Cartolina postale di Ercole Galvagni a Cesare Lombroso cui scrive di non essere sicuro di questioni di contabilità per le quali chiederà delucidazioni a Giovanni Marchi a Bologna, perché lui si trova a Cagliari. Dice di non conoscere Mosso e di non sapere come potrebbe servirsene per la «Rivista clinica di Bologna», alla direzione della quale si è associato Antigono Raggi. Descrive la sua attività in Sardegna e conclude invitando Lombroso a rivolgersi direttamente a Gamberini
Cartolina postale di Ulrico Hoepli a Cesare Lombroso in cui lo informa di aver avuto dal tipografo 600 copie di "Genio e follia" e di avergli dato un manoscritto con le aggiunte
Lettera di Giuseppe Pitré a Cesare Lombroso con ringraziamenti per l'invio de "L'uomo delinquente", di altri opuscoli e della tintura e dell'olio di mais che a breve sperimenterà nella cura di psoriasi ed eczemi; gli scrive di aver saputo che anche Profeta li sta sperimentando, ma che non gli chiederà i risultati in quanto non sono più in contatto da anni. Aggiunge inoltre delle osservazioni in difesa della mafia che è sua opinione sia spesso male interpretata, anche da Lombroso ne "L'uomo delinquente", in quanto associata al brigantaggio e che recensirà il libro sulle «Nuove effemeridi siciliane». Lo informa infine di aver inoltrato una sua lettera e un suo articolo a Paternò per la pubblicazione sulla «Gazzetta chimica italiana» e di aver inviato a Tacchini la lettera che gli aveva chiesto di consegnargli
Lettera del tipografo Bernardoni a Cesare Lombroso cui scrive di aver consegnato le restanti 438 copie de "L'uomo delinquente" ad Ulrico Hoepli, inviandogli la fattura per la stampa dell'opera
Cartolina postale di Giulio Bizzozero a Cesare Lombroso in merito all'allestimento del Laboratorio di Medicina legale e di Psichiatria sperimentale in via Po angolo via San Francesco da Paola a Torino
Cartolina postale di Augusto Tamburini a Cesare Lombroso in cui gli scrive di aver sfogliato tutti i manoscritti di Spallanzani senza aver trovato nessun diario che riunisse le sue osservazioni meteorologiche e poiché queste si trovano sparse nelle sue opere giudica che il riordinarle per mesi possa risultare un lavoro troppo gravoso