Lettera intestata “Gabinetto di S.M.”, inviata da Torino il 28 giugno 1841 e firmata dal segretario privato di Sua Maestà, Di Castagnetto, in cui si comunica che Sua Maestà ha molto gradito il modello della statua della “Madonna seduta” preparato dallo scultore Baruzzi. E’ stato ordinato l’invio a Bologna del marmo di S. Martino [Val Germanasca, Torino], desiderato dall’artista.
Lettera inviata da Ginevra il 28 giugno 1841, in cui lo scrivente ringrazia, a nome di De Candolle padre, la cui salute non è buona, per il vino sardo ricevuto. La sua bontà può spiegare la causa del suicidio del viaggiatore Thomas: egli infatti amava troppo la bottiglia. De Candolle chiede a Moris se ha semi di Vicia narbonensis, ritenuta migliore foraggera di Vicia sativa.
Lettera inviata da Genova il 3 luglio 1841. Nella lettera è contenuta la lista dei prodotti vegetali usati in medicina in Brasile. Casaretto ritiene meglio che il signor Abbene pubblichi per primo i risultati delle sue analisi chimiche e solo in seguito si possano dare alle stampe i nomi esatti delle piante da cui sono state estratte le droghe, anche perché sarebbero utili ulteriori precisazioni.
Lettera inviata da S. Pietroburgo il 26 giugno-8 luglio 1841. Fischer spera che i semi spediti siano arrivati a Moris. Il signor De Struve avrebbe dovuto farli partire da Vienna, affidandoli al signor Endlicher. Il raccoglitore signor Schrenk ha fatto un ottimo bottino nelle steppe dei Ghirghisi.
Lettera inviata da Ginevra il 9 luglio 1841, in cui De Candolle dice che il giovane Blume andrà a Giava a raccogliere piante, che potrebbero essere acquistate da Moris per l’erbario torinese. Blume andrà da solo, avendo avuto dissensi con Zollinger, e sarà ospite di Meyer che si è trasferito a Giava. Raccoglierà anche oggetti e animali, per cui De Candolle prega Moris di avvertire anche gli zoologi. Nel post scriptum viene elogiato un vino sardo, il Cannonau, che, essendo un po’ frizzante può essere paragonato al buon champagne di Borgogna.
Lettera inviata da Bologna il 14 luglio 1841. Bertoloni annuncia la spedizione del fascicolo VI del IV tomo della Flora; invierà presto le copie rilegate per Sua Maestà e per S. E. il Ministro. Ha incaricato suo figlio a Roma di chiedere direttamente al Conte Marescalchi se è disposto a vendere i libri che interessano al Marchese di Saluzzo. Il Conte è consenziente, però i suoi incaricati di Bologna non si sono ancora fatti vivi. Bertoloni dice di aver comprato il fascicolo delle piante rare di Cesati. Spera di vedere Moris a settembre in occasione del Congresso scientifico.
Lettera inviata da Genova il 17 luglio 1841. De Notaris ringrazia Moris per avergli procurato Auctarium di Allioni. E’ molto indaffarato. Ha fatto una lunga escursione fino al monte Bracco. Non riesce a trovare molte piante citate in Flora Pedemontana; probabilmente si tratta di ritrovamenti fatti nella contea di Nizza, dove De Notaris per il momento non riesce ad andare. Ha ricevuto il volume degli atti della 2° riunione ed ha notato che De Visiani ha inserito nel verbale alcune osservazioni sui pollini, di cui non aveva parlato al mattino; il che è irregolare.
Lettera inviata da Ginevra il 19 luglio 1841. Boissier dice a Moris che la Cardamine asarifolia in frutto che ha ricevuto è diversa da quella in suo possesso. E’ dispiaciuto di non poter partecipare al Congresso degli Scienziati di Firenze.
Lettera inviata da Genova il 28 luglio 1841. De Notaris manda a Moris la “prefazioncella” di Specimen Algologiae. Ha tardato, perché il figlio del celebre Agardh, tornando da Napoli, si è fermato a Genova ed ha revisionato parecchi esemplari di alghe. De Notaris prega Moris di apporre le correzioni nel testo in suo possesso. Agardh andrà a Milano e in seguito passerà a Torino. Il collega professore Bo gli ha esibito un partito per un eventuale matrimonio. Ha visto la donzella e non gli è spiaciuta; potrebbe darsi che si venisse a qualche conclusione. La dote (10.000 lire e il corredo) è modesta, ma trattasi di famiglia benestante e ben vista, il che potrebbe essere utile in caso di bisogno. Il padre della giovane, che è seconda di tre sorelle tutte nubili, è il notaio Botto. Lo zio è anch’egli notaio, è ricco e non ha figli e vedrebbe di buon occhio il matrimonio [la giovane, Antonietta Botto, sarà nel 1841 la moglie di De Notaris].
Lettera inviata da Bologna il 30 luglio 1841. Bertoloni non è ancora riuscito a venire a capo dei libri di Marescalchi, il quale è “un vero imbecille” perché continua a farsi imbrogliare dai suoi agenti. Il Prof. Venturoli è disposto a cedere il volume “Battaglie fatte contro Affricani”, che Bertoloni descrive dettagliatamente [si parla delle guerre puniche]. Occorre chiedere al Cav. di Saluzzo se è disposto all’acquisto. Bertoloni prega Moris di controllare il genere Rosa nell’erbario di Allioni. Chiede il suo parere sull’ “immenso fascicolo” di Cesati e conclude: “Poveri noi se la Botanica deve progredire in questo modo!”.
Lettera inviata da Genova il 5 agosto 1841. De Notaris invia a Moris ulteriori correzioni al lavoro di cui alla lettera 244.48. Per quanto riguarda il matrimonio, non è ancora deciso, però si è assai impegnato, e pertanto sarebbe assai difficile recedere. Del resto non ne avrebbe motivo: la giovane è bellissima e di buona indole. La dote è modesta, ma la famiglia è benestante. De Notaris gradirebbe che Moris, andando a Firenze, passasse per Genova, per fargli conoscere questa sua “subfidanzata”. Ha conosciuto Tenore, che ha ritenuto interessante un Solanum dell’orto, che Lisa aveva detto essere S. fragrans del Botanical Magazine.
L’economo Cacciardi avvisa Moris che il lavoro di copertura delle serre delle piante esotiche con traliccio metallico è stato affidato al maestro magnano [stagnino] Antonio Acossato. Moris dovrà nominare un impiegato dell’Orto Botanico per il controllo preventivo del ferro impiegato.
Lettera inviata da Padova il 12 agosto 1841, in cui Meneghini si dice molto riconoscente a Moris, per avere presentato all’Accademia il lavoro che ha inviato. Gli porge i saluti del professor Viviani e lo prega di ossequiare il professore Genè.
Lettera inviata da Bologna il 13 agosto 1841. Bertoloni attende Moris a Bologna per il primo settembre. Quando tornerà a Torino, gli affiderà il trasporto delle due copie del tomo IV della Flora e del libro sulle battaglie africane acquistato dal Cav. di Saluzzo. Il Conte Marescalchi ha deciso di vendere in blocco i suoi libri.
Lettera inviata da Parigi il 16 agosto 1841. Parlatore non ha ancora ricevuto risposta riguardo la proroga del suo congedo. E’ indeciso se andare a Londra per consultare l’erbario di Linneo, oppure a Firenze per il congresso e per vedere molti suoi amici. Non gli è possibile fare entrambe le cose, perché Webb l’ha invitato a occuparsi delle Graminacee delle Canarie e lui ci tiene a inserire un nome italiano in un lavoro di Webb e Montagne. Invierà a Moris una memoria sul genere Fumaria, su cui vorrebbe conoscere il parere. A Parigi Tenore ha consultato gli erbari di Desfontaines e di Gaudin e si è molto impratichito sulle Graminacee; su quelle europee vorrebbe scrivere una monografia. A Parigi la sua salute sinora è stata buona e tutte le persone sono state gentili con lui. E’ stato iscritto alla Société Philomatique de Paris. Ringrazia Moris delle piante che gli ha riservato e che potrebbe ritirare a Firenze, se Moris parteciperà al congresso. Lo assicura che al ritorno a Palermo gli farà avere tutte le piante da lui raccolte in Sicilia.
Lettera inviata da Genova il 28 agosto 1841. De Notaris è dispiaciuto che Moris, andando a Firenze, passi per Bologna e non per Genova. Le nozze si faranno il più presto possibile. Con la moglie, si recherà a Milano per trovare i parenti, e poi trascorrerà qualche giorno sul lago di Como e sul lago Maggiore. Data la circostanza, non potrà incontrare Moris a Firenze.
Lettera inviata da Padova l’ 1 settembre 1841, in cui lo scrivente raccomanda a Moris un suo buon amico, l’abate professor Vettorazzo, che verrà a Torino per veder le cose notevoli della città.
Lettera inviata da Parigi il 2 settembre 1841. Purtroppo Parlatore non riuscirà ad andare a Firenze al congresso. Alla presente lettera, consegnata a Moris dal Professore Targioni Tozzetti, è accluso un discorso che vorrebbe presentare al congresso; vorrebbe però che prima Moris lo leggesse, apportando le correzioni che ritenesse opportune. Prega Moris di tenere segreto il contenuto sino alla lettura [si tratta della proposta di Parlatore al 3° Congresso degli Scienziati di Firenze di istituire un Museo di Storia Naturale, proposta accolta con entusiasmo dai partecipanti e dal Granduca Leopoldo II]. Sarebbe utile informare solamente Bertoloni e Moretti, affinché appoggino la sua proposta al Granduca di Toscana. Inoltre chiede a Moris di consegnare una lettera alla famiglia Morelli, che l’ha gentilmente accolto durante un suo soggiorno a Firenze. Tineo ha ottenuto la proroga per il soggiorno estero di Parlatore, che ha deciso di andare a Londra e poi tornare a Parigi. Il celebre barone Von Humboldt vorrebbe condurlo con sè a Berlino; ha anche scritto a Napoli al ministro chiedendogli di sostituire per Parlatore la cattedra di Anatomia con quella di Botanica. Ha terminato per Webb il lavoro sulle Graminacee delle Canarie. Studiando una graminacea inviata dal povero Bertero a Guillemin, ha indivuato un nuovo genere. La salute di De Candolle è notevolmente peggiorata.
Lettera inviata da Genova il 2 settembre 1841. De Notaris ringrazia Moris per avergli procurato l’attestato di “stato libero”. Ringrazia anche il di lui fratello, Onorato. Scriverà a Moris a Firenze o a Bologna, per comunicargli ciò che ha disposto per consentirgli di esaminare l’erbario di Viviani. Se si trattenesse per qualche giorno a Genova, potrebbe esaminare le sue collezioni liguri. I voti di Moris per la sua felicità gli sono stati di conforto. Anche la fidanzata ha letto la lettera e lo ringrazia.