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Da Emanuele Filiberto a Carlo Emanuele II

Testi di legge a stampa relativi all'istruzione nello stato sabaudo, ascrivibili a periodo da Emanuele Filiberto a Carlo Emanuele II:

  • [Revoca e annullamento delle licenze concesse per compiere gli studi universitari al di fuori degli stati sabaudi], 23 lug. 1572;
  • [Editto sulla regolamentazione degli esami di laurea], 2 ott. 1674 (2 copie, di cui una reca la nota di registrazione del Senato di Torino, 19 feb. 1675);
  • [Patenti di dichiarazione sulla deroga alle disposizioni dell'editto del 2 ottobre 1674], 3 mar. 1675;
  • [Disposizioni per l’Università di Torino], 25 mar. 1677

Dalle riforme amedeane a Carlo Emanuele IV

Testi di legge a stampa relativi all'istruzione nello stato sabaudo, ascrivibili a periodo tra le riforme di Vittorio Amedeo II a quelle di Carlo Emanuele IV:

  • [Costituzioni di sua maestà per l'Università di Torino], 25 ott. 1720 (2 copie);
  • Manifesto del Magistrato dell'Università degli Studj generali, in Torino sedente, 09 nov. 1720 (2 copie);
  • Addizioni, o siano aggiunte fatte alle Regie Costituzioni dell'Università de Studij generali delli 25 ottobre dell'anno scorso 1720, 29 ott. 1721;
  • Costituzioni di sua maestà per l'Università di Torino. Constitutions de sa majesté pour l'Université de Turin, 20 ago. 1729 (4 copie);
  • Manifesto del Magistrato della Riforma per la pubblicazione delle Costituzioni per la Regia Università di Torino, 20 set. 1729 (4 copie);
  • Regolamenti del Magistrato della Riforma per l'Università di Torino. Règlemens du Magistrat de la Réforme pour l'Université de Turin, 20 set. 1729 (5 copie);
  • [Manifesto del Magistrato della Riforma per la pubblicazione dei Regolamenti per la Regia Università di Torino], 13 ott. 1729 (6 copie);
  • Regolamenti per li collegj degli scolari delle provincie eretti da sua maestà in Torino. Règlemens pour les colleges étabilis par sa majesté a Turin en faveur des etudians des provinces, 16 ott. 1729 (2 copie);
  • Istruzione pel regolamento delle scuole di Lingua latina e di Retorica. Instructions pour le Reglement des ecoles de la Langue latine & de la Rhétorique, [1729] (5 copie);
  • [Disposizioni del Magistrato del Protomedicato], 07 ott. 1730;
  • Manifesto dell'eccellentissimo Magistrato della Riforma degli Studj della Regia Università di Torino, contro il foglio delle proposizioni falsamente attribuite alli professori di Teologia, e de' Canoni, 11 ago. 1731;
  • Avis ou instructions pour ceux, qui voudront être reçus dans l'Académie royale de Turin, 5 ago. 1736;
  • Editto di sua maestà per il regolamento dello studio di Cirugia, 29 set. 1738 (2 copie);
  • [Manifesto del Magistrato della Riforma della Regia Università di Torino con cui sono pubblicate le Regie patenti sullo studio della Chirurgia del 25 febbraio 1756], 10 mar. 1756;
  • Manifesto del Magistrato della Riforma riguardante gli studj, esami, ed esercizj rispettivamente degli agrimensori, misuratori, architetti civili, ed idraulici, 9 mar. 1762 (2 copie);
  • Manifesto del Magistrato della Riforma Riguardante li due anni di pratica da farsi dà laureati in Medicina prima d'imprenderne l'esercizio, 9 mar. 1762 (2 copie);
  • Diploma di S.M. per la ristaurazione dell'Università degli Studj di Sassari, e regolamento particolare per la medesima, 4 lug. 1765;
  • Manifeste du Conseil de la Reforme des Etudes, résidant a Chambery. Lettres-patentes de sa majesté portant établissement dudit Conseil, 22 apr. 1769; 24 ago. 1768;
  • Costituzioni di sua maestà per l'Università di Torino. Constitutions de sa majesté pour l'Université de Turin, 9 nov. 1771 (3 copie);
  • Regolamenti del Magistrato della Riforma per l'Università di Torino. Règlements du Magistrat de la Réforme pour l'Université de Turin, 12 giu. 1772 (3 copie);
  • Manifesto del Magistrato della Riforma per la pubblicazione delle Costituzioni, e de' Regolamenti per la Regia Università di Torino. Manifeste du Magistrat de la Réforme pour la publication des Costitutions, et des Règlements de la Royale Université de Turin, 13 giu. 1772 (5 copie);
  • Instruzione intorno la maniera d'insegnare nelle pubbliche scuole. Instructions sur la manière d'enseigner dans les ecoles publiques, [1772] (3 copie);
  • Manifesto del Magistrato della Riforma riguardante l'onorevole distintivo de' signori studenti della Regia Università, 3 nov. 1791 (3 copie);
  • Manifesto del riformatore di Pinerolo Giacinto Ricca sull'obbligo degli studenti delle provincie di assolvere i propri doveri spirituali per accedere agli esami e sull'istituzione della Cattedra di Istituzioni civili presso R. Collegio di Pinerolo, 2 apr. 1796;

Leggi di S.M. dal 1720 al 1729 indi i Brevi Pontifici

Leggi di Sua Maestà per la Regia Università, principianti dal 1720 per tutto il 1729 alle quali seguono le Copie de' Brevi Apostolici tanto per la Celebrazione delle Messe, che per le indulgenze, così nella Congregazione dell'Unità, che in tutte le Regie sciole del Piemonte e della Savoja.

Raccolta di provvedimenti regi e brevi pontifici trascritti da mani diverse a partire dalla metà del XVIII secolo almeno fino al 1858, data dell’ultimo breve. La compilazione precede il trasferimento nell’Archivio di Stato di Torino della documentazione preunitaria, comprese le raccolte di leggi, attuato tra il 1877 e il 1881 (ventuno pacchi di Sovrane Provvidenze dal 1677 al 1850 nel solo aprile del 1877, come da elenco in ASTo, Archivio dell'Archivio, Direzione, 1877, fasc. 118, mazzo 1) e pare essere stata fatta presso la Segreteria dell’Università da fonti allora esistenti, per uso interno. Sono di supporto a questa ipotesi anche le note a corredo della trascrizione di due brevi (rispettivamente datati 18 settembre 1815 [ff. 99-100] e 10 gennaio 1826 [ff. 100-101]), in cui se ne attesta la trasmissione all’Università da parte della Segreteria di Stato per gli Affari interni.
Il cartulario inizia con il testo delle Costituzioni del 1720, che segnano l’avvio dell’opera di rinnovamento e riforma complessiva del sistema dell’istruzione perseguita da Vittorio Amedeo II. I brevi apostolici trascritti disciplinano l'organizzazione delle funzioni religiose entro lo Studio e l'educazione morale e spirituale degli studenti.

Costituzioni della Regia Università di Torino

Costituzioni della Regia Università di Torino, seguite dalla Traduction des Constitutions de S.M.té pour l'Université.

Dopo le Costituzioni del 1720 e le Addizioni dell’anno seguente, le Costituzioni per l’Università di Torino del 1729 segnano un secondo e più organico intervento di riforma promosso da Vittorio Amedeo II. La presente copia manoscritta reca la sottoscrizione autografa del sovrano, accompagnata dal suo sigllo, e quelle di Giuseppe Spirito Riccardi di Chiavazza (guardasigilli), Giovan Francesco Palma di Borgofranco, Victor-Amé Chapel de Saint-Laurent (per il Generale delle Finanze) e Pietro Mellarède De Bettonet (primo segreterio di Stato agli Affari interni).

Il duca Vittorio Amedeo II al medico Carlo Ricca inviato all'Università di Oxford

Lettera di Vittorio Amedeo II a Carlo Ricca: il duca incarica il medico di osservare il funzionamento e l'organizzazione dell'Università di Oxford, di cui riconosce il prestigio, e quindi di riferirne i dettagli.

Al fine di riformare l’Università di Torino, Vittorio Amedeo II richiede un resoconto sugli stabilimenti e sui privilegi detenuti dall'Università di Oxford, sui suoi regolamenti e sugli insegnamenti lì impartiti, sui lettori e sulle modalità di remunerazione, sui privilegi goduti dagli studenti e sugli eventuali obblighi contratti al conseguimento della laurea.

Reca le firme di Vittorio Amedeo II e di Francesco Antonio Lanfranchi, suo segretario ordinario.

Ricca, Carlo

Notizie dal fronte (famiglia Gamna)

  • IT ASUT MOTTURA F.-Gamna Guerra Gam
  • Unità archivistica
  • 1914 - 1918
  • Parte diMottura, famiglia

Busta con titolo "Per Laura", contenente una lettera di Anna Gamna alla sorella Laura, insieme alla trascizione di cinque lettere del loro fratello Giuseppe (agosto 1914), indirizzate ad Anna medesima o al fratello Carlo o alla madre, Angela Martinazzi, dai paesi di Longarone, Pieve di Cadore e Lozzo di Cadore, dove Giuseppe Gamna si trova arruolato nel 5. reggimento Genio. Sulla busta notazione a matita di Giacomo Mottura: "Agosto 1914 lettere di zio Peppino in avvicinamento al fronte trascritte da nonna Angela [Martinazzi] e Anna [Gamna]. Interessanti". Giuseppe Gamna, arruolato nel 5. reggimento Genio, si trova impegnato nelle operazioni di difesa e fortificazione che avevano interessato il Cadore fin dal momento dell’annessione all’Italia (1866) e poi con maggiore intensità dal 1904. Dal settembre 1913 numerosi emigranti, che avevano trovato un posto di lavoro in Germania e in Austria, ricevendo notizie di un possibile attacco nemico, cominciarono a rientrare in Cadore. Il governo incentivò l’arrivo di questi uomini attraverso bandi di arruolamento e biglietti gratuiti:
“Il treno era lunghissimo e per metà occupato da artiglieria da montagna ed un altro ne seguiva di alpini; al nostro fu aggiunto a Verona un treno lunghissimo di emigranti tutti su carri merci; spettacolo commovente indescrivibile … Questa mattina sveglia alle 4 e abbiamo fatto una prima marcia non lunga, senza zaino, su per una valle laterale per visitare dei lavori; domani faremo lo stesso in un’altra valle in posto un pochino più lontano e così di seguito finché saranno finite le visite di riordinamento dei lavori di tutte le valli che partono da questo paese [Longarone], ossia fino a sabato sera, momento in cui ci divideremo forse in due plotoni, uno per una valle qui vicino e l’altro (probabilmente il mio) per l’alto Cadore … Ma tutto per ora non è assolutamente altro che le solite autunnali visite di questo reggimento in queste parti" (Longarone, 13 agosto 1914, alla madre);
“… si direbbe quasi che non si è in quella spensierata compagnia che è una riunione di soldati, poiché tutti sono pensierosi e poco in vena di scherzare, io per primo; pensa che da quando sono stato richiamato non ho ancora sentito in treno, in caserma o fuori quelle canzoni monotone speciali dei soldati; si vede che il pensiero generale è alle famiglie ed al futuro. … dicesi che Pieve sia già piena di militari. Ieri sera è giunta qui una squadra di artiglieria per requisire tutti i cavalli e simili che sono disponibili … Sento dire in questo momento che da lunedì la ferrovia (che saprai va fino a Pieve già da due anni) sarà unicamente a disposizione di servizi militari …” (Longarone, 15 agosto 1914, a Carlo);
“… ho dovuto scendere in un pozzo di sei metri di profondità costruito per poter far saltare un ponte, dal fondo del quale (pozzo) parte una galleria laterale orizzontale alta appena ½ metro ...” (Lozzo di Cadore, 19 agosto 1914, alla madre);
“… dopo il rancio siamo andati a visitare il forte del Colle Piccolo, non potente come l’altro più alto, però magnifico esso pure, ma spaventoso.” (Lozzo di Cadore, 20 agosto 1914, alla madre).
Biglietto del 17 luglio 1916 in cui Angela Martinazzi dà notizie a Dino Mottura dei figli Giuseppe Gamna ("la solita vita al rombo del cannone, scoppi di granate") e Carlo Gamna ("... in data 15 [luglio] sappiamo che è sempre a Treviso con centinaia di medici che aspettano destinazione a poco a poco sono inviati nelle varie zone ...").
Lettera del 24 luglio 1916 in cui Angela Martinazzi informa la figlia Laura che Carlo Gamna è partito il 22 per Portogruaro e che è stato nominato capitano. Non è stato rinvenuto il fascio di lettere con le notizie dal fronte che dice di trasmettere.
Cartolina postale del 22 agosto 1917 in cui Angela Martinazzi riferisce alla figlia Laura che "Carlo [Gamna], lasciato Castelfranco il 14, percorse gran tratto della pianura veneta verso Santa Maria La Longa, poi Percotto [sic], poi Clauiano ecc. portandosi dietro l'intera Sezione che è interamente affidata a lui e a un collega capitano, in attesa di un nuovo comandante. E' nel pieno trambusto del trasferimento, oggi qua domani là, obbedendo ad ordini improvvisi, attendandosi nella campagna o trovando asilo in cascinali."
Cartolina illustrata da Levo, in data 11 novembre 1918, indirizzata a Laura Gamna: "Con te, Dino e bimbi all'annunzio della seconda firma d'armistizio!" Firmano Maman [Angela Martinazzi] e Carlo [Gamna].

Lettere di Giovanni Giacinto Ariagno

  • IT ASUT MOTTURA F.-Gamna Guerra. Ari
  • Unità archivistica
  • 1916-10-27 - 1918-05-15
  • Parte diMottura, famiglia

Ringrazia Ferdinando Mottura e Laura Gamna del sostegno a sé e alla propria madre anziana. Fino al 1917 le cartoline sono spedite da: Ospedale di guerra 35 - 3. Armata

Lettere di Angelo Aussello

  • IT ASUT MOTTURA F.-Gamna Guerra. Aus
  • Unità archivistica
  • 1915-06-15 - 1918-08-18
  • Parte diMottura, famiglia

Caporale, poi caporal maggiore, poi sergente, in servizio come infermiere presso il 102. Reggimento , 2. Sezione Sanità per Fanteria. Manda notizie della propria salute e menziona spesso la moglie Rosalia.

Lettere di Guido Fassio

  • IT ASUT MOTTURA F.-Gamna Guerra. Fas
  • Unità archivistica
  • 1916-06-01 - 1918-11-06
  • Parte diMottura, famiglia

Presta servizio col grado di soldato, poi caporale, poi caporal maggiore, infine sergente. Scrive spesso a Ferdinando Mottura, dando notizie della propria salute e informandosi dell’altrui. Ringrazia per l’invio di pacchi e di denaro, chiede notizie degli altri colleghi della ditta e del procedere dell’attività.
Si augura che la guerra finisca presto: "… e intanto i giorni passano e se non altro speriamo che il tempo ci porti meccanicamente all'epilogo di questa tragedia quasi universale." (5-3-1917).
Di fronte all'abbattimento di alberi colossali facenti parte del demanio dell'Impero austriaco commenta con sconforto: "E così è la vita - non le dico che dopo il mio ritorno dalla licenza, il pensiero dei miei cari, della vita libera e borghese, mi fa trovare inammissibile la presente." (5-3-1917).
Stigmatizza l’avvicendarsi troppo frequente nei ruoli di responsabilità: "E siccome si ostinano a cambiare comandante ogni mese - così ancor oggi ce ne giunge uno fresco fresco ..." (11 marzo 1917).
Riflette sulle conseguenze della guerra anche al di fuori del suo teatro e descrive il fluire meccanico dei giorni: "Bisogna convincersi che la guerra si ripercuote in tutti, da quei poveri disgraziati che insanguinano il Carso ai nostri alpini che vanno scovando il nemico fra i dirupi. Fra essi vi sta tutto il mondo che per riflesso pur non essendo al pericolo subisce il peso sempre più pesante della guerra. E intanto si tira innanzi - non vi è altra soddisfazione migliore che quella di voltare il foglio del mese passato ed al quale non si pensa più. Si ha la convinzione che più tempo passa più gli eventi matureranno e l'equilibrio dovrà ritornare sul mondo sconquassato dalla grande guerra ... Sul fronte qui, salvo qualche isolata azione d'artiglieria, è calmo. Pensiamo invece alle bufere dell'Isonzo e ne invidiamo le ansie e le pensose giornate..." (9-6-1917).
Riferisce dell’arrivo di Nino Oxilia, che perse la vita di lì a pochi mesi: "In questi giorni giunse ad una batteria mortai del mio Gruppo il tenente Oxilia (l'autore di commedie) è mio caro amico ma ancora non lo potei vedere" (1-7-1917).
Offre squarci di vita quotidiana: "L'altro giorno fui con qualcuno dei miei compagni all'inaugurazione della casa del soldato ... abbiamo visto molte pellicole cinematografiche in sale costruite appositamente. Si è visto la Gallie soci ed altri. Abbiamo sentito musica e fonografo. Insomma un po' di diversivo di quelli che in altri tempi si guardavano di fuori e si andava via" (23-10-1917; allega un francobollo statunitense e due brasiliani). "Qui in questa casa borghese dove noi sergenti ci siamo installati la sera si passa intorno ad un grande camino alimentato senza parsimonia ... Si dorme in una stanza grande che forse era quella matrimoniale della famiglia che l'abbandonò, però qualcuno ha creduto bene di portarsi il pagliericcio nelle caverne che ci siamo costruiti. Fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio dicono, io però rimango qui". (6-1-1918).
Chiede di poter ricevere libri e manifesta il proprio piacere nella lettura: "... ecco voglio approfittare per una cosa: se si trova in casa qualche libro che non le sia utile, o che almeno non rappresenti interesse per i suoi figli ora o poi; mi farebbe un grosso favore mandarmelo ..." (14-5-1918). "Un vivissimo grazie anche per la scelta felicissima giacché rileggerò con molto piacere il capolavoro Manzoniano che ad ogni lettura conobbi sempre più perfetto ed interessante; anche pel secondo ha scelto bene, giacché i libri di avventure mi piacciono sempre molto." (5-6-1918).
Spera in un prossimo congedo, alla fine delle ostilità, essendo parte di una ditta commerciale e non correndo il rischio della disoccupazione: "Pare vi sia il concetto di congedo prossimo per militari che chiedono esonero per agricoltura, industria e commercio. Insomma pare che i militari che mediante richieste di esonero perché componenti ditte commerciali ecc. verranno congedati in anticipo, questo perché non vanno compresi nel numero di quelli che congedandosi saranno disoccupati." (6-11-1918).

Lettere di Lorenzo Fracchia

  • IT ASUT MOTTURA F.-Gamna Guerra. Fra
  • Unità archivistica
  • 1917-01-27 - 1917-03-19
  • Parte diMottura, famiglia

Presta servizio in un reparto volante, schierato ora in prima ora in seconda linea. Lamenta forti dolori reumatici e un principio di sciatica. Chiede a Ferdinando Mottura, in quanto proprio datore di lavoro, un prestito di 15 lire.

Lettere di Battista Galatea

  • IT ASUT MOTTURA F.-Gamna Guerra. Gal B
  • Unità archivistica
  • 1915-12-14 - 1919-02-23
  • Parte diMottura, famiglia

Presta servizio come soldato semplice nel 4. Reggimento Alpini, Battaglione Val Baltea. Descrive i pericoli della postazione impervia sul Monte Nero: "Non siamo al pericolo delle palotole perche il nemico si trova a 4 mila metri di distanza e poi si mantiene solo il fronte ma è tanto pericolo di rimanere gelato e pericolo di cascare per via che non hanno potuto costruire la strada sicura e quando siese didentro le picole casete per andare di servizio o prendere i viveri bisogna sempre rampicare suegiù tuto attacati per le fune il giorno 18 corente glie cascato un tenente e un soldato il tenente fortunatamente sie fermato su di una picola rocia ... ma il povero soldato non sia visto più. Si spera che forse bisognerà ritirarsi da questa teribile posisione e spera la pace ..." (22-12-1915). "Io mi trovo sempre sul Monte Nero in meso un agran burasca di neve e chon gran rimbo di canoni soto il fischio dele granate dove il nemico dove il nemico tenta giorni e note per chol pilci ma le alte alpi impediscono molto la vista e il cholpo e il punto delle granate quanto posano i proietili del 305 Austriache fanno un simile rumore dun areoplano ma non anno i poteri di lanciarle dove siamo attendati perche siamo proprio soto i schogli delle roci che in questo punto nemmeno i feroci animali non anno i poteri di resistere in questi teribili punti e pure noialtri poveri innocenti ci toca stare specialmente gli alpini chesi trovino qui nan caminano piu sul suolo altro che sula neve e pure io porto sempre chiragio che li taglia posia esere un giorno libera esperando la pace ..." (2-1-1916).
Esprime profonda gratitudine alla famiglia Mottura per il sostegno, senso del dovere e amor di patria: "Io non sono degno di poterlo riconpensare altrimodi ma chonbatterò chon tuta forsa e presterò lultimo mio sforso per di fendere la nostra patria ma tanto piu per loro per rendergli felice e tranquili e per difendere i suoi interesi." (23-2-1916).
Il 23 marzo 1916 riferisce che il 4. Reggimento Alpini ha lasciato il Monte Nero all'8. Reggimento Alpini e al momento si trova a riposo a Vezza Doglio: "mia deto il mio padrone Tenente Rosso che stiamo 15 giorni non sarebe ezagerato dopo tanto tempo di aspre vite. Noialtri Alpini sempre andiamo chon coragio e speranza di vincere e di ritornare vitoriosi nele bracia dele nostre madri sporgendo la mano dela vitoria e pace ai nostri più cari amici specialmente sua genti lesa Signor motura e tante brave signore e signorine Torinese protegiatori del nostro giardino piemonte e chonforto al sapersi ricordati. Il giorno 20 che mi trovavo sul treno che marciando da cividale fino a Brescia si vedeva spuntare la prima vera le campagne incominiciavano e vestirsi di verde io subito o di menticato il pensare alla guerra ...". Dopo la tregua "... mi trovo in combattimento sule più alte montagne del val camonica . A dirgli la propria verità il nostro bataglione cambia di male in pegio ma quelo non ah la forsa a togliermi il coragio quanto penso che sono da loro così ricordato ... la croce della guerra miè molto più legiera se il buon destino mi acompagna ... sono qui sotto una misera capana in mezzo a tanta neve bagnata e peino di fredo ma sempre col mio pensiero rivolto a loro e coragio e pronto apartire a qualunque servisio per conpire il mio dovere." (26-4-1916). Sull'Adamello le temperature sono rigide anche in estate: "Sebene mi sono scorsi 28 anni sensa vedere una simile cosa or sono tre giorni che nevischia e il fredo e molto ieri lascorsa del fredo ra giungeva a 10 soto sero ma spero si posiamo ricoverare nelle nostre rispettive barache ... " (22-8-1916).
Riferisce di un incontro con sei soldati russi “che gli fui affavore di poter venire con noi. I quali racontavano che la maggior parte delle in portanti posizioni anno i reticolatti con la forza elletrica e racontavano pure che nel interno è una miseria straordinaria” (16-4-1917).
E' protagonista dell'azione di riconquista del corno di Cavento: “Trovandomi sulle terre strapate al nemico pochi giorni or sono. Fu una zione d’una sola giornata che tutti buoni soldati, approfittandosi delle poche ore abbiamo compito il nostro dovere prendemmo al nemico lalto corno di Cavento Il quale dominava la Vedretta della Lobbia, ove noi dovevamo passare con ogni movimento di qualunque specie. Oggi non più in vista da quel ochio falzo … caminiamo tranquilamente sul sicuro” (1 luglio 1917).
Manifesta con grande umiltà e con parole alte e commuoventi la propria gratitudine alla famiglia Mottura per il sostegno economico e affettivo: “Io mi degno di poterla ricompenzare presenterò l’armi che oggi impugno acquel altissimo che voglia lui darle la sua benizione e che dia alloro ogni bellezza e fortuna.” (22-8-1918).
A principio del 1919 risulta di stanza a Silandro, in Alto Adige: “qui non si parla più di licenza illimitata. Sono ora sospesi i congedamenti ed anno aperte le licenze di giorni 10 più il viaggio alle classi che dovevano essere inviate in congedo, cioè dall’ottantacinque sino all’ottantotto, mia classe … si vive ancor bene in mezzo a questa gente abbastanza generosi coi militari. Il male che non si intendiamo fra le due lingue.” (10-2-1919).
Indirizza l'ultima lettera il 23 febbraio, da Benevagienna (CN), dove vive con i genitori: "Qui bellissime giornate, si lavora di già nelle vigne, solo nei prati ci rimane un po di neve".

Lettere di Francesco (?) Galatea

  • IT ASUT MOTTURA F.-Gamna Guerra. Gal F
  • Unità archivistica
  • 1916-07-29
  • Parte diMottura, famiglia

La lettera conservata è indirizzata alla sorella Domenica e non alla famiglia Mottura. Esprime la propria netta opposizione alla guerra, il cui peso ricade sulle classi umili. Ha migliori competenze linguistiche degli altri fratelli e, unico tra i fratelli Galatea, manifesta un chiaro orientamento politico di sinistra, anticapitalista e anticattolico: “il crudel destino ci fa sofrire e ci tiene sepparati ma poi sesi parla formalmente non ci entra ne meno più il destino, ci entra lopinione delle teste matte e tippi senza cuore che non conoscono affato i nostri dolori che dobiamo sopportare innocentemente. Sento dala tua letere sorela che desideri la pace anche io e non siamo soli si può dire quasi tutti meno il cappitalista ma se tutti i cuori fossero del nostro pensiero si achomoderebbe il mondo intiero … ma sempre guera non puo durare cascano le foglie muoiono le piante si consuma lacciaio dunque faciamoci coragio che deve cessare anche la guera. Sesiamo for tunati di rimaner salvi alla fine della guerra di poter ritornare frai nostri cari con un rosso fassoleto ci assiugheremo le lacrime…” (29-7-1916).
Il foglio non datato e non firmato, rivolto sempre a una sorella, sembra attribuibile al medesimo autore, sia per mano che per i contenuti: "Per certo alla prima vista delle verde campagne fa pensare ai tempi scorsi quando anche io era borghese e godevo la mia giusta libertà lavorando con gran sudore per tanto producere e niente posedere? ... Non o niente fiducia delle tue preghiere perché io capisco bene che a pregare non è utile per producere la pace perche noi siamo natti ne la schiavitù del partito cattolico che è stato il più forte che ha invocato la guera per distrugere il baso popolo per mare e per tera. ... Io credo sorela che ai molto lavoro per che so che chosa è e che gusto ah il pane in casa degli altri ...".

Lettere di Giovanni Galatea

  • IT ASUT MOTTURA F.-Gamna Guerra. Gal Gio
  • Unità archivistica
  • 1915-09-08 - 1919-02
  • Parte diMottura, famiglia

Caporale, poi caporal maggiore, poi sergente del 34. reggimento fanteria; nel 1918 del 41. reggimento . Nel settembre 1915 si trova nelle vicinanze di Gorizia: “io spero di poter salvarmi da questa guera … di terminare la mia vitta da buon soldato e di poter vincere e acuistare cuesta bella città di gorissia che ci stiamo vicino ma con l’aiuto del buon dio speriamo di entrarci” (8-9-1915).
“In occasione del capodanno 1916 augura “che non abino la fortuna di venire a trovarsi in cuesti brutti tormenti perche cene per tutti anche per i nostri bravi uficialli”. (1-1-1916). In data 28 febbraio scrive dall’Ospedale Savorgnan di Udine, dove è ricoverato almeno fino alla metà di marzo.
Riferisce di aver fatto visita, il giorno di Pasqua, a “un camposanto dove ci sono tutti i nostri compagni che anno datto la sua anima a dio per la patria ma sono morti tutti dai gas sfisianti” (9-4-1917).
L'ultimo invio è una cartolina illustrata di La Spezia, su cui ha disegnato Giacomo Mottura, allora tredicenne,

Lettere di Giuseppe Galatea

  • IT ASUT MOTTURA F.-Gamna Guerra. Gal Giu
  • Unità archivistica
  • 1917-06-16 - 1918-01-07
  • Parte diMottura, famiglia

Soldato del 4. battaglione, 54. reggimento fanteria a Domodossola, poi a Recoaro "così non sento più tanto il nemico e dormo", poi in zona di guerra nel battaglione complementare, reparto zappatore (1918). Ringrazia la famiglia Mottura del sostegno a lui e ai propri fratelli al fronte, nonché alla propria moglie e ai bambini.

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