Lettera inviata da Bologna nel marzo 1829, in cui Bertoloni ringrazia Moris dell’invio del terzo fascicolo della Flora Sardoa. Annuncia l’uscita del primo numero del Giornale di Storia Naturale, cui ha già abbonato Moris, e gli ricorda la promessa di venire a trovarlo a Bologna. Allega un elenco di autori e opere che ritiene opportuno allegare, se si vuole scrivere di Flora Sardoa.
Lettera inviata da Ginevra il 28 giugno 1841, in cui lo scrivente ringrazia, a nome di De Candolle padre, la cui salute non è buona, per il vino sardo ricevuto. La sua bontà può spiegare la causa del suicidio del viaggiatore Thomas: egli infatti amava troppo la bottiglia. De Candolle chiede a Moris se ha semi di Vicia narbonensis, ritenuta migliore foraggera di Vicia sativa.
Il funzionario Forneris precisa che chi studia privatamente può essere dispensato dagli esami annuali, differendoli alla fine del corso. Tuttavia, “per una certa antipatia verso le scuole private”, si esige che i privatisti non possano iscriversi alla classe superiore, se prima non abbiano “subito gli esami” di quella inferiore. Conviene perciò consigliare agli studenti, per evitare imbarazzi, di presentarsi all’esame. Chi non si sente preparato, potrebbe sostenerlo a novembre, facendo in qualche modo risultare che un mal di capo o altro avevano impedito di presentarsi in precedenza.
Lettera inviata da Ginevra il 6 aprile 1859. De Candolle fa alcune osservazioni su due specie di Thesium. Suggerisce a Moris di essere meno ricco di particolari nella stesura della Flora Sardoa. E’ terminata la parte delle Begoniaceae per il Prodromus.
Lettera inviata da Genova il 9 febbraio 1840. De Notaris è sempre molto indaffarato e non si è ancora congratulato per la sua nomina a Torino. Segue una lunga serie di suggerimenti a Moris, con cui lo consiglia di guardarsi dai suoi dipendenti, che sono infidi e pertanto vanno tenuti a distanza.
Lettera inviata da Villacidro (VS) il 14 marzo 1855. Lo scrivente prega Moris di aiutare suo figlio ad ottenere a Cagliari l’assegnazione definitiva della cattedra del fu professore Sciotto, per la quale è incaricato ormai da tre anni.
Lettera inviata da Trobaso il 12 ottobre 1854. Lo zio della moglie di De Notaris lo sollecità a tornare a Genova per definire alcuni aspetti riguardanti la successione della nipote. Si mette malvolentieri in viaggio, dovendo fermarsi in qualche albergo e serpeggiando ancora il colera. Ha appreso con piacere che Clementi ha avuto la cattedra di Fisica nelle scuole tecniche.
Lettera inviata da Genova l’ 11 giugno 1848. De Notaris ha ricevuto da Moris la notizia che gli è stato concesso un “confortevole assegno”. Gli emolumenti dovutigli dal Protomedicato non sono ancora pervenuti; fortunatamente gli è stata consegnata la somma per gli esami dello scorso trimestre, altrimenti non avrebbe potuto fare il viaggio a Novara. De Notaris è entusiasta dei primi successi piemontesi contro l’Austria. In un P.S. De Notaris dice di avere rilevato uno “sproposito” in un lavoro di Sismonda, che sostiene che il Toce si divide in due rami, che presso Gravellona sboccano uno nel lago Maggiore e uno nel lago d’Orta: il lago d’ Orta è di circa 50 metri più alto di Gravellona! [a difesa di Sismonda va detto che un tempo il torrente Strona, oggi affluente del Toce, scaricava le sue acque nel lago d’Orta. Successivamente il Toce, dotato di grande forza erosiva, attuò un fenomeno di cattura e le acque dello Strona invertirono il loro corso, arrivando pertanto nel lago Maggiore].
Lettera della direzione dell’Associazione Agraria inviata da Torino il 12 novembre 1847, in cui il vice-direttore Despini incarica Moris, quale direttore della commissione del podere della Venaria Reale, di proporre al marchese di Sambuy, direttore dell’Istituto Agrario-Veterinario Forestale, il subaffitto del podere stesso.
De Notaris rimborsa Moris della spesa sostenuta per l’invio della croce. Ha fatto erborizzare a Bobbio, ma con poco frutto a causa della siccità in primavera. Nelle vacanze De Notaris ha intenzione di compiere un’escursione nelle risaie attorno a Vigevano e nella valle del Ticino. Vorrebbe osservare la malattia del riso, detta Brusone, per vedere se dipende da una Rhizoctonia, oppure da un micete della parte erbacea, come taluni sostengono.
Lettera inviata da Lipsia il 16 maggio 1863, in cui lo scrivente ringrazia Moris per le belle piante rare mandate per la collezione di suo padre. Gli invierà esemplari di piante esotiche. Continua a studiare le orchidee, cercando di ridurre i generi. Reichenbach ha saputo dal canonico Charrel che Moris è in buona salute; lo ringrazia per avergli mandato una fotografia. Ha ricevuto piante direttamente dalla Cina. Il suo erbario comincia a spaventarlo per le dimensioni.
Lettera del 3 giugno 1859, spedita da Biella, in cui viene chiesta al Moris una raccomandazione per lo studente di Medicina Flaminio Dionisio, prossimo alla laurea, per essere esentato dal servizio militare.
Lettera inviata da Genova il 14 gennaio 1840. De Notaris ha ricevuto da Moris un regalo, una lettera di Reuter e l’elenco dei semi del giardino di Torino. Spedirà presto la Medicago di Roffavier e i ritratti di Balbis datigli da Aunier. E’ dispiaciuto della malattia di Genè, che ritiene molto grave, perché facilmente soggetta a recidive. Sarebbe bene avvertire gli amici, in primis il marchese Spinola. Viviani è sempre “più pazzo” e De Notaris non riesce a consegnargli la Florula Caprariae. Il capitano Menabrea gli ha consegnato una memoria sulla densità della terra, che gli è del tutto incomprensibile. Sono iniziate le lezioni, che gli pesano molto. Per quanto riguarda l’orto, De Notaris si lamenta che il presidente non ha capito la differenza esistente tra un giardino e un orto botanico; per di più i giardinieri sono al servizio di tutti, persino dei bidelli. Casaretto, se sa che lo scrivente è a Genova, certamente non manderà più né piante né semi.
Lettera inviata da Stresa il 10 ottobre 1860. I monti circostanti sono diventati “canescenti” e le brezze ghiacciate inducono a tornare a Genova. De Notaris deve accompagnare una nipote a Milano per vedere il duomo e poi pensa di arrivare a Torino per salutare Moris. Ha recentemente avuto tra le mani il libro di fisiologia vegetale di un certo Cantoni, che rivoluziona tutte le conoscenze al momento accettate. Sostiene ad esempio che l’acido carbonico non è emesso dalla foglie, ma viene condotto alle radici dal sugo discendente, mentre la nutrizione avviene attraverso il sugo ascendente. Se tali affermazioni si rivelassero vere, De Notaris dovrebbe gettare al fuoco tutti i suoi libri di fisiologia.
Lettera inviata da Bologna il 7 gennaio 1843. Bertoloni prega Moris di intervenire presso il Cav. di Saluzzo, affinché convinca il Sig. Gaggini a fornire a Baruzzi il marmo di Pinerolo con cui intende scolpire la statua richiestagli, di cui è già stato allestito un modello in grande. Segue un lungo elenco di semi richiesti dall’Orto Botanico di Bologna.
Lettera inviata da Pisa il 25 marzo 1842. I contributi della sezione botanica del Congresso degli Scienziati sono ormai stampati. Tenore chiede di pubblicare una nota sull’opera di Endlicher, Enchiridion botanicum. Però l’unica possibilità di fare il favore a Tenore è di aggiungerla al termine del volume. Per di più, non avendo l’opera a disposizione, non sarà possibile dire granché. Savi approfitta dell’occasione per mandare a Moris un esemplare di pianta della Gorgona, un Erodium simile a E. maritimum, da cui però differisce per alcuni particolari.
Lettera inviata da Trobaso il 17 luglio 1863. A De Notaris spiace di non potere incontrare al Moncenisio Moris e i botanici francesi che saranno con lui. Deve fare molta economia, perché al ritorno dalle ferie dovrà pagare le tavole del secondo fascicolo dei Musci Italici e degli Sferiacei. Spera che il libraio Loescher riesca a venderne qualche copia. Prega Moris di informare il signor Cosson che l’erbario di Viviani e il piccolo erbario della flora libica noto a Moris sono a sua disposizione, come lo sono Bucco e Baglietto per eventuali chiarimenti. De Notaris ha intenzione di studiare gli Agaricini. A tale sopo ha preparato un album con le figure degli Agarici dipinti da Bulliard, Schaeffer, Krombholz, Batsch, ecc.