Lettera inviata da Borgosesia (Vc) il 23 luglio 1855. De Notaris ha saputo da Cesati che Moris soffre nuovamente dell’irritazione all’ occhio. Lo zio non l’ha invitato a Trobaso per le vacanze, per cui ha affittato a Borgosesia un alloggetto ammobiliato. E un paesaccio che non offre nulla di interessante dal punto di vista botanico. Purtroppo non si sente più di affrontare i monti. De Notaris ha conosciuto il dottore Ferro, compagno di scuola di Moris, cui invia i suoi saluti.
Lettera inviata da Genova il 17 agosto 1842, dove lo scrivente ringrazia Moris per i chiarimenti ricevuti a proposito dei suoi dubbi della lettera precedente. Ora sta “sudando” sulle piante di Malva: sono soprattutto le mille forme di M. sylvestris e di M. alcea a fargli perdere la pazienza. Il giorno seguente De Notaris partirà per Milano e in seguito andrà nel novarese per una quindicina di giorni, facendo base ad Intra. Aveva intenzione di passare per Bobbio, però Balsamo gli ha promesso di cedergli le piante trovate in quei luoghi, e preferisce esaminare prima il materiale.
Lettera inviata da Genova il 13 luglio 1859. De Notaris ha terminato gli esami e a giorni partirà per la valle Intrasca, dove ha intenzione di fermarsi sino ad ottobre. Rimarrebbe a Genova, perché la guerra non è finita, ma la moglie non è in buona salute e l’aria dei monti potrebbe giovarle. De Notaris spera di terminare la sua rassegna sui muschi italiani. Ha visto Lisa, che continua ad avere scambi di piante con Bucco. Il dottore Elena, che aspira alla cattedra di Medicina Legale, verrà a presentarsi a Moris. Tra i competitori locali vi è un certo Beretta, il cui unico titolo è l’amicizia col dottor Farini. De Notaris è a Genova ormai da vent’anni e vorrebbe vivere in una società più leale e meno ringhiosa e spudorata. Segnala a Moris il dottor De Vita, napoletano, che aspira ad un posto vacante all’Università di Cagliari. I colleghi di De Notaris ne fanno moltissimi elogi, ma ne direbbero tutto il male possibile se, invece che a Cagliari, tendesse ad avere un posto a Genova.
Lettera inviata da Druent il 21 gennaio 1845, in cui si assicura il Moris di avere sottoposto a vaccinazione anti-vaiolosa la persona da lui segnalata. Informa inoltre di avere vaccinato, su interessamento del locale Sindaco, altre 8 persone.
Il facente funzioni di segretario generale del ministero della Pubblica Istruzione Scoffier affida a Moris, Riberi e Bonacossa l’incarico di esaminare i titolo degli aspiranti alla cattedra vacante di Patologia e Clinica nella Scuola Veterinaria.
Il vice Rettore Serafino informa Moris che il ministro della Pubblica Istruzione ha disposto che i direttori di stabilimenti scientifici debbano segnalargli l’entità delle spese da sottoporre al giudizio di persona competente, per valutarne la congruità del prezzo.
Lettera inviata da Nizza il 3 maggio 1847. Lo scrivente ricorda a Moris che questo è il periodo adatto per piantare le talee di piante grasse e pertanto ne attende l’invio. Lo scopo principale della richiesta è di avere piante già ben determinate. La cassa dovrebbe essere affidata al signor Borsarelli, che sarà responsabile del trasporto. Vérany propone alcune variazioni al corso di Chimica e Botanica, per favorire l’apprendimento degli studenti. Trasmette a Moris i saluti del cavalier Deporta.
Lettera inviata da Genova il 24 marzo 1840. De Notaris comunica a Moris che gli è stato concesso un finanziamento per comperare le lastre di lavagna per recingere le aiuole e altro materiale. Illustra le variazioni fatte alla pianta dell’orto. Riprende le lezioni, ma teme di non potere continuare, data la ricomparsa del dolore alla parte sinistra del torace. Il signor Ratti ha ricevuto la lettera di Peveraro ed è diventato un po’ più malleabile.
Lettera inviata da Cagliari il 28 dicembre 1835. Lo scrivente enumera le varietà di cavoli coltivati nel Sassarese. Finalmente il professor Cossu è uscito dal lazzaretto e si è ripreso l’insegnamento di Medicina Legale, di cui era titolare stipendiato; lo scrivente potrà pertanto recarsi a Genova, come aveva desiderato.
Lettera inviata da Torino il 19 luglio 1864 a un "molto reverendo signore” non identificabile, che gli ha mandato alcune sue opere, che trattano del rapporto dei vegetali con ossigeno e anidride carbonica. Moris si congratula con il destinatario della lettera, anche per la sua bravura ad improvvisare versi, in alcuni dei quali è stato ricordato il suo nome.
Lettera inviata da Genova il 3 luglio 1841. Nella lettera è contenuta la lista dei prodotti vegetali usati in medicina in Brasile. Casaretto ritiene meglio che il signor Abbene pubblichi per primo i risultati delle sue analisi chimiche e solo in seguito si possano dare alle stampe i nomi esatti delle piante da cui sono state estratte le droghe, anche perché sarebbero utili ulteriori precisazioni.