Testi a stampa, di cui il professore Lorenzo Martini è autore o soggetto:
Lorenzo Martini, De clarissimo viro Thoma Tosio ex ordine Oratorum sacrae facultatis professore in regio Taurinensi Athenaeo auctore Laurentio Martinio, Torino, ex Regio typographaeo, 1830;
Lorenzo Martini, Vita Francisci Canaverii auctore Laurentio Martinio, Torino, Tipografia Giuseppe Fodratti, 1843;
Alla memoria del cavaliere Lorenzo Martini professore in medicina alla terra improvvisamente rapito il dì 3 d'aprile dell'anno 1844. Un suo discepolo. Questo tenute monumento. D., Torino, Tipografia Cassone e Marzorati, [1844];
Secondo Berruti, Necrologia del Professore Cavaliere Lorenzo Martini scritta dal professore Secondo Berruti, Torino, Tipografia Mussano, 1844.
Lettera su carta intestata “au Jardin du Roi, Culture” inviata da Parigi il 7 marzo 1844. Lo scrivente ringrazia Moris per avergli mandato il secondo volume di Flora Sardoa e gli invia l’elenco dei semi che gli è stato richiesto. Gli invia un lavoro sull’ovaio e l’embrione di alcune Conifere, scritto in collaborazione con Spach.
Lettera inviata da Genova il 31 dicembre 1844. De Notaris manda a Moris l’elenco dei semi tra quelli visti sul catalogo. A Genova non vi sono novità di rilievo. Per quanto riguarda il congresso a Genova, il presidente Serra non pare molto favorevole. Auguri a Moris e famiglia per l’anno nuovo.
Tesi di Carlo Borelli (Saggio chimico sulla soluzione), Domenico Danesi (Saggio chimico sulla cellulosa), Giovanni Depanis (Saggio botanico-chimico sul lauro-ceraso), Giovenale Fissore (Saggio chimico sull'acido iodidrico), Giuseppe Gastaldi (Saggio botanico-chimico sulle specie indigene di rosa), Carlo Pattone (Saggio chimico sull'acido acetico) e Felice Rossano (Saggio chimico sulla santonina).
Lettera inviata da Lione il 5 gennaio 1845. Seringe comunica a Moris che uno dei migliori coiffeurs di Lione, Gustavo Monié, verrà a Torino con la moglie e un bambino, per aprire un emporio di novità e di profumeria. Seringe invita Moris ad andare a visitare l’emporio. Gli invia i primi fascicoli della sua Illustration de la flore des jardins.
Lettera inviata dal museo [di Scienze Naturali di Torino] il 14 gennaio 1845, in cui Genè si felicita con Moris per la nomina a membro della Società Italiana dei Quaranta. La Società reale d’Agricoltura di La Rochelle chiede a Genè di mandare 100 kg di semi di canapa piemontese: Genè chiede a Moris dove si può rivolgere.
Lettera inviata da Genova il 21 gennaio 1845. De Notaris ha corretto le bozze del catalogo dei semi, che presto invierà a Moris, unitamente alla V decade dei micromiceti da presentare all’Accademia. Ha sentito dagli eredi di Viviani quali erano stati gli accordi tra il defunto botanico e lo stampatore per la pubblicazione dell’opera sui funghi. Vorrebbe sentire il parere di Moris prima di chiedere il finanziamento al ministro degli Interni. Meneghini è stato gravemente ammalato di “angioitide”, ma si sta riprendendo. Non si parla del futuro congresso. De Notaris, una delle prossime volte, riferirà a Moris di un progetto di alcuni signori che vorrebbero stabilire a Genova uno stabilimento agrario-botanico.
Lettera inviata da Genova il 18 febbraio 1845. De Notaris ringrazia Moris per i semi e per la memoria di Duby. Spedirà quanto prima il pacco al “Parlatore di Palermo”. De Notaris spera che l’Accademia abbia denari sufficenti per pubblicare le tavole della sua decade. Occorrerebbe trovare un altro terreno per ingrandire l’orto; ha saputo infatti da Canobbio che i Gesuiti non hanno intenzione di vendere il terreno a monte dell’orto stesso. Per De Notaris è meglio così, perché lo ha sempre considerato un cattivo acquisto. Segnala alcune carenze dell’orto genovese, che hanno contribuito a fare morire parecchie piante durante il rigidissimo inverno. I signori dello stabilimento agrario-botanico non si sono più fatti vivi. De Notaris ritiene comunque che non se ne farà nulla, data la tirchieria dei genovesi, che stanno addirittura facendo una questua presso la popolazione per costruire un monumento a Cristoforo Colombo!
Lettera inviata da Lipsia l’11 marzo 1845, in cui Kunze ringrazia Moris per i semi ricevuti e gli dà notizie sulle modalità di insegnamento della Botanica in Germania. In generale l’anno è diviso in semestri, estivo e invernale: le lezioni iniziano in aprile-maggio e terminano in agosto-settembre. Personalmente tiene un corso estivo propedeutico, approfittando della flora del giardino e dei dintorni di Lipsia. Delle crittogame tratta durante l’inverno, solo per gli studenti che si dedicheranno alle scienze naturali. Di inverno ha fatto a volte lezioni sulle piante officinali e su anatomia e fisiologia vegetale agli studenti che hanno terminato il corso propedeutico. Tale è anche l’abitudine di alcuni suoi colleghi, come Schlechtendal a Berlino.
Lettera inviata da Cagliari il 7 aprile 1845. Cima segnala a Moris l’amico, dottor Zandon, che si recherà nel continente per affinare le sue nozioni di anatomia. Lo prega di salutare l’avvocato Decaroli.
Lettera inviata da Ginevra il 21 aprile 1845. Moris deve a Boissier 150 franchi per le piante di Grecia e di Siria. A causa degli sconvolgimenti politici, però, il banchiere di Boissier a Torino, signor Mestrezat, ha chiuso la banca. Moris è pertanto pregato di inviare la somma con la diligenza. E’ acclusa la copia della fattura. Reuter ringrazia Moris delle due Orobanche inviategli; purtroppo ha già chiuso da tempo il suo articolo sull’argomento per il Prodromus di De Candolle. Gli invia una corolla di Orobanche procera presa dall’erbario Boissier su un esemplare di Malheim, mandato da Alex Braun.
Lettera intestata “Regie Università di Torino e di Genova” inviata da Torino il 23 aprile 1845 e firmata “Alfieri”, il quale affida a Moris e al professore Lavini l’incarico di esaminare le tariffe dei medicinali omeopatici, nel tentativo di ridurne i costi, rispetto a quelli stabiliti l’11 dicembre 1843 dalla commissione formata dagli stessi Moris e Lavini coadiuvati dal medico omeopata Chiò, al momento dell’apertura della farmacia omeopatica del dottor Domenico Blengini. Lo scrivente suggerisce di inserire nella commissione il dottor Boetti, omeopata.
Lettera inviata da Milano il 25 aprile 1845. Bracht, capitano dei granatieri dell’arciduca Francesco Carlo, al fine di far conoscere a Moris qualche cosa del suo paese [Praga], gli fa avere un lavoro di Presl e uno di Carlo Enrico Schultz Bipontinus [l’ultimo nome gli è stato attribuito per distinguerlo da un botanico omonimo; il termine è la latinizzazione del suo luogo di nascita, che significa “due ponti”]. Bracht si dichiara disponibile a fare da trait d’union tra i botanici della sua terra e quelli italiani.
Lettera intestata “Regno Lombardo-Veneto. La Presidenza dell’Ateneo di Brescia”, inviata da Brescia l’1 maggio 1845 e firmata dal presidente Galeri e dal segretario G. Nicolini. Viene comunicata a Moris la nomina a socio d’onore.