Biblioteca del Dipartimento di Scienze della vita e Biologia dei sistemi. Sede di Biologia vegetale. Università degli studi di Torino
Unità documentaria
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Lettera inviata da Genova il 17 aprile 1844. Purtroppo il fratello di De Notaris non fa in tempo a mandare il quadro [vedi 241.2] prima del 20 aprile. Il quadro rappresenta Diomede ed Ulisse che rubano il Palladio. De Notaris prega Moris di dire a Bonquin che, dopo il IV, non ha più ricevuto alcun volume accademico. Si lamenta che gli sia stato aumentato il numero delle lezioni. Il giardino non migliora, anzi continuano a morire parecchie piante pregiate. Ha acquistato per 600 franchi piante, di cui elenca i generi. Si continua a parlare dell’ingrandimento del giardino, però non se ne fa nulla.
Lettera inviata da Firenze il 23 gennaio 1860. Parlatore spera che Moris venga a Firenze, come gli ha promesso. Ha saputo delle osservazioni che Bubani ha fatto su Flora Sardoa; gli ha scritto, manifestandogli però la sua massima stima per l’opera. Gli è però molto spiaciuto del poco rispetto riservato a Lisa. Però tutti conoscono le sue maniere certo non squisite: moltissimi botanici, tra cui lo scrivente, ne hanno fatto le spese. Parlatore ringrazia Moris per avergli fatto avere le Diagnoses che Boissier gli ha inviato in omaggio. Manda a Moris il catalogo dei semi e il testo dell’elogio del sommo Humboldt. Sta per uscire il terzo volume della Flora Italiana.
Lettera inviata il 15 marzo 1864 dal Ministero delle Finanze, firmata dal segretario alle pensioni [firma illeggibile], in cui si comunica che l’ufficio competente sta esaminando la sentenza che regola la causa che Moris e altri creditori hanno intentato contro il signore di S. Albino.
Lettera autografa intestata “Il Causidico Collegiato in Saluzzo”, inviata da Saluzzo [Cn] il 18 marzo 1847, firmata da L. Borelli in cui si comunica a Moris la scadenza dei termini per creditori Gillio; pertanto la causa proseguirà il suo iter.
Lettera inviata da Ivrea il 5 settembre 1846. Il Somis, che si definisce amico, si rivolge a Moris, raccontandogli nei dettagli i motivi per cui ha intentato causa al fratello, che vuole estrometterlo dall’eredità riguardante la casa paterna a Strambino. Avverte Moris che ha avvertito anche suo fratello avvocato.
Lettera inviata da Bologna il 2 aprile 1844. Bertoloni ha saputo che alcuni artisti torinesi si sarebbero offerti di eseguire la scultura ideata da Baruzzi, togliendogli l’effetto principale della celebrità del lavoro. Si dice indignato “della vigliaccheria di que’ vergognosi artisti”.
Lettera inviata da Genova il 13 dicembre 1847. De Notaris ha completato l’elenco dei semi. La visita di Parlatore è stata breve, poiché non ha trovato nell’erbario Viviani i giunchi che gli interessavano. E’ stato celebrato il centenario della cacciata dei tedeschi da Genova del 10 dicembre 1747, con gran tripudio di folla. Seguono alcune osservazioni di carattere generale sulle materie del piano di studi, soprattutto per quanto riguarda la Chimica. Anche il signor Peyrone è d’accordo. Occorrerebbe inoltre togliere dal regolamento della deputazione le pedanterie gesuitiche, quale l’obbligo di confessione per gli studenti. Si dice che la deputazione sarà decimata e sarà sostituita da un ispettorato, composto dal marchese Spinola e dai professori anziani della facoltà: “Misericordia!” E’ giunta a De Notaris la notizia della morte di padre Badano; a suo avviso dovrebbe essere sostituito da Fasiani.
Lettera inviata da Palermo il 22 luglio 1864. Todaro spedirà a Moris due pacchi di semi che Mueller ha mandato per lo stesso Moris dalla Olanda. Lo ringrazia per l’accoglienza riservata alle sue Centurie; presto ne avrà pronte altre due. Ha già pagato a Loescher le due Centurie pubblicate in precedenza.
Lettera inviata da Bologna il 26 marzo 1833, in cui Bertoloni afferma essere specie nuova un Cerastium (C. ramosissimum) inviatogli da Moris. Comunica a Moris che a Firenze non sono state rinvenute opere del Raddi, all’infuori di Plantarum Brasiliensium Nova Genera et Species Novae, pars I, Filices.
Lettera inviata a Moris il 29 giugno 1858 dal direttore divisionale dell’Amministrazione delle Poste di Torino [all’epoca facente parte del Ministero dei Lavori Pubblici], in cui si comunica che col 1° luglio verrà a cessare ogni conto di credito aperto presso tale Amministrazione.
Lettera inviata da Pisa il 29 novembre 1839. Nella sua parte Pietro Savi chiede a Moris di comunicargli sino a quale famiglia arriverà la trattazione nel secondo volume di Flora Sardoa. Seguono osservazioni riguardo alcune specie di Genista descritte in Flora Sardoa, di cui loda la precisione delle descrizioni, che gli sono state molto utili, come utile gli è stata la trattazione delle Medicago fatta da Seringe nel Prodromus di De Candolle. E’ spiaciuto ai botanici intervenuti al Congresso degli Scienziati la mancata presenza dei colleghi di Torino. Savi si stupisce che il Lupinus albus, abbondante in Toscana, non si trovi descritto da Moris in Flora Sardoa. Ha saputo con piacere della promozione di De Notaris, chiamato a Genova. Savi vorrebbe sapere che fine ha fatto un lavoro suo e del professore Branchi su aspetti microscopici degli strobili delle conifere. In una gazzetta francese ha letto che il lavoro è stato presentato in un’adunanza dell’Accademia, però lui non ne ha saputo nulla. Il signor Soccini gli ha comunicato in seguito che lo scritto non era stato approvato. Savi vorrebbe una risposta ufficiale e che lo scritto gli fosse restituito. Nella parte della lettera da lui scritta, Gaetano Savi chiede a Moris se ha il volume di Bentham sulle Labiatae. Se ne è in possesso, lo prega di lasciarglielo in prestito per qualche settimana. Potrebbe mandarlo a De Notaris a Genova, per affidarlo a Pietro Celi, maestro di posta a Massa di Carrrara. Gli interesserebbe vedere alcune specie di Origanum. Si rallegra per la prossima uscita del secondo volume di Flora Sardoa.
Lettera inviata da Genova il 7 giugno 1853. De Notaris ha ricevuto i semi di Koenigsberg. Bucco spedirà quanto prima le orchidee richieste da Moris. E’ ricomparso l’Oidium sulla vite e la ruggine esaurisce i cereali. Comprerà il libro di Payen sui parassiti vegetali. De Notaris pensa che non vi troverà niente di nuovo, come già accaduto con le opere di Oudard e di Gasparrini. Vorrebbe sapere se lo stipendio a Gennari come assistente gli verrà retribuito da inizio anno, oppure soltanto dopo la nomina. La chiamata di Fieschi alla scuola di Medicina Legale è stata accolta favorevolmente. Al posto di Canobbio, starebbe bene Clementi. Pare che il Consiglio non abbia concesso al professore Fasiani la supplenza alla facoltà di Scienze Fisiche.
Lettera inviata da Parigi il 28 giugno 1834. De Jussieu risponde a Moris su quesiti che gli erano stati posti a proposito di sei piante: Erodium malopoides, Rhamnus oleoides, Ononis bicolor. Medicago ciliaris, Lotus creticus e Melilotus sulcata. Si augura di riuscire ad avere le piante della Sardegna per l’Erbario di Parigi.
Lettera inviata da Lione il 24 ottobre 1827, in cui Balbis informa Moris di avere ricevuto il “preziosissimo pacco”. Ha ammirato soprattutto la Chironia fiore giallo. Delle proprie osservazioni, assicura Moris che, come promesso, non ne farà parola con i suoi amici. Balbis prega Moris di non omettere le indicazioni sul luogo di raccolta, specie se si tratta di specie nuove, e di non usare etichette troppo piccole perché impediscono di scriverci le notizie necessarie. Incontrando il marchese di Spigno, Balbis ha saputo ciò che Moris gli ha detto a proposito di Lisa, che dovrebbe diventare più botanico che coltivatore; ne trarrebbe giovamento l’Orto Botanico di Torino, non ancora disposto in maniera elegante e utile. Comunica che De Candolle è tornato da un lungo viaggio in Germania dove ha visitato il giardino di Schoenbrunn, che non ha paragoni con altri giardini. Viene annunciata la prossima uscita del 3° volume del Prodromus dello stesso De Candolle. Nel post scriptum si dice che Bertero è partito il giorno 11 per l’esplorazione in Cile. Seguono commenti su alcune piante.
Lettera inviata da Bologna il 16 aprile 1834, in cui Bertoloni comunica a Moris i titoli esatti di due opere di Robertus Brown e rinnova la richiesta della lettera precedente di avere un frammento di una Festuca del Prof. Re. Seguono alcune osservazioni su Genista, Fumaria, Ononis, Melilotus.
Lettera inviata da Cagliari il 21 settembre 1833. Lo scrivente informa Moris di avere iniziato la classificazione delle uve coltivate e di averne già individuate e descritte oltre 20 varietà. Il progetto di costituire a Cagliari un Orto botanico è al momento fortemente ostacolato. Meloni chiede a Moris consiglio, se dedicarsi esclusivamente alla professione medica.
Lettera inviata da Lione il 20 gennaio 1827, in cui Balbis fornisce a Moris alcuni suggerimenti a proposito dell’uso della classificazione proposta da De Candolle. Vengono chiarite alcune questioni nomenclaturali.
Lettera inviata da Lanslebourg il 4 agosto 1854. Parlatore ha saputo che a Genova persiste l’epidemia di colera e che ve ne sono stati due o tre casi anche a Torino. Ringrazia Moris per la lettera che gli ha mandato quando era al Moncenisio.