Servizio sanitario militare. Corso introduttivo
- IT ASUT CICCO - Dispense San Intro
- Unità archivistica
- 1914
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Servizio sanitario militare. Corso introduttivo
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Appunti di Medicina legale militare di Antonio Nieddu
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Appunti di Tecnica operativa di Giuseppe Valerio
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Lezioni di Microbiologia - Immunità di Guido Volpino
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Lezioni forse tenute nell'ambito del Corso di perfezionamento in Igiene. Raccolte dal dottor Carlo Colombo.
Lezioni di Microscopia applicata all'Igiene di Ettore Cler
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Lezioni forse tenute nell'ambito del Corso di perfezionamento in Igiene. Raccolte dal dottor Carlo Colombo.
Lezioni di Ostetricia normale e patologica e di Ginecologia di Giuseppe Vicarelli
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Lezioni di Patologia speciale chirurgica di Daniele Bajardi
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Raccolte da Giovanni Cicco.
Lezioni di Venereo-sifilopatia e Dermopatia di Sebastiano Giovannini
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Parte prima Venereo-sifilopatia e parte seconda Malattie della pelle.
Pubblicate per cura del dottor K. Rühl.
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Due elenchi di studenti che hanno presentato le domande d'esame per la sessione estiva ed autunnale dell'anno 1931-32.
Elenco nominativo degli allievi e dei diplomati
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L'elenco è suddiviso in tre sezioni, relative agli anni 1929-30, 1930-31 e 1931-32. Di ciascuno studente è indicato l'indirizzo.
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Istituzioni di diritto privato
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Caduta l'etichetta originale, il registro risulta privo di titolo. Lo si è attribuito sulla base della firma di Luigi Abello, da cui sono sottoscritti i verbali, e che risulta titolare dell'insegnamento di Istituzioni di diritto privato nel "quadro delle lezioni" conservato nel carteggio del 1929: http://atom.unito.it/index.php/8-4-corsi-in-genere
Richiesta di rilascio del diploma presentata da Ignazio Pozzi, allievo della Scuola nel 1929-30
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Pier Giorgio Frassati, Adelaide Ametis
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Perrier, Stefano Luigi
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Manifesto "Contro l'autoritarismo accademico potere agli studenti", realizzato da Paolo Grasso e relativo alle proteste studentesche del 1967. Il poster presenta un busto recante un teschio con una parrucca da magistrato al posto del capo e un coltello conficcato nel petto; attorno all'immagine corre lo slogan che dà il titolo al manifesto. Reca inoltre l'intestazione: "Occupazione di Palazzo Campana Università di Torino Novembre-dicembre 1967" e l'elenco dei controcorsi e dei gruppi di studio autogestiti dagli studenti.
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Carte relative alla rivolta avvenuta nell'Università nel 1821:
L’11 gennaio 1821, al Teatro d’Angennes, alcuni studenti indossano un berretto di lana rossa con fiocco nero, colori caratteristici delle insegne carbonare, e per questo all'uscita sono arrestati dai carabinieri, in violazione del privilegio del foro. Il giorno dopo, per protesta, centinaia di studenti occupano il cortile dell’Università e vi si barricano, chiedendo la liberazione dei compagni. Nonostante la mediazione di Prospero Balbo, capo del Magistrato della Riforma, Ignazio Thaon di Ravel, governatore militare della città di Torino, ordina di sedare con la forza il tumulto. Le truppe, abbattuto il cancello su via Po, irrompono nel cortile, inseguono i giovani al piano superiore e fin nella cappella e ne feriscono una trentina a colpi di baionetta e sciabola. Ci sono arresti e ricoveri nell'Ospedale di San Giovanni. Una protesta sorta spontaneamente contro la violazione delle vecchie libertà universitarie assume un significato politico, anche in virtù del malcontento per le condizioni dell’Università, che nel 1814 era stata epurata di alcuni tra i migliori docenti, a causa della loro partecipazione alle vicende rivoluzionarie e alla collaborazione con il regime napoleonico, e sottoposta a un controllo ideologico soffocante.
Molti studenti, insieme ad alcuni docenti e numerosi “ripetitori” del Collegio delle Province, prendono parte al movimento insurrezionale di marzo. Dopo la sconfitta di Novara a opera dell’esercito austriaco alcuni esulano in Spagna, tra cui tre degli studenti che avevano indossato il berretto rosso; altri sono arrestati.
L’Università resta a lungo chiusa e sono adottati provvedimenti per evitare gli assembramenti di giovani in città, stabilendo che si istruiscano nelle città di provenienza. Nel 1822 è abolito il privilegio del foro, soppresso il Collegio delle Province e approvato un Regolamento in cui i doveri religiosi e il controllo costante su abitudini di vita e condotta suscitano sentimenti di ribellione.
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"Torino. - L'agitazione universitaria (disegno di Oreste Silvestri)", tavola illustrata (fotozincotipia a colori ?) estratta da «L'Illustrazione Italiana», aprile 1885, tav. senza numero.
Il 10 marzo 1885, in occasione del tredicesimo anniversario della morte di Giuseppe Mazzini, a Torino si tennero alcune manifestazioni a cui parteciparono gli studenti, tra cui gli iscritti all'Associazione democratica universitaria. Questi assembramenti furono prontamente sciolte dalla forza pubblica, che procedette all'arresto dei partecipanti. Già nei giorni precedenti il prefetto Bartolomeo Casalis aveva mandato nelle aule dell'Università alcuni agenti in borghese, a vigilare sull'ordine pubblico, senza darne avviso alle autorità accademiche. L'11 marzo gli studenti mandarono una loro delegazione in Prefettura per chiedere spiegazioni, trovando però i cancelli chiusi e le forze dell'ordine pronte a respingerli. Mentre la protesta stava montando nel cortile dell'Ateneo, una seconda delegazione si recò nuovamente in Prefettura e fu finalmente accolta. Nel corso dell'assemblea del giorno seguente venne comunicato l'esito dell'incontro: la posizione del prefetto, che rivendicava l'opportunità del proprio operato per il mantenimento dell'ordine pubblico, infiammò i giovani, che mossero in corteo verso piazza Castello. La forza pubblica procedette a disperdere i manifestanti, ad alcuni arresti e al sequestro della bandiera degli studenti. Solo tramite l'intervento del rettore Enrico D'Ovidio si giunse a una tregua, con la restituzione del vessillo e la scarcerazione degli allievi arrestati.
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Manifesto del rettore per il ritorno dell'ordine tra gli studenti, feb. 1897.
Il 26 gennaio 1897 il ministro della Pubblica istruzione Emanuele Gianturco, in visita all'Università di Bologna, venne duramente criticato dagli studenti per le sanzioni disciplinari disposte contro i professori Antonio Labriola e Maffeo Pantaleoni. La protesta presto si allargò agli Atenei di Roma, Napoli, Sassari, Cagliari e Genova, dove si verificarono scontri tra gli studenti e la forza pubblica e furono chiuse le Università. A Torino il presidente del Circolo monarchico universitario Giovanni Toselli, studente di Giurisprudenza, inviò al ministro un telegramma di sostegno, in cui deplorava le manifestazioni dei colleghi bolognesi: questo episodio causò il 29 gennaio l’infiammarsi della protesta, guidata dallo studente di Lettere Carlo Sambucco. A febbraio l’Ateneo venne quindi chiuso e fu avviato un provvedimento disciplinare contro gli studenti che parteciparono alle contestazioni, con la conseguente loro espulsione.
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Opuscolo manoscritto sui tumulti studenteschi scoppiati a Torino tra il 6 e il 10 giugno 1791 e il 25 marzo 1792, post 1792.
Le agitazioni del 1791 scoppiarono a seguito dell'arresto di Giuseppe Parena, studente di Chirurgia apprendista presso il chirurgo Verna. Il ragazzo aveva schiaffeggiato una prostituta, Vittoria Fontana detta "bella Cabassina", dopo che questa lo aveva derubato. Le fonti e la storiografia propongono almeno due ricostruzioni dei fatti: la prima identifica come protettore della donna il sostituto assessore Antonio Zappa, che servendosi delle false accuse del parrucchiere e spia del Vicariato Lorenzo Oddono fece arrestare il giovane. La seconda vede invece come complice della donna solamente Oddono, che tramite una denuncia fraudolenta fece ordinare l’arresto del giovane da parte di Zappa, vittima anch’egli del raggiro. In entrambi i casi era violato il privilegio del foro: a difesa di questa immunità giuridica si levò la violenta sommossa armata degli studenti universitari e del Collegio delle Provincie, spalleggiati dagli artigiani e dai commercianti al minuto, che fu fronteggiata dall'esercito e si placò solamente dopo le pubbliche scuse di Zappa, la sua rimozione dalla carica e l'arresto di Oddono e della prostituta, esposti alla pubblica gogna. Il manoscritto in esame riporta la versione che incrimina Zappa come reo del misfatto, citando i nomi di varie autorità accademiche e della pubblica sicurezza cittadina, ma non quelli dello studente e della donna.
I tumulti del 1792 iniziarono il 25 marzo: dopo aver solidarizzato l’anno precedente, gli studenti - in particolare quelli del Collegio delle Provincie - si scontrarono con gli "Artisti" (gli artigiani), fiancheggiati dai “Bottegai”. Alla base, il malcontento suscitato dalla concessione di speciali privilegi agli studenti, non parimenti accordati ad artigiani e commercianti. Una banale rissa nei pressi della Porta Nuova degenerò nei giorni seguenti in scontri armati per le vie della città: sono segnalati morti e feriti, nonché l'intervento dell'esercito.