Lettera inviata da Chambéry il 7 marzo 1848. Moris dovrebbe avere ricevuto da Bertoloni 4 copie del sesto volume di Flora Italica, da distribuire secondo precedenti accordi. Ha fatto domanda per ricevere la croce al Merito Civile e spera che Moris contribuisca a favorire l’attribuzione.
Lettera inviata da Chambéry il 19 maggio 1860. Bonjean spera che, nonostante il passaggio della Savoia alla Francia, venga esaudita la sua richiesta di ricevere la Croce al Merito Civile di Savoia. Elenca i suoi lavori principali e i riconoscimenti ricevuti nei paesi europei da numerose accademie e società scientifiche; riferisce altresì l‘apprezzamento dimostrato dal ministro degli Interni, Desambrois, per la sua pubblicazione sulla patata, da lui inviata a tutti gli intendenti del Regno. Si lamenta della sua cattiva situazione finanziaria, dovendo sostenere molte spese per la propria vista, che va sempre più affievolendosi, impedendogli di lavorare; deve inoltre badare a moglie e quattro figli. Spera pertanto in un aiuto di Moris.
Lettera inviata da Chambéry il 21 aprile 1837. Il figlio di Bonjean, laureato in medicina, ha deciso di esercitare la professione in Messico per qualche anno, essendo difficile affermarsi a Chambéry, data la presenza di molti medici. Bonjean padre chiede a Moris qualche lettera di raccomandazione per l’ambasciatore in Messico. Dal Messico il figlio potrebbe inviare materiale interessante; inoltre, avendo intenzione di esplorare le foreste del Perù, anche in quel paese potrebbe raccogliere esemplari di piante e cortecce di tutte le specie di China
Lettera inviata da Torino il 24 gennaio 1836. Botta prega Moris di dargli un acconto di 300-400 franchi per le incisioni fatte sinora per la Flora sardoa. E’ in ritardo nella consegna per le continue correzioni necessarie, dovute all’imperizia della disegnatrice.
Lettera inviata da Torino il 3 agosto 1843. Dovendo effettuare un pagamento, Botta sollecita l’invio di 250 franchi dovutigli per il lavoro già eseguito, anzi chiede gli venga anticipata una somma sino a 350 franchi. Seguono osservazioni su alcune piante che sta disegnando.
Lettera inviata da Torino il 7 maggio 1844. Botta è molto imbarazzato per l’interruzione delle Flora sardoa; ricorda a Moris come la previsione per il completamento dell’opera fosse di due o tre anni, e invece ne sono già passati dieci. Si affida al buon cuore di Moris per avere un prestito, avendone assoluta necessità.
Lettera senza data e località di invio. Botta è molto risentito con Moris per avere definito come “bassezza” il suo comportamento, mirato esclusivamente a difendere in modo rispettoso i proprii interessi.
Lettera inviata da Parigi il 10 febbraio 1847. Lo scrivente dice di avere spedito l’ultima parte delle piante delle Canarie. In totale gli esemplari sono 271.
Lettera inviata da Aix-les-Bains il 6 agosto 1850. Lo scrivente invia a Moris il diploma di dottore, affinché sia presentato al Consiglio Universitario.
Lettera inviata da Rio de Janeiro il 26 marzo 1840. Nella lettera vengono elencate in dettaglio le proprietà delle varie parti della castagna d’ Inhambana. Da suoi esperimenti Riedel, botanico russo, ha osservato che il riso deve essere irrigato molto meno di quello piemontese: si potrebbero risparmiare molte vittime delle febbri malariche.
Lettera inviata da Rio de Janeiro il 6 marzo 1840. Lo scrivente è dispiaciuto per non avere avuto il tempo, nel suo passaggio a Torino, di incontrare Moris per avere istruzioni per eventuali esplorazioni botaniche in Brasile, soprattutto in funzione dell’economia agricola e medica degli stati sardi. Al congresso del gennaio della Società Auxiliadora dell’Industria Nazionale, venne distribuito un pacco di riso, detto Sopala, ed un altro di una semenza detta castagna d’Inhambana, provenienti dal Mozambico. Il riso potrebbe aggiungersi alle varietà già coltivate in Piemonte; la castagna è dotata di molte proprietà medicamentose. Con il brigantino “Trionfo del Brasile”, comandato dal capitano Carezzano, il tutto verrà spedito a Genova, assieme ai semi di una dozzina di piante locali, tramite l’incaricato del Consolato sardo, Alessandro Alloat. Il pacco verrà ritirato dalla vedova del banchiere Gioan Battista Carignani. Lo scrivente inizierà prossimamente un lungo viaggio in Uruguay, Argentina, Cile e Perù.
Lettera inviata da Berlino il 25 aprile 1863, in cui Braun annuncia a Moris che due suoi allievi, Paul Ascherson e Otto Reinhardt, verranno in Sardegna per una escursione botanica, e lo prega di dare loro buoni consigli.
Lettera inviata da Modena il 15 gennaio 1854. Lo scrivente vorrebbe pubblicare una monografia sul formentone (Zea mais), però deve terminare alcune osservazioni. Il defunto Bonafous gli aveva fornito i semi di molte specie di mais, però Brignoli non è riuscito a coltivarle perché si sono imbastardite, a causa della piccolezza del suo orto e della conseguente eccessiva vicinanza delle piante. Si rivolge a Moris, perché non conosce l’attuale direttore dell’orto dell’Accademia di Agricoltura. Desidererebbe avere semi delle numerose varietà di mais coltivate a Torino.
Lettera inviata da Parigi il 4 marzo 1841, in cui lo scrivente manifesta a Moris il piacere di averlo incontrato a Torino e spera di vederlo a Parigi. Annuncia che due suoi amici, Maire e Forestier, andranno in Sardegna a raccogliere piante. Chiede a Moris se in quel periodo vi sarà in loco qualche suo collaboratore.
Lettera inviata da Oliena il 21 luglio 1843. Lo scrivente si dichiara dispiaciuto che non siano arrivate a Moris le piante che aveva mandato tramite De Notaris. Non ha potuto spedirne altre, perché cadendo si è rotta la fibula. Invia i saluti a Lisa e all’amico Rasino.
Lettera inviata da Berna il 17 novembre 1838, in cui lo scrivente ringrazia Moris per avergli mandato i volumi della flora di Sardegna e di Capraia. Osserva come Bertoloni nella sua flora sia eccessivamente prolisso. Si rammarica del mancato arrivo a Chavanon di piante da lui spedite del Senegal, Zambia e Capo Verde. E’ disponibile per fornire a Moris piante dell’Elba e del Senegal, scalando il costo da quello della Flora Sardoa. Prega Moris di salutare il buon vecchio Giusta.