Lettera inviata da Parigi il 16 febbraio 1831. Lo scrivente ringrazia Moris di avergli mandato l’elenco dei semi delle piante della Sardegna. Gradirebbe avere un esemplare vivente della Paeonia Russii.
Lettera inviata da Parigi il 28 dicembre 1831. Lo scrivente ringrazia Moris per avergli mandato il catalogo dei semi dell’Orto di Torino e gli invia quello del Jardin du Roi.
Lettera inviata da Parigi il 24 gennaio 1842, in cui chi scrive ringrazia Moris per i semi da lui mandati a Parigi; invierà presto quelli richiesti da Moris. Accetta l’offerta di piante della Sardegna.
Lettera inviata da Firenze il 6 dicembre 1834, in cui Molini ringrazia Moris per le informazioni avute sull’Accademia delle Scienze di Torino. Gli fa avere una lettera per il tesoriere, cui chiede l’invio di 8 copie del tomo 37 con lo sconto riservato ai librai. Tramite il signor Gaetano Massero gli invia una copia del catalogo dei libri inglesi della sua libreria. Molini comunica a Moris che il bravo Bubani è stato mandato via da Firenze.
Lettera inviata da Parigi il 27 settembre 1849. Montagne approfitterà del ritorno di Baruffi per farsi ricordare da Moris. Gli invia una breve nota su una nuova specie di fungo. Baruffi gli ha riferito che Moris sta lavorando per la Flora Sardoa.
Lettera su carta intestata “Société Botanique de France”, inviata da Parigi il 6 dicembre 1857. Oltre che da Moquin-Tandon (presidente della Società), la lettera è firmata anche da E. Cosson (uno dei segretari). Si annuncia a Moris che, dietro presentazione di Parlatore e Gay, nella seduta del 4 dicembre 1857 è stato accolto come membro della Société.
Lettera inviata da Pavia il 12 febbraio 1844. Moretti è tornato da Milano, dove ha illustrato le opere botaniche di Pier Andrea Mattioli. Acclude allo scritto una lettera per il cavaliere Promis, pregandolo di consegnare alcuni suoi lavori a Carlo Alberto, al fine di ricordargli l’invio, nel 1840, dei 23 volumi della sua Biblioteca Agraria.
Lettera inviata da Pavia il 20 novembre 1847, in cui Moretti prega Moris di aiutare, come già aveva fatto con Antonio Gazzaniga, il giovane farmacista Carlo Cristiani di Casteggio.
Lettera inviata da Parigi il 22 agosto 1846. Moris invia a “eccellenza vostra” il primo e più importante stampato relativo all’ordinamento della scuola di Farmacia, per un disguido non presente nella precedente spedizione. Prega di restituirlo direttamente al professore Gaultier di Chambéry, che gentilmente glielo ha procurato: non se ne trovano più copie. Moris è stato a Londra a consultare l’erbario di Linneo. Le strutture inglesi sono migliori di quelle di Francia: l’orto di Kew ha ben 23 serre. Lo zoo di Londra ha il doppio degli animali rispetto a Parigi. Ha incontrato monsignor Losana. Ha nostalgia della famiglia.
Lettera inviata da Torino il 7 dicembre 1859 al “signor Barone”, in cui Moris ringrazia per le piante ricevute. Ha pronto un pacco avuto da Bubani, da spedire a Timbal-Lagrave.
Lettera inviata da Torino il 3 novembre 1861 ad un “collega” per dirgli che, nonostante il prossimo inizio dell’anno accademico, può ritardare il rientro, poiché il corso di Botanica è posto nel secondo semestre. Potrà così curare a dovere i disturbi intestinali di cui soffre da tempo.
Lettera inviata da Coire (CH) il 16 gennaio 1848. Moritzi ha lasciato Soleure per andare a Coire, suo paese natale. La generale crisi finanziaria ostacola la pubblicazione di Lexicon botanicum. Pensa di fare litografare il manoscritto e di stamparne alcune copie. Chiede se Bonafous ha pubblicato l’opera sul riso. E’ interessato, perché ha fornito all’India un articolo sul cereale, accompagnato da vari tipi di semi di riso.
Lettera inviata da Torino l’11 ottobre 1857. Moris è ancora in campagna a Villarbasse (To) e lo scrivente gli manda questa lettera per avvertirlo che la Nobile signora Maria de Cattanj lo ha incaricato di consegnargli alcune alghe e di fargli avere una sua lettera. Morpurgo, editore di un Annuario Popolare Dalmatico, in cui scrivono penne celebri, prima fra tutte quella del signor Tommaseo, chiede a Moris se è possibile fargli avere qualche manoscritto dell’illustre dalmata cavaliere Paravia, che Moris stesso possiede. Morpurgo prega Moris, nel caso non avesse tempo di rispondergli mentre è ancora a Torino, di fargli avere la risposta per mezzo dell’Unione Tipografica Editrice, diretta dal signor Pomba.
Lettera inviata da Schneeberg il 28 febbraio 1832. Mueller è tornato a Schneeberg dopo lunghe peregrinazioni. Una lettera di Sprengel gli ha fatto ricordare Moris, di cui non ha notizie da tanto tempo. Ha comprato una farmacia per 20.000 scudi ed ha poco tempo per dedicarsi alla Botanica. Manderà a Sprengel moltissime piante da determinare. Seguono considerazioni su molte piante fanerogame e crittogame, di cui sarebbe necessario fare chiarezza. Prega Moris di salutare Capelli, Regis e Lisa.
Lettera inviata da Chioggia (Ve) il 31 ottobre 1830. Naccari ringrazia Moris per avergli mandato esemplari di alghe sarde. Lo prega di salutare Balbis, che dovrebbe essere ritornato in patria. Nel P. S. dice a Moris, nel caso dovesse spedirgli qualcosa, di servirsi del signor Domenico Vianelli in Padova presso il caffè Pedrocchi.
Lettera inviata da Chioggia il 16 febbraio 1831, in cui lo scrivente ringrazia Moris per avergli inviato il diploma di socio corrispendente dell’Accademia delle Scienze di Torino. Gli spedisce una copia di Flora Veneta per Colla. Purtroppo non ha più copie dell’Algologia Adriatica per l’Accademia. Spedisce una seconda copia di Flora Veneta, da fare avere all’Accademia di Genova, di cui ambirebbe fare parte. Qualsiasi spedizione potrà essere indirizzata al negoziante Domenico Vianello, presso il caffè Pedrocchi di Padova. Anche il direttore delle diligenze e messaggerie, Francesco Lupi, è avvertito. Al pacco può essere accluso uno scritto, sfuggendo così alla posta, che è molto costosa.
Lettera intestata “Ministero degli Affari Esteri”, inviata da Torino il primo di settembre 1859, in cui lo scrivente comunica a Moris che la spedizione di piante di vite ad Ava [Birmania] non è probabilmente ben riuscita. Viene riportato un passo della lettera spedita l’11 giugno 1859 dal missionario Abbona, il quale racconta che la cassetta con i tralci di vite, che sarebbe dovuta arrivare all’inizio di aprile, è arrivata solo da pochi giorni. Le piante sono deteriorate e teme che seccheranno tutte.
Lettera inviata da Genova il 18 dicembre 1839. De Notaris dice a Moris che aveva ragione a dirgli che cambiando paese gli sarebbero venute nuove malattie. Gli è infatti spuntato un noiosissimo tumore alla gamba, che sta curando con empiastri e dieta. Deve ancora rimandare la sistemazione del nuovo alloggio e non può pertanto avere a disposizione i suoi libri. Ritorna sulle difficoltà ad organizzare la sistemazione dell’Orto Botanico. Invia i saluti a Genè e Sismonda.
Lettera inviata da Genova il 19 dicembre 1839. De Notaris ringrazia Moris di avergli mandato il volume Sylloge. Lo informa che il tumore che lo affligge, dopo essere diventato grosso come una cipolla, è andato in suppurazione e si è aperto all’esterno, recandogli notevole sollievo. Vorrebbe iniziare il lavori nell’orto. Dopo avere dissodato, avrebbe intenzione di sistemare le specie mediterranee, però il preside della deputazione gli ha suggerito di coltivare le varietà di Citrus, Ficus ecc. del Gallesio. Si tratta però di persona che spreca i soldi in cose di nessuna utilità, perché “non se ne intende un cavolo”. Sulla lettera è presente uno schizzo di alcuni particolari della pianta dell’orto. Invia i saluti a Lisa e vorrebbe sapere notizie di Bonnaz.
Lettera inviata da Genova il 24 dicembre 1839. De Notaris ha preso possesso dell’alloggio, dove però al momento sono presenti solo i letti. Le sua richiesta alla R. Deputazione di concedergli una modifica dell’orario delle lezioni è stata rifiutata. Il tumore alla gamba si è risolto.