- VIAF ID: 17255402
- Person
- 1839 - 1915
Firenze, 8 febbraio 1839 - Venezia, 22 giugno 1915.
Nato dal negoziante di gioie Amadio e da Anna [Nina Benvenuta] Pincherle, in una famiglia ebraica non praticante. Dopo il trasferimento del padre in Egitto a causa dei debiti, la madre si stabilì a Venezia sin dai primi anni della sua infanzia e lì Enrico risiedette per tutta la vita. Già da giovanissimo maturò una passione per le materie umanistiche, ma a causa delle ristrettezze economiche non compì studi universitari, frequentando invece le Scuole Reali. Nel 1854 abbandonò definitivamente gli studi per lavorare presso la Casa commerciale della Vida, di proprietà dello zio Samuele. Nel 1863 sposò la cugina Emma Levi della Vida, che morì dando alla luce l'ultima dei tre figli: Guido (1863), Guido (1865) e Bice (1867).
In questi anni iniziò a collaborare con diverse testate locali («Il Messaggiere Veneto», l’«Età presente», «Il Veneto», l’«Archivio Veneto»), abbandonando nel 1869 l’attività commerciale per dedicarsi al giornalismo e all’insegnamento: l’anno successivo fu nominato direttore de «La Stampa di Venezia»; dal 1872 al 1905 insegnò Istituzioni commerciali presso la Scuola superiore di commercio di Venezia, divenendone direttore dal 1905 al 1914. Fu socio corrispondente dell’Istituto veneto dal 1898 e uno dei promotori del Circolo filologico, fondato a Venezia nel 1901 per la diffusione delle lingue straniere. Collaborò con numerosi periodici culturali, tra cui la «Nuova Antologia», «La Perseveranza», «L’Illustrazione italiana», «Museo di Famiglia» e «Fanfulla della Domenica», di cui fu corrispondente da Venezia con lo pseudonimo di Tita.
Per tutta la vita si dedicò all'attività letteraria, come autore di racconti e, negli anni della maturità, di romanzi ispirati alle questioni della società contemporanea.