Il ministro della Pubblica Istruzione Lanza, prima di sottoporre all’approvazione reale il progetto di riforma degli studi di Farmacia, desidera, data l’importanza dell’argomento, sottoporre il testo sin qui elaborato all’attenzione di una nuova commissione di esperti. Segue l’elenco dei commissari: Moris presidente, Piria Raffaele professore di chimica generale, Defilippi Filippo direttore del museo zoologico, Abbene Angelo professore di Chimica Farmaceutica e Borsarelli Pietro Antonio professore sostituto di Chimica Farmaceutica.
Lettera della Reale Accademia d’Agricoltura, inviata da Torino il 4 febbraio 1850 e firmata dal segretario P.A. Borsarelli, in cui si comunica a Moris la proposta di fondare un giornale, al fine di dare una maggiore e più pronta pubblicità ai lavori dei soci dell’Accademia. Si potrebbe anche prendere in considerazione la possibilità di valersi del giornale già pubblicato dal professor Ragazzoni, cambiando il titolo con uno proposto dall’Accademia. A tal fine è stata costituita una commissione composta da Moris, dal professor Defilippi, dal dottor Bertola, dal marchese di Sambuy e dal cavalier Vegezzi-Ruscalla.
Lettera inviata da Nizza Marittima il 21 maggio 1855, in cui Barla comunica a Moris che si sta occupando di una ricerca sui funghi mangerecci e velenosi del Nizzardo, e di essere impegnato a costruire e colorare modelli dei funghi in suo possesso. Vorrebbe avere alcuni dettagli dei modelli che si conservano al Valentino e nel Civico Palazzo di Torino, di cui ha sentito parlare. Chiede a Moris un parere circa l’opportunità di portare a Torino alcuni suoi funghi, per riunirli a quelli presenti nelle due collezioni locali. Ha già consegnato al Municipio di Nizza 32 esemplari, corredati da una serie di notazioni. Prega Moris di salutare il cav. Borsarelli.
Lettera inviata da Bordighera il 21 dicembre 1897. Bicknell è addolorato per la morte recente di due dei suoi migliori amici; uno è morto, l'altro "non arriverà a Natale". Le feste portano ai vecchi ricordi tristi; si cerca di divertirsi per fare divertire i bimbi. Seguono alcune puntualizzazioni sulla traduzione inglese che Gibelli deve inviare al “signor Giap.” [v. n. 20.22]. Bicknell invia molti auguri di buon Natale a Gibelli e alla sua signora.
Si trovano riuniti alcuni fogli di grafia Bicknell, contenenti la traduzione di una lettera in lingua inglese (“inglese giapponesizzato” come annota Bicknell) che Gibelli ha ricevuto da Tokyo, in data 3 novembre 1897, da H. Nomura, che sta lavorando su Protomyces violaceus. Nomura chiede indicazioni sulla letteratura esistente. Oltre alla traduzione, sono presenti la minuta della risposta scritta in lingua italiana da Gibelli e la traduzione inglese che Bicknell propone.
Lettera inviata da Bordighera il 3 novembre 1897. Gibelli ha “castigato” Bicknell perché ha fatto ciò che non vuole gli venga fatto da altri, cioè gli eccessivi complimenti nei ringraziamenti. Bicknell chiede a Gibelli se a Torino c’è qualche esperto di licheni. Ha acquistato un trattato sui licheni francesi, che non gli è stato di molto aiuto. Qualcuno dovrebbe occuparsi dei licheni liguri. Aveva incaricato suo "figlio" Luigi [Luigi Polini], che si è un po’ scoraggiato. A Bordighera vi sono molti fiori. Se la signora Gibelli desidera garofani, pelargoni e altri fiori, Bicknell sarebbe lieto di farglieli avere.
Lettera inviata da Bordighera il 30 ottobre 1897. Bicknell afferma di non sentirsi meglio dopo il ritorno a Bordighera, anche a causa dell’arrivo di troppi forestieri e del conseguente affollamento della città. Verrà a Torino e manderà un dispaccio per prenotare due posti, da 10 lire, con sedie a braccioli, per le sere del 16 e del 18, per sentire la Duse. Studierà per tre giorni all’Orto Botanico e farà lunghe prediche a Belli affinché lasci in pace gli uccellini italiani, accontentandosi della caccia agli Hieracium.
Lettera inviata da Bordighera il 26 gennaio 1897. Bicknell confida a Gibelli che la sua amica [personaggio sconosciuto] sembra sempre moribonda; ha già avuto gravi crisi, quasi sempre quando lui desidera fare una lunga escursione o andare a S. Remo a sentire l’opera. Vorrebbe sentire cantare il suo concittadino Zeni, che fa molto bene in Bohème, molto meglio che in Ero e Leandro, che è piaciuta poco al pubblico torinese. Bicknell sta preparando, per farne una litografia, una veduta panoramica dei monti visibili da Bordighera, però non ne è soddisfatto, perché con il materiale che usa (carta, inchiostro e penna sottile) le linee risultano troppo grosse. Riproduce sulla lettera lo schizzo del profilo montuoso come lo vorrebbe e come invece risulta utilizzando il materiale che ha a disposizione. Chiede a Gibelli, abile disegnatore, di indicargli qualche bottega di Torino che possa soddisfare le sue esigenze. Bicknell ha ricevuto da un certo dottor Di Giovanni di Caltanissetta una lista di piante siciliane da vendere e ne elenca alcune, nel caso interessassero a Gibelli.
Lettera inviata da Bordighera il 28 dicembre 1896. Bicknell manda a Gibelli, da consegnare a Belli che probabilmente è a Roma, parecchi Hieracium da determinare, assieme ad altre piante assai rare dei dintorni di Bordighera, per l’erbario oppure per scambi. Si augura che la famiglia di Gibelli abbia passato buone le feste, senza essere condannata a mangiare il plum pudding inglese e a soffrire in seguito di insonnia e di indigestione. Luigi, figlio di Polini, mangia e beve come un lupo, ma si sente ancora debole. La casa di Bicknell è sottosopra, perché si stanno posizionando i fili della luce elettrica. Le Alpi Marittime sono coperte di neve e assomigliano a quelle più alte di Torino. Bicknell non ha più avuto notizie di Burnat.
Lettera inviata da Bordighera il 16 dicembre 1896. Bicknell ringrazia Gibelli di avere mandato Berrino all’ospedale, per avere notizie del giovane e ringrazia pure la signora Gibelli per aver parlato con il professore Carle. Il ragazzo gli scrive tutti i giorni e pare molto contento e allegro. Bicknell è infinitamente riconoscente a Gibelli e alla sua famiglia per il conforto ricevuto durante i lunghi giorni passati a Torino. Lo vorrebbe a Bordighera, perché in questo periodo il clima e la luce sono meravigliosi. Per il momento non si occupa di Hieracium; a Bordighera non si parla che di biciclette, di corse e di cadute.
Lettera inviata da Bordighera il 26 novembre 1896. Bicknell manda a Gibelli i fiori, chiamati “fiori di flanello”, provenienti da New South Wales, di cui gli ha parlato di recente. Il dottore di Bicknell ha già parlato con il professor Carle per quanto riguarda l’operazione. Quando vi sarà l’accordo, verrà con il giovane a Torino e rivedrà Gibelli [si tratta probabilmente non del figlio di Bicknell, bensì di Luigi Polini, figlio del suo assistente e aiutante Giacomo Polini, a cui era molto affezionato – v. lettera n. 20.15]. Burnat gli ha scritto di sentirsi meglio e spera di vederlo a Vevey [luogo di residenza di Burnat]. Dal figlio Jean ha però saputo che ha ancora vomitato sangue e che il miglioramento non è gran cosa.
Lettera inviata da Bordighera il 3 dicembre 1888. L’amico-maestro del collegio di Eton ha mandato a Bicknell il calendario che spiega più o meno il sistema di studio e i regolamenti disciplinari della scuola. Eton è uno dei due collegi più rinomati, ma più aristocratici e costosi, dove si pensa a due cose: gli studi classici e lo sport, come il canottaggio e il cricket. Forse il signor Vaugham desidera spiegare che lì i ragazzi pensano più alla ginnastica che agli studi seri. Appena possibile Bicknell gli farà avere notizie sui regolamenti di Harrow, Rugby, Winchester, Marlborough e di altre scuole più frequentate. E’ rincresciuto di non avere potuto cercare delle “trifole!?”, perché non ha avuto tempo di fare passeggiate nei boschetti di rovere.
Lettera inviata da Goettingen il 3 marzo 1885. Valiante comunica a Gibelli che la Melanoseris crispata è arrivata sana e salva. Lo prega di ringraziare il professore Saccardo, poiché non osa farlo personalmente, non conoscendolo che di fama.
Lettera inviata da Goettingen il 27 ottobre 1884. A nome di Falkenberg, Valiante ringrazia Gibelli dell’informazione ricevuta, che consentirà di esaminare la famosa Melanoseris crispata. La salute di Valiante è peggiorata, anche per la morte improvvisa di un suo fratello. Il clima di Napoli inoltre non gli giova; nel luogo da cui scrive si sente meglio.
Lettera inviata da Berlino il 3 marzo 1884, in cui Urban ringrazia Gibelli per l’invio delle Loasaceae di Bertero. Si complimenta con lui per le pubblicazioni sulla malattia del castagno.
Lettera inviata da Padova il 7 maggio 1871. Saccardo si dice indaffaratissimo, anche perché deve sostituire De Visiani nelle lezioni. E’ seccato per le critiche, secondo lui ingiuste, che Marcucci ha riservato ad un suo lavoro. Ne ha parlato con Beccari, che gli ha dato ragione, concedendogli la possibilità di rispondere sul Nuovo Giornale Botanico Italiano [di cui nel 1872 Beccari diventerà direttore]. Saccardo sta aspettando il secondo figlio.
Lettera inviata da Modena il 12 dicembre 1882. E’ arrivata la fattura di 171 lire del lavoro sulla Flora del Modenese. Pirotta elenca una serie di incertezze relative ai concorsi in atto e chiede a Gibelli se pensa di andare a Torino.
Lettera listata a lutto inviata da Pavia. Pirotta chiede a Gibelli se sia opportuno che presenti i documenti al concorsi di Padova e Torino, per ottenere l’idoneità. Gibelli gli ha consigliato di occuparsi di argomenti morfologici. Ma come fare, non avendo i mezzi e il tempo necessari? Pirotta lo prega di dare un giudizio sul suo lavoro sul latte.
Lettera inviata da Genova il 26 maggio 1885. Piccone è finalmente riuscito a trovare i 20 titoli desiderati da Gibelli, al costo di 1100 lire cadauno, prezzo non eccedente il massimo stabilito dallo stesso Gibelli. Malinverni è stato a Genova. Ha fissato un appartamento ad Albissola, perché la bambina deve fare bagni di mare. Piccone sta studiando le alghe di Marcacci.