e al ritorno manderà a Moris le piante interessanti.
Lettera inviata da Mombaruzzo il 4 ottobre 1842, in cui Delponte, al termine delle vacanze, si lamenta della pioggia continua, che gli ha impedito di raccogliere piante ed ha ostacolato i lavori per la nuova serra.
Lettera autografa intestata “Insinuazione e Demanio - Direzione di Genova”, inviata da Genova il 7 ottobre 1842 da S. Salussoglia, cugino di Moris. Lo scrivente chiede al cugino protezione per un avanzamento in carriera.
Lettera inviata da Firenze il 26 ottobre 1842 tramite il cavaliere Carena. Il costo dei ritratti eseguiti dal signor Batelli è di 25 paoli toscani. Parlatore aspetta una Fumaria di Gasparrini, e poi la monografia sull’argomento sarà pronta. Sta preparando la prolusione al suo insediamento. Manda i saluti a Genè, Plana e Baruffi, che si era impegnato a spedire piante per l’erbario di Firenze.
Lettera inviata da Padova il 27 ottobre 1842. Tramite il cavalier Paravia, De Visiani, assieme ai suoi saluti, manda a Moris il primo volume della sua Flora Dalmata, purtroppo non paragonabile a Flora Sardoa. Data la lontananza di Lipsia [dove Flora Dalmata è stata pubblicata] da Padova, l’opera è piena di errori tipografici. Vorrebbe avere da Moris saggi consigli per il secondo volume. Aspetta che Boissier ritorni dal suo viaggio in Grecia per spedirne uno anche a lui.
Lettera inviata da Padova il 16 novembre 1842. Meneghini ha ricevuto dall’Accademia delle Scienze di Torino le 25 copie del suo lavoro. L’esecuzione delle tavole è stata superiore ad ogni sua aspettativa. Ringrazia Moris per i suggerimenti avuti durante la preparazione dell’opera e per l’interessamento dimostrato per farla accettare all’Accademia. Penserebbe di fare una ristampa di detto lavoro, affidandone ai librai la diffusione. Meneghini si rammarica dell’assenza di Moris al congresso di Padova; la parte botanica è stata molto disordinata.
Lettera inviata il 29 novembre 1842 [manca la località di spedizione]. Bonafous ringrazia Moris per i campioni di riso inviatigli. Si augura che i rapporti tra Inghilterra e Cina diventino tali, da permettere l’acquisizione delle specie di quella vasta regione. Spera di vedere Moris alla riunione della Società d’Agricoltura, dove terrà la commemorazione di Florio, morto l’1 dicembre 1840.
Lettera inviata da Bologna il 3 dicembre 1842, in cui Bertoloni esprime alcuni chiarimenti richiestigli da Moris su quattro piante. Ha ricevuto dal figlio del Prof. Gualani il volume degli Atti del Congresso di Torino.
Lettera inviiata da Firenze il 10 dicembre 1842. L’ 1 dicembre Parlatore ha letto la sua prolusione dal titolo “Come possa considerarsi la Botanica nello stato attuale delle Scienze Naturali”. Descrive in dettaglio l’enorme successo avuto e quello ancora maggiore della sua prima lezione, durata un’ora e quaranta minuti. Sono intervenute le persone di Firenze distinte in lettere e scienze, i professori dell’ospedale di S. Maria Nuova, alte cariche di corte, magistrati. Non aveva mai provata una simile emozione. La Granduchessa lo ha voluto vedere; ne aveva già scritto al Granduca, che in quel periodo era a Napoli. Parlatore manda a Moris alcuni esemplari di Filago e di Ewax richiestigli; purtroppo si tratta di frantumi non molto utili. Risponde ai quesiti di Moris sulla Flora Greca, riportando in dettaglio descrizione e sinonimie di alcune piante. Gli manderà la stampa della sua prolusione e la monografia su Fumaria. Purtroppo il suo fidanzamento è andato a monte: la decisione è stata sua, perché costretto da una circostanza su cui un uomo d’onore non può passare sopra. Il pubblico fiorentino ha approvato la sua decisione.
Lettera inviata da Genova il 17 dicembre 1842. De Notaris ha finito di ricopiare le schede dell’elenco, che manderà quanto prima, unitamente alle piante dubbie. Accluderà un testo di presentazione. Deve preparare qualche articoletto di botanica, che ha promesso al giornale Espero. Vorrebbe parlare dei “tubes seveux” di Gaudichaud, di cui si è trattato su Annales des Sciences Naturelles. Si tratta di cose conosciute, che ha sempre osservato nelle piante rampicanti. E’ arrivato il testo dell’assoluzione di Bollo.
Lettera inviata da Firenze il 22 dicembre 1842, in cui lo scrivente porge a Moris gli auguri per Natale e per l’anno nuovo. Gli ha spedito la sua prolusione. Le lezioni sono frequentatissime. Parlatore chiede a Moris l’elenco dei giornali che si stampano a Torino, con il nome dell’editore e gli argomenti trattati.
Lettera inviata da Genova il 24 dicembre 1842. De Notaris restituisce il testo della descrizione di Isias [vedi lettera n.243.17] senza alcuna correzione, unitamente alla didascalia della figura. Esprime il suo parere su una specie di Agaricus. Alle piante ligustiche aggiunge alcune piante piemontesi da lui raccolte e altre fatte raccogliere presso Tortona. Ha fatto restituire al dottore Varese i due volumi dell’Accademia.
Lettera inviata da Como il 30 dicembre 1842, in cui Cesati chiede a Moris di mandargli, tramite il signor Casanova, alcuni esemplari di piante. Ha dovuto far rifare alla litografia Vassalli alcune tavole della sua Iconographia, perché riuscite troppo grossolane. Avrebbe voluto accludere anche la Centaurea filiformis, però ha rinunciato, avendogli detto De Notaris che probabilmente Moris l’avrebbe pubblicata nella Flora Sardoa. Persone. Casanova, Vassalli, De Notaris.
Lettera inviata da Milano il 30 dicembre 1842, in cui Cesati comunica che il libraio Meisner non sarà in grado per parecchio tempo di consegnare materiale a Torino, e pertanto prega Moris di chiedere al console De Angelis se potesse provvedere a fargli avere l’Iconographia; il materiale è fuori di ogni sospetto censorio. Steudel invierà quanto prima la seconda quota di piante abissine. Ringrazia Moris per la spedizione del 2° volume della Flora Sardoa, e spera di ricevere gli esemplari ivi descritti, oltre a quelli presentati al Congresso di Firenze.