Esami privati e pubblici di matematica e architettura e per agrimensore e misuratore
- IT ASUT SC. LETT. - Esami Mat. Arch. 1822-24
- Unità archivistica
- 1822-11-13 - 1824-06-10
Parte diUniversità degli Studi di Torino
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Esami privati e pubblici di matematica e architettura e per agrimensore e misuratore
Parte diUniversità degli Studi di Torino
Parte diCollezione "Marco Albera"
Per il grado di aggregazione al Collegio: Carlo Francesco Corsi di Bosnasco.
Parte diCollezione "Marco Albera"
L’11 gennaio 1821, al Teatro d’Angennes, alcuni studenti indossarono un berretto di lana rossa con fiocco nero, colori delle insegne carbonare. Nonostante si trattasse di un gesto goliardico, furono arrestati dai carabinieri in violazione del privilegio del foro. Il giorno seguente, per protesta, l'Università fu occupata; nonostante la mediazione di Prospero Balbo, ministro dell'Interno e capo del Magistrato della Riforma, Ignazio Thaon di Ravel, governatore militare della città di Torino, ordinò di sedare con la forza il tumulto. Le truppe, abbattuto il cancello su via Po, irruppero nel cortile e ferirono una trentina di giovani: numerosi furono gli arresti e i ricoveri presso l'Ospedale di San Giovanni. Seppur la protesta sia sorta spontaneamente, contro la violazione di antichi privilegi, i fatti assunsero un forte significato politico, in virtù del malcontento per le condizioni dell’Università. Nel 1814 erano stati allontanati alcuni tra i migliori docenti, a causa della loro partecipazione alle vicende rivoluzionarie e alla collaborazione con il regime napoleonico, sottoponendo l'Ateneo a un controllo ideologico soffocante.
Molti studenti, insieme ad alcuni docenti e numerosi “ripetitori” del Collegio delle Province, presero parte al movimento insurrezionale sorto a marzo. Dopo la sconfitta di Novara a opera dell’esercito austriaco alcuni fuggirono esuli in Spagna, tra cui tre degli studenti che avevano indossato il berretto rosso; altri furono invece arrestati. L’Università restò a lungo chiusa e furono adottati provvedimenti per evitare gli assembramenti dei giovani in città, stabilendo che si istruissero almeno per i primi anni nelle città di provenienza. Nel 1822 fu abolito il privilegio del foro, soppresso il Collegio delle Province e approvato un Regolamento in cui i doveri religiosi e il controllo costante su abitudini di vita e condotta suscitano un forte malcontento.
Si conservano:
Si conservano inoltre alcuni estratti in fotocopia di studi storici dedicati ai fatti di Pietro Egidi, Arturo Segre e Pierangelo Gentile.
Parte diCollezione "Marco Albera"
Per il grado di licenza: Giovanni Domenico Marrazzi.
Incisione ritagliata dal frontespizio della tesi di laurea di Pietro Giovanni Mentigazzi.
Coperte prive di dissertazione
Parte diCollezione "Marco Albera"
Coperte di tesi prive della compagine. Per analogia sembrano ricollegabili agli esemplari fatti stampare dagli allievi dell'Università e della Scuola d'applicazione per gli ingegneri di Torino.
Parte diCollezione "Marco Albera"
Per il grado di aggregazione al Collegio: Stefano Guasco e Paolo Federico Sclopis di Salerano [Federigo Sclopis] (3 copie).
Parte diCollezione "Marco Albera"
Per il grado di licenza: Giuseppe Nicola Maria Bona
Parte diCollezione "Marco Albera"
Per il grado di aggregazione al Collegio: Giuseppe Giacinto Moris e Federico Barbaroux (2 copie).
Parte diCollezione "Marco Albera"
Per il grado di laurea: Antonio Pasquale Goria (2 copie).
Parte diCollezione "Marco Albera"
Per il grado di aggregazione al Collegio: Pietro Scavini.
Parte diCollezione "Marco Albera"
Per la laurea di Luigi Cerruti, 4 componimenti poetici di Carlo Antonio Nasi.
Parte diCollezione "Marco Albera"
Per il grado di laurea: Giovanni Ubaldo Vincenzo Cristin.
Parte diCollezione "Marco Albera"
Per il grado di licenza: Carlo Felice Giuseppe Maria Ferreri.
Per il grado di aggregazione al Collegio: Pietro Antonio Dompé.
Parte diCollezione "Marco Albera"
Per il grado di laurea: Giuseppe Tommaso Ferrari.
Parte diCollezione "Marco Albera"
Per il grado di laurea: Geronimo Giuseppe Felice Mattirolo e Luigi Vincenzo Quaglio.
Parte diCollezione "Marco Albera"
Parte diCollezione "Marco Albera"
Tesi di Domenico Anglesio (Saggio fisico-chimico sull'aria atmosferica).
Carriera di Filiberto Avogadro di Collobiano
Parte diCollezione "Marco Albera"
Si compone di un certificato ufficiale, sul recto della prima carta, e di due memorie non coeve tra di loro, sul verso della seconda.
Il certificato di buona condotta è relativo a Filiberto Avogadro di Collobiano, firmato dal rettore della Regia Università Antonio Del Carretto di Lesegno, con il visto del riformatore Giovanni Battista Incisa Beccaria di Santo Stefano, 1° giugno 1815. Riporta che il suddetto, insieme ad altri studenti, prese parte ai disordini nel ghetto verificatisi il 1° marzo 1815, in seguito ai quali fu arrestato e interruppe gli studi senza sostenere alcun esame, ma ciò nonostante era uno studente meritevole e mantenne una "lodevole condotta" dopo quell'episodio.
Come risulta dalla prima delle due memorie, a firma di B. Morra di Lavriano, questo certificato, insieme a un secondo "più favorevole", fu richiesto da Morra medesimo all'Università poiché, essendosi egli speso col ministro della Guerra Giuseppe Maria Galleani di Agliano per far ottenere ad Avogadro "una sottotenenza in un Reggimento di cavalleria", dovette poi fornirgli di che rassicurare il re sulla natura e la condotta di Avogadro, quando si diffuse la notizia del suo precedente arresto, per evitarne la destituzione. Nei fatti, il presente certificato fu trattenuto presso di sé da Morra, ritenendo che "avrebbe fatto cattivo effetto agli occhi del re", mentre consegnò al ministro solo il secondo.
La seconda memoria, anonima, probabilmente aggiunta nel 1842, ricorda che Avogadro di Collobiano poté proseguire la propria carriera, divenendo uomo di fiducia e favorito del re Carlo Felice ("ne era il segretario particolare, l'amico, il confidente ed il volea continuamente presso di sé in tutti gli affari. Dicesi ne abbia ricevuti regali vistosissimi") e, dopo la sua morte nel 1831, conservatore della Casa ed Azienda della regina vedova Maria Cristina e suo cavaliere d'onore nel 1842.
Parte diCollezione "Marco Albera"
Parte diCollezione "Marco Albera"
Per il grado di licenza: Luigi Pietro Battalia, Hippolyte Bertrand, Innocenzo Gabriele Bisiè, Gaspare Pietro Bocca, Giovanni Antonio Bongioanni, Pietro Michele Borla, Candido Bottacco, Giovanni Battista Bracco, Lorenzo Bruni, Giovanni Guglielmo Caligaris, Felice Giovanni Vittorio Clemente Cantamessa, Francesco Antonio Capelli, Sirio Andrea Carli, Giovanni Pietro Martino Carutti, Pietro Giovanni Battista Cerruti, Pietro Paolo Vincenzo Chiò, Giacobbe Felice Colli, Carlo Cesare Costa, Giuseppe Evasio Costanzo, Nicolao Domenico Cristetti, Marco Melchiorre Crosetti, Eugenio Bernardino D'Alessandri, Antonio Demaria, Giovanni Lorenzo Fasanini, Giuseppe Ferrando, Pietro Giovanni Battista Gasparolo, Ludovic-André-François Geay, Pietro Domenico Genina, Giovanni Francesco Godetti, Giovanni Pietro Griglio, Giovanni Battista Guglielmetti, Giuseppe Ludovico Longone, Luigi Francesco Marchino, Fabio Massimo Massaris, Giacomo Antonio Mino, Giuseppe Giacinto Moris, Luigi Antonio Morra, Pietro Giacinto Muretti, Paolo Francesco Musso, Luigi Palazzi, Carlo Pressenda, Giuseppe Lorenzo Quenda, Giuseppe Giovanni Stefano Rappis, Pio Domenico Rasore, Giovanni Vittorio Robbio, Aurelio Dionisio Roberti, Carlo Giuseppe Rol, Pietro Giovanni Santagostino, Giovanni Battista Silliano, Tommaso Solito, Giovanni Paolo Benedetto Sorisio, Giovanni Agostino Sossi, Matteo Strumia, Giovanni Giuseppe Tartaglia, Luigi Francesco Teppa, Pietro Antonio Dionisio Tibone, Giacomo Filippo Trona, Francesco Felice Vigna e Tommaso Carlo Vogliotti.
Per il grado di laurea: Hippolyte Bertrand, Giovanni Antonio Bongioanni, Pietro Michele Borla, Candido Bottacco, Lorenzo Bruni, Giovanni Guglielmo Caligaris, Felice Giovanni Vittorio Clemente Cantamessa, Francesco Antonio Capelli, Pietro Giovanni Battista Cerruti, Giuseppe Evasio Costanzo, Nicolao Domenico Cristetti, Eugenio Bernardino D'Alessandri, Antonio Demaria, Giovanni Lorenzo Fasanini, Pietro Giovanni Battista Gasparolo, Ludovic-André-François Geay, Pietro Domenico Genina, Giovanni Francesco Godetti, Giovanni Pietro Griglio, Giovanni Battista Guglielmetti, Melchiorre Imperiale, Giuseppe Ludovico Longone, Luigi Francesco Marchino, Fabio Massimo Massaris, Egidio Mazzini, Giuseppe Giacinto Moris, Pietro Giacinto Muretti, Paolo Francesco Musso, Carlo Pressenda, Giuseppe Lorenzo Quenda, Pio Domenico Rasore, Giovanni Vittorio Robbio, Aurelio Dionisio Roberti, Carlo Giuseppe Rol, Pietro Giovanni Santagostino, Giovanni Battista Silliano, Giovanni Paolo Benedetto Sorisio, Giovanni Agostino Sossi, Giovanni Giuseppe Tartaglia, Clément-Xavier Taulaigo, Luigi Francesco Teppa, Pietro Antonio Dionisio Tibone, Giacomo Filippo Trona e Francesco Felice Vigna.