De Notaris ha ricevuto una lettera del conte Gallina, in cui gli comunica che gli è stata assegnata la “sovrana beneficenza”. Suo suocero ha diffuso la notizia e tutta Genova si è congratulata con lui.
Lettera inviata da Genova il 13 luglio 1847. Peveraro, arrivato a Genova, gli ha fatto avere le graminacee mandategli da Moris. Con Peveraro ha incontrato il Presidente capo e con loro ha discusso del nuovo regolamento. Alcune sue proposte sono state accettate. Molti sono scontenti, ma Cristo stesso si dispererebbe se dovesse governare questa gente irrequieta e maligna. Peveraro gli ha dato le 125 lire per Bucco, che sarà di ritorno dall’Appennino la settimana seguente e gli ha detto che sono state assegnate 8.000 lire per le serre. A settembre De Notaris visiterà le spezierie di Levante.
Lettera inviata da Genova il 6 novembre 1849. Lo scrivente ha saputo che gli è stato assegnato dal ministro l’alloggio dell’Università. Moris gli manderà le piante doppie e verrà ricambiato con esemplari scelti sul catalogo inviatogli da De Notaris. Ricorda a Moris di interessarsi della richiesta a Peveraro di aumentare lo stipendio a Bucco. De Notaris richiederà presto un nuovo sottogiardiniere, poiché il vecchio G. B. Morando è passato a miglior vita. Propone un lavorante, nel giardino già da dieci anni, Giuseppe Canepa.
Lettera inviata da Cuneo il 26 ottobre 1849. Il dottore Parola avrebbe piacere di essere insignito del fregio dell’Ordine Civile di Savoia. Ha già fatto avere al presidente le quattro memorie e opere premiate e i documenti comprovanti le sue qualità scientifiche e cittadine. Sottolinea in particolare la sua pubblicazione sulla tubercolosi, ritenuta la migliore sino ad allora pubblicata sull’argomento, e lo zelo con cui ha adempiuto alle varie cariche pubbliche. Prega Moris di favorire la richiesta.
Lettera inviata da Cagliari il 18 aprile 1855. Il Todde [Giuseppe figlio di Carlo], supplente da due anni alla cattedra del professore Siotto Pintor, recentemente scomparso, vorrebbe partecipare al concorso per l’assegnazione definitiva della cattedra. Spera non prevalga il criterio dell’età, essendo lui molto giovane, ma quello dei titoli e della competenza nella disciplina specifica, come peraltro previsto dalla legge. Todde non avrebbe voluto disturbare Moris con questa lettera, tanto più che già suo padre l’aveva informato. Si è però deciso a scrivere, per non apparire superbo e presuntuoso. Prega Moris, se ritiene opportuno, di aiutarlo.
Lettera inviata da Cambiasca il 2 luglio 1849. De Notaris è ancora a Cambiasca con il fratello pittore ed ha iniziato a compiere qualche breve escursione. Seguono osservazioni su qualche specie di Parietaria. Il presidente dell’Università avrebbe l’intenzione di destinare all’Orto botanico tutta intera la villa posseduta un tempo dai Gesuiti.
Lettera inviata da Perrero di Pinerolo il 2 ottobre 1862. Rostan non è riuscito a vedere Moris a Torino, perché era ancora in campagna. E’ molto interessato alla botanica, ma il suo lavoro di medico gli impedisce di intraprendere lavori di lungo respiro e quindi si occupa essenzialmente della flora del Piemonte: gli è perciò indispensabile consultare sovente gli erbari del Valentino, specie quelli di Allioni, Bellardi, Colla e Biroli. Rostan spera di trovare il tempo per mandare qualche nota all’Accademia. Vorrebbe potersi dedicare interamente allo studio: sarebbe felice di avere la carica di conservatore dell’erbario torinese.
Lettera inviata da Bologna l’8 marzo 1835. Bertoloni inizia con alcune osservazioni su piante della Sardegna del genere Asperula e Galium. Si lamenta per l’ennesima volta del libraio Pomba, definito “un gran trascurato”. Chiede a Moris o a Colla “un bocconcino” di Galium maritimum. Il Cardinale Oppizzoni e lo stesso Bertoloni hanno ricevuto un’analoga lettera del Prof. Plana [probabile aspirante alla cattedra di Astronomia a Bologna]; tutto dipende però dal Cardinale Lambruschini [Prefetto della Congregazione degli Studi dello Stato Pontificio].
Lettera inviata da Genova il 18 gennaio 1862. De Notaris prega Moris di presentare all’Accademia torinese un suo breve articolo su alcune specie di Aira, scritto per chiarire alcune divergenze su questo genere con “papà” Bertoloni e Parlatore. Ha dato alle stampe il primo fascicolo su Musci Italici; la litografia delle 25 tavole costerà da sola 800 lire! Le 2.000 lire dategli dal governo serviranno solo a stampare i primi due fascicoli.
Lettera inviata da Torino il 5 maggio 1858 da Cantella [nome mal leggibile] f. f. del ministro, in cui si avvisa Moris, quale membro dell’Accademia d’Agricoltura, che gli verrà fatta pervenire una cassetta contenente sementi di riso provenienti da varie regioni delle Indie. Moris dovrà decidere se sottoporre i semi a qualche tipo di sperimentazione.
Il Rettore Ricotti fa pervenire a Moris un pacco di sementi provenienti da Dorpt in Russia, che il professor Caspary, direttore dell’Orto botanico di Koenigsberg a Berlino, ha fatto arrivare al ministro della Pubblica Istruzione tramite il ministro degli Esteri.
Lettera inviata a Moris da Torino il 27 febbraio 1852 dalla Segreteria di Stato per gli Affari Esteri, firmata dal primo ufficiale f. f. del ministro [firma illeggibile], in cui si comunica che il cavalier Negri ha ricevuto dall’orto botanico di Calcutta alcuni pacchi di sementi. Un pacco è stato inviato a distinti coltivatori di Milano e un pacco al professor De Visiani di Padova. Un terzo verrà inviato a Moris, da distribuire eventualmente ad altri stabilimenti.
Il Rettore Ricotti fa avere a Moris un pacco di sementi, inviato per mezzo del ministro degli Esteri al ministro della Pubblica Istruzione, dalla Regia Legazione Italiana di Berlino.
Lettera autografa intestata “Consolato generale di Sardegna in Marsiglia” inviata da Marsiglia il 2 giugno 1857 dal console generale Adolfo Castellinard, il quale comunica a Moris l’arrivo dal Messico di una cassa di piante parassite destinata all’Orto Botanico, che è stata spedita a Genova, all’attenzione del direttore delle Gabelle e Dogane cavalier Delpiano, da cui dovrà essere ritirata.
Lettera inviata da Genova il 19 aprile 1843. De Notaris ha ricevuto le piante mandate da Torino: sono tutte vive e vegete. Attende alcune piante nizzarde da Montolivo e di Ventimiglia da Panizzi. Gussone gli ha scritto che ha spedito Synopsis.
Lettera inviata da Lione l’8 agosto 1828. Balbis si rallegra dell’arrivo di Lisa, che gli ha portato molte piante raccolte da Moris in Sardegna. Si dice preoccupato per il pacco inviato il 12 giugno ad Arnott, inviato a Parigi per mezzo del signor Franchine Bonafous, fratello di Matteo. Ha avuto notizie di Bertero [seguono alcune frasi indecifrabili]. Ha ricevuto il quinto volume dello Sprengel.
Lettera inviata da Firenze il 12 dicembre 1861. Parlatore ringrazia Moris per l’invio di alcune rare conifere coltivate a Torino ed elenca alcune altre specie esotiche di cui gradirebbe avere foglie e fiori. Parlatore e la moglie gradirebbero avere il ritratto di Moris e dei suoi figli. Gli porgono gli auguri per Natale e per capodanno.