Biblioteca del Dipartimento di Scienze della vita e Biologia dei sistemi. Sede di Biologia vegetale. Università degli studi di Torino
Italian
Advanced search options
Lettera su carta intestata con veduta del palazzo “Museo di Geologia e Paleontologia presso la R. Università di Bologna” inviata da Bologna il 10 novembre 1884. Capellini ha fatto avere a Pasquale Villari la lettera di Gibelli in cui si manifesta lo sconcerto provato alla notizia dell’accoltellamento del fratello Emilio da parte di un inserviente. Capellini ha conosciuto il professore Delpino, il quale ha una salute infelicissima. A Bologna si continua da parte di taluni a rimpiangere Gibelli. Seguono alcune notizie sui rapporti tra vari professori universitari.
Lettera inviata da Bordighera il 26 novembre 1896. Bicknell manda a Gibelli i fiori, chiamati “fiori di flanello”, provenienti da New South Wales, di cui gli ha parlato di recente. Il dottore di Bicknell ha già parlato con il professor Carle per quanto riguarda l’operazione. Quando vi sarà l’accordo, verrà con il giovane a Torino e rivedrà Gibelli [si tratta probabilmente non del figlio di Bicknell, bensì di Luigi Polini, figlio del suo assistente e aiutante Giacomo Polini, a cui era molto affezionato – v. lettera n. 20.15]. Burnat gli ha scritto di sentirsi meglio e spera di vederlo a Vevey [luogo di residenza di Burnat]. Dal figlio Jean ha però saputo che ha ancora vomitato sangue e che il miglioramento non è gran cosa.
Lettera inviata da Sanremo il 7 luglio 1858. Panizzi spera che Moris abbia gradito l’acqua di fiori di arancio che gli aveva promesso quando era venuto a Torino e lo ringrazia delle talee di piante grasse che gli ha donato.
Lettera inviata da Sanremo il 16 giugno 1861. Panizzi ha spedito a Moris la solita acqua di fiori di arancio, affidandola a un capitano di bastimento diretto a Genova; da lì, per ferrovia, arriverà a Torino. Per vari motivi ha avuto poco tempo per occuparsi della collezione di funghi. Invierà presto a Moris una dozzina di belle specie e qualche genere nuovo. Della nomina del professore di Storia naturale al liceo di Sanremo non ha più avuto notizie.
Lettera inviata da Padova il 10 maggio 1878 (ore 5 del pomeriggio). Omboni manda a Gibelli informazioni sulle acque minerali della regione. Oltre alle acque ferruginose di Levico in Valsugana citate nel suo libro sulla geologia d’Italia, ha saputo dal professore Legnazzi che esistono anche acque arsenicali a Roncegno. Omboni indica come ci si può arrivare.
Lettera inviata da Verona il 30 novembre 1858, assieme a quattro piccoli acquerelli di fitoliti. Lo scrivente chiede a Moris un suggerimento per la determinazione del vegetale incluso.
Lettera inviata da Graglia il 9 agosto 1887. Giacosa è a Graglia, in mezzo ai castagni non ancora colpiti dalla malattia. Invita Gibelli nella sua casa, vicino al santuario di S. Grato a Graglia, di cui acclude un acquerello.
Lettera inviata da Winterthur [CH] il 24 marzo 1891. Lo scrivente offre a Gibelli l’acquisto di Potentillarum spontanearum cultarumque, collezione di potentille europee ed esotiche, di cui ogni anno verrà prodotta una serie. Il professore Penzig si è abbonato l’anno passato ed è soddisfatto. Il costo dell’eventuale disinfezione della centuria è di 10 franchi.
Lettera inviata da Napoli il 13 marzo 1832. Gussone si rallegra che Moris, Colla e il signor Spigno siano in buona salute e che l’orto di Torino abbia acquisito l’erbario dell’amico Balbis. Cercherà per Moris le opere di Tineo e Rafinesque. Seguono alcune osservazioni sul genere Medicago di cui si sta occupando. Segue un breve elenco di semi desiderati.
Lettera inviata da Napoli il 21 febbraio 1883. Licopoli riferisce a Gibelli che Cesati ha lasciato le sue collezioni botaniche alla scienza, ma il ministero ha deciso di non chiedere al Governo i fondi per sistemare le raccolte. Vi sono iniziative per invitare il ministero a ritornare sui suoi passi; Licopoli chiede a Gibelli se sarebbe d’accordo a partecipare a tali iniziative.
Lettera inviata da Firenze il 28 novembre 1863. Il Regio Museo di Firenze acquisterà per 100 franchi da Gibelli l’erbario di 1800 specie di piante lombarde. Caruel si è sistemato a Firenze come professore straordinario di Botanica Medica nella sezione medica dell’Istituto di Studi Superiori. Caruel propone a Gibelli uno scambio di piante. Spera che esca presto il lavoro di Gibelli sulle Verrucariae, poiché ha intenzione di iniziare ad occuparsi di Crittogame.
Lettera inviata da Napol il 21 giugno 1831. Tenore ha ricevuto, tramite i fratelli Bompard, la bella serie di piante che Moris gli ha fatto avere, con cui arricchirà il proprio erbario e lo ringrazia di cuore. Destina un esemplare del suo Viaggio in Abruzzo al professore Borson, a ricordo delle cortesie usategli durante il suo breve soggiorno a Torino nel 1824. Tenore si rallegra che l’erbario di Balbis sia stato acquistato dall’Orto botanico torinese. Parla della possibilità di scambi con il marchese Spigno, con Colla e con Bonafous; ringrazia quest’ ultimo per le pubblicazioni sui gelsi che gli ha mandato. Non essendovi a Torino alcun esemplare di Flora Napolitana, Tenore ne aveva proposto al signor Collegno l’acquisto per la Biblioteca Reale, che però non avvenne per mancanza di fondi. Prega Moris di riproporre l’offerta. Trattandosi di pubblica istituzione sarebbe disposto a praticare un sconto del 30-40%. Il prezzo non scontato dei tre volumi in folio e dell’atlante di 150 tavole colorate è di 100 ducati, ossia 440 franchi il tomo.
Lettera inviata da Bologna il 18 luglio 1837, in cui Bertoloni incarica Moris dell’acquisto dei volumi dal 28 al 35 degli Atti dell’Accademia di Torino.
Lettera inviata da Ginevra il 3 febbraio 1856. Moris ha acquistato per l’erbario di Torino 550 piante della Sicilia, tra le quali la Micromeria microphylla che gli interessava in modo particolare. I botanici che hanno acquistato le piante vorrebbero averne anche della parte meridionale della Sicilia, della Calabria e dell’Abruzzo. Huet chiede a Moris la disponibilità a sottoscrivere l’eventuale nuova iniziativa del 1856.
Lettera inviata da Pisa l’ 8 febbraio 1860. Savi invia a Moris una breve memoria, corredata da una tavola, da presentare all’Accademia torinese per essere pubblicata. Se venisse accolta, vorrebbe averne 100 copie; pagherebbe quelle eccedenti le gratuite. Ha avuto notizia del secondo volume di Flora Sardoa e prega Moris di inviargliene una copia, indicandone il costo.
Lettera inviata da Pisa il 13 febbraio 1830, in cui Savi ringrazia Moris per le piante ricevute. Lo informa che può servirsi degli spedizionieri genovesi Pasquale e Giacomo Carbone, nel caso debba spedirgli delle piante a Pisa. Non ha avuto notizie del materiale da tempo spedito a Moris tramite la casa Bonafous. Informa Moris che il Granduca Leopoldo II ha dato ordine di acquistare l’erbario del naturalista Gaddi, morto a Rodi di ritorno dall’Egitto, e di collocarlo nel museo di Pisa. Il materiale mineralogico e zoologico sarà invece affidato al cavaliere Antinori, direttore del museo di Firenze, e a Paolo, figlio dello stesso Gaetano e direttore del museo di Pisa, affinché lo distribuisca in Toscana e ne allestisca i cataloghi. Savi avverte Moris affinché dia pubblicità all’iniziativa.
Lettera inviata da Bologna il 20 dicembre 1884. Delpino ringrazia Gibelli per avergli fatto avere il Prodromus di De Candolle. Pagherà le 121 lire con i fondi della Biblioteca.
Lettera su carta intestata “R. Istituto di Studi Superiori in Firenze - Museo Botanico”, inviata da Firenze il 4 giugno 1883. Caruel è stato molto criticato per non avere sottoscritto, assieme ad altri botanici, una lettera al Ministero, per patrocinare l’acquisto dell’erbario di Cesati. Caruel dice di non conoscere detto erbario e per di più ritiene di essere scarsamente considerato dai botanici italiani, per cui la sua firma avrebbe pochissimo valore.
Lettera intestata “R. Giardino Botanico - Roma”, inviata da Roma il 15 aprile 1885. Pirotta a giorni andrà a Napoli a prendere l’erbario Cesati, di cui finalmente esiste il contratto di acquisto. Lo porterà a Roma e cercherà di sistemarlo in qualche luogo. Baccarini purtroppo lascerà Pirotta, perché Briosi a Pavia gli ha offerto un posto più vantaggioso. Per fortuna c’è ancora Avetta, che però non ha intenzione di accontentarsi di 1.200 lire mensili per molto tempo. Il ministro gli ha promesso di aumentare lo stipendio di assistente, però non prima del 1886. E dire che a Roma vi sono assistenti che prendono 2.500 lire!
Lettera inviata da Pisa il 24 gennaio 1832. Savi ringrazia Moris del catalogo dei semi e acclude un elenco dei desiderata. Si dichiara disponibile a cedere esemplari dell’erbario di Pisa, a patto che siano doppi. Si compiace dell’acquisto dell’erbario Balbis e chiede, se possibile, di avere qualche doppione, specie di piante esotiche.