Biblioteca del Dipartimento di Scienze della vita e Biologia dei sistemi. Sede di Biologia vegetale. Università degli studi di Torino
Orto botanico
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Lettera intestata “Regie Università di Torino, e di Genova - Direzione Superiore degli Studi”, inviata da Torino il 12 settembre 1839, firmata Provana di Collegno, il quale comunica a Moris che il sovrano ha accolto con molto favore il volume Florula Caprariae, preparata con la collaborazione del dottor De Notaris.
Lettera inviata da Verona il 18 luglio 1855, in cui lo scrivente si dice onorato delle attenzioni che Moris ha riservato alla sua pubblicazione, Licheni Italiani, apprezzata anche da Bertoloni, De Notaris, Tenore, Parlatore, Tornabene e vari altri. Ha spedito a Moris da poco il primo volume di Lichenes Italici Exsiccati. Chiede a Moris di suggerirgli il nome di qualche botanico di Sardegna e di Corsica, con cui vorrebbe entrare in contatto.
Il ministro della Pubblica Istruzione Lanza comunica a Moris che è stata approvata l’esecuzione dei lavori urgenti di restauro dell’Orto Botanico, secondo il progetto dell’architetto Marone, ispettore ingegnere delle Regie Finanze, per la somma di lire 2.780. Il ministro chiede a Moris di destinare una persona al controllo dei lavori.
La lettera non è inviata a Moris, bensì al ministro della Pubblica Istruzione. Lettera inviata da Cagliari il 27 agosto 1863, in cui lo scrivente dice che avrebbe intenzione, data l’approvazione governativa di costruire a Cagliari un orto botanico, di visitare gli orti di Palermo e Napoli, per avere idee e suggerimenti. Contemporaneamente desidererebbe passare per Moresco, in provincia di Ascoli, suo paese natale, da dove manca da 14 anni. Gli occorrerebbe però un sussidio per affrontare le spese del viaggio.
Lettera inviata da Firenze l’ 11 giugno 1854. Ricasoli riferisce a Moris come sono state sistemate le piante di Araucaria arrivate dal Valentino nel giardino Demidoff a S. Donato, cui ha libero accesso. Sempre a S. Donato ha visto una orchidea, Lelia purpurata, in vendita a 50 sterline. Elenca altre orchidacee presenti. Ricasoli esalta il numero e la qualità delle bellissime piante del giardino. Hugel dovrebbe mandarne a Moris, anche per desiderio del principe, un degno compendio. Ricasoli prega Moris di avvertire Burdin che molte querce da lui acquistate sono morte quasi subito; i patti erano che venissero sostituite senza aggravio di spesa. In autunno Ricasoli spera di venire a Torino. Manda i saluti a De Filippi e al marchese Alfieri. Prega Moris di rammentarsi della cattiva sorte del giardino di De Notaris a Genova.
Lettera inviata da Bologna il 16 gennaio 1841, in cui Bertoloni si lamenta di non avere avuto risposte da Pomba, Giannini e Fiore, suoi debitori. Chiede a Moris di andare alla Crocetta per controllare la Stellaria nemorum e tre specie di Arenaria. Sta cercando di procurarsi i libri richiesti da Fischer; suo figlio dovrebbe mandargli da Roma la Flora Romana di Maratti. Spedirà i volumi al signor Plana. Spera di ricevere presto le piante di Capraia. Alla lettera è accluso un esemplare di Arenaria striata.
Lettera inviata da Bologna il 14 dicembre 1853. Bertoloni esprime a Moris le proprie condoglianze per la morte della madre. Ha saputo che il pacco spedito a giugno (vedi lettera 31.7) è arrivato a Torino. Si stupisce che a Delponte manchino alcuni fascicoli della Flora, essendogli stati spediti unitamente a quelli per il Sig. Albis. Ha saputo della morte di Moretti.
Lettera inviata da Genova il 26 novembre 1839. De Notaris è a Genova da pochi giorni [De Notaris nel 1839 si trasferisce a Genova, dove nel 1843 sarà professore di Botanica e direttore dell’Orto Botanico]. Deve occuparsi di mille cose; deve anche fare compagnia alla sorella, che nei primi tempi lo aiuterà, ed è chiusa tutto il giorno in una camera di albergo. Si trasferirà quanto prima in due camere ammobiliate, nella stessa casa del signor Ratti. Tutti sono molto gentili con lui. De Notaris fa una descrizione sommaria dell’orto botanico e delle serre. Il lavoro sarà impegnativo, anche perché deve svolgere tre lezioni alla settimana; teme di non potersi occupare per parecchio tempo delle sue crittogame.
Lettera (su carta intestata della Direzione del R. Orto Botanico di Napoli) inviata da Napoli il 16 novembre 1868, in cui Cesati annuncia l’arrivo a Napoli delle tre casse che Moris gli ha mandato. Spera di ricambiare l’invio, quando l’orto napoletano sarà in migliori condizioni.
Lettera inviata da Parigi il 2 giugno 1841. Parlatore è a Parigi da qualche giorno e comunica a Moris il suo indirizzo. Ha conosciuto molti botanici: Delessert, Gay, Brongnart, Guillemin, Jussieu, Decaisne, Webb, Guebard. Sono stati tutti molto gentili, grazie alle raccomandazioni avute, in particolare quella di De Candolle. Parigi supera ogni aspettativa.
Lettera inviata da Milano il 4 novembre 1847. Parlatore è stato assalito da febbre violenta durante il viaggio verso Torino, per cui ha dovuto fermarsi per tre giorni a Bologna. Arriverà a Torino e alloggerà da Feder: potrà finalmente abbracciare Moris.
Lettera inviata da Torino il 15 gennaio 1866 da Rocci, facente funzioni del ministro d’Agricoltura, Industria e Commercio, in cui si comunica a Moris che è arrivata la scatola contenente il catalogo dei semi di piante economiche, da fare pervenire a Mueller a Melbourne [vedi lettera n° 34 e 35].
Aporti avvisa Moris che il console sardo a Montevideo ha inviato alla biblioteca universitaria Flora Brasiliensis di Endlicher e Martius. I volumi sono a disposizione per la consultazione.
Lettera intestata “Regie Università di Torino, e di Genova - Direzione Superiore degli Studi”, inviata da Torino il 22 maggio 1840, firmata Provana di Collegno, il quale comunica a Moris che alla Regia Dogana sono pervenute tre casse di piante essiccate e di minerali [dalla lettera n° 5 si arguisce trattarsi di materiale di Casaretto, proveniente dal Brasile]. Moris è pregato di provvedere al loro ritiro ed al collocamento nel luogo che riterrà opportuno.
Lettera inviata da Parigi il 23 gennaio 1858, in cui Gay informa Moris che gli sono arrivati i bulbi, senza che abbiano sofferto per il gelo al colle del Moncenisio. L’accuratezza della preparazione gli ha fatto riconoscere la mano di Lisa, con cui si complimenta. Seguo numerose osservazioni su piante dei generi Amaryllis e Quercus.