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Descrizione archivistica
Collezione "Marco Albera" Sottoserie
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Cose dell'altro mondo

Materiali relativi alla rivista teatrale Cose dell'altro mondo, di Giovanni Battista (Nino) Berrini, Alessandro (Sandro) Camasio e Angelo Agostino Adolfo (Nino) Oxilia. Lo spettacolo debuttò al Politeama Chiarella di Torino l'8 marzo 1912 e rimase in cartellone sino al 13 marzo; gli incassi furono devoluti alle famiglie dei soldati che combatterono la campagna d'Africa.

  • cartella in pelle contenente fotografie montate su cartoncino, raffiguranti gli autori e gli attori nei costumi di scena, 1912. Nonostante i fototipi (positivi su carta) siano stati riuniti e incollati sul medesimo supporto secondario non sembra trattarsi di un unico servizio fotografico: sono infatti realizzati con tecniche diverse e non tutti presentano un monogramma riconducibile al medesimo fotografo;
  • opuscolo di sala: Cose dell'altro mondo di Nino Berrini, Sandro Camasio e Nino Oxilia, Torino, E. Denina e C., s.d. [1912] (2 copie);
  • programma di sala relativo alle rappresentazioni tenutesi al Politeama Chiarella di Torino dall'8 al 13 marzo 1912 , 1912;
  • cartolina non viaggiata illustrata da Mario Dezzutti e stampata da Grand Didier e C. Torino, 1912.

Da Il Commiato ad Addio giovinezza!

Nel 1909 i laureandi in Giurisprudenza dell’Università di Torino richiesero a Giuseppe Blanc un inno per la cena d’addio agli studi. Per il testo fu coinvolto Angelo Agostino Adolfo (Nino) Oxilia: entrambi erano iscritti alla Facoltà di Legge. Dalla loro collaborazione nacque Il Commiato. Già nel 1913 Blanc ne ripropose il motivo nell’operetta La festa dei fiori; fu però durante la Prima Guerra Mondiale che la canzone trovò la sua consacrazione, adottata con modifiche al testo dagli arditi come canto di vittoria e poi dai fascisti come proprio inno. Nel dopoguerra si contano più riscritture, tra cui quelle dell'editore Marcello Manni (Giovinezza giovinezza o Canto degli arditi, 1918; riedita con modifiche al testo come Canto dei fascisti, 1919) e dello stesso Blanc (Giovinezza! Giovinezza! Inno italico, con modifiche al testo di Vittorio Emanuele Bravetta). In seguito Blanc avviò una causa legale che sancì il riconoscimento, nel 1921, della sua paternità; nel 1926 curò una nuova versione, con i versi di Salvator Gotta: Giovinezza! Inno trionfale del Partito fascista. In questa sola versione il ritornello dell'inno del 1909 (Giovinezza, giovinezza / Primavera di bellezza / Della vita nell'asprezza / Il tuo canto squilla e va!) è riproposto senza modifiche.

Da Il Commiato a Giovinezza! Inno trionfale del Partito Nazionale Fascista:

  • partitura per canto e pianoforte: Il Commiato. Inno dei laureandi. Parole di Nino A. Oxilia. Musica di Giuseppe Blanc, Torino, Gustavo Gori, s.d. [1909];
  • opuscolo di sala: Festa di fiori. Operetta-idillio in tre atti di A. Carelli e J. Weiss [Arturo Talleri e Giuseppe Blanc ?]. Musica di Giuseppe Blanc, Torino, Stabilimento Tipografico Nazionale, 1913;
  • partitura per canto e pianoforte: Giovinezza! Giovinezza! Inno italico. Parole di V.E. Bravetta. Musica di G. Blanc, Torino, Gustavo Gori, s.d. [1921?];
  • partitura per canto e pianoforte: Marcello Manni, Canto dei fascisti. Inno ufficiale (Giovinezza, giovinezza primavera di bellezza...). Riduzione di G. Castaldo su motivi di G. Blanc, Firenze, Manno Manni, 1921 (2 copie);
  • volantino a stampa con il testo di Giovinezza Giovinezza (Inno ufficiale dei fascisti) con indicazione della Banda ardita Strucchi e Brioglio di Torino, s.d. [anni Venti XX secolo];
  • partitura per canto e pianoforte: Giovinezza! Inno trionfale del Partito Nazionale Fascista. Edizione ufficiale approvata ed autorizzata dal direttorio del P.N.F. Versi di Salvator Gotta. Musica di Giuseppe Blanc, Milano, Carisch, s.d. [post 1925].

A breve distanza da Il Commiato, il tema della gioventù che passa fu sviluppato da Oxilia e Alessandro (Sandro) Camasio in un altrettanto fortunata commedia. Addio giovinezza! debuttò nel 1911 al teatro Manzoni di Milano e fu subito ripresa al teatro Carignano di Torino. Nel 1913 fu portata sul grande schermo dallo stesso Camasio (produzione Itala Film, Torino) e nel 1915 fu ridotta da Alessandro De Stefani per l’operetta di Giuseppe Pietri. Seguirono due versioni cinematografiche di Augusto Genina (1918, 1927) e una di Ferdinando Maria Poggioli (1940). Nel dopoguerra la commedia fu anche trasposta in tre sceneggiati televisivi (1959, 1965, 1968); in alcune versioni è proposto l'inno Il Commiato come colonna sonora.

Addio Giovinezza! e le riprese teatrali e cinematografiche:

  • cartolina di Nino Oxilia a un “Gentilissimo signor Professore” a cui inviava copia della commedia Addio giovinezza!; reca l'intestazione della rivista torinese «La Donna» e una nota a matita non coeva “a Domenico Lanza”, s.d. [1909];
  • opuscolo di sala: Addio giovinezza! Opera comica in tre atti. (Dalla commedia di Sandro Camasio e Nino Oxilia). Versi di Alessandro De Stefani. Musica di Giuseppe Pietri, Milano, Casa Musicale Sonzogno, s.d. [1914];
  • opuscolo di sala: Addio giovinezza! Opera comica in tre atti. (Dalla commedia di Sandro Camasio e Nino Oxilia). Versi di Alessandro De Stefani. Musica di Giuseppe Pietri, Milano, Casa Musicale Sonzogno, 1918;
  • cartolina non viaggiata illustrata da Aurelio Bertiglia per le Edizioni d’Arte Chierichetti di Milano, relativa all’operetta Addio giovinezza!, s.d. [anni Dieci XX secolo].
  • 2 volumi: Sandro Camasio, Nino Oxilia, Addio giovinezza! Commedia in tre atti, Ivrea, Stabilimento Tipografico Ditta Francesco Viassone, 1915 e ristampa 1916;
  • estratto dal periodico «Cirenaica Illustrata», 1935, n. 3: Leo Torrero, Dagli archivi della goliardia. Vent'anni dopo;
  • 2 volumi: Sandro Camasio, Nino Oxilia, Addio giovinezza! Commedia in tre atti. Prefazione di Salvator Gotta, Milano, Casa editrice Bietti, 1942 e ristampa 1950;
  • opuscolo di sala relativo alla trasposizione cinematografica di Ferdinando Maria Poggioli: Addio giovinezza! Storia di un amore ideata da Sandro Camasio e Nino Oxilia, studenti. Presentata dalla S.A. Industrie cinematografiche italiane-1940 XIX, Roma, Menaglia, s.d. [1940] (2 copie); illustrazioni di Vittorio Calvino, reca il bollo delle Industrie Cinematografiche Italiane;
  • riproduzione fotomeccanica dello studio fotografico Arturo Bragaglia montata su cartoncino, con gli attori del film Addio giovinezza! di Ferdinando Maria Poggioli (Maria Denis, Adriano Rimoldi, Carlo Campanini, Carlo Minello e Bianca Della Corte), s.d [1940] (2 copie);
  • 2 fotografie di scena (positivi su carta) dello studio fotografico Arturo Bragaglia relative al film Addio giovinezza! di Ferdinando Maria Poggioli (nn. 118, 135), s.d. [1940];
  • 2 manifesti pubblicitari del film Addio giovinezza! di Ferdinando Maria Poggioli, s.d. [1940]; uno fa riferimento alle case di produzione SAFIC (Società Anonima Finanziamento Industrie Cinematografiche) e ICI (Industrie Cinematografiche Italiane), l'altro alla casa di distribuzione Scalera Film; 1080x790 mm (stampa Grafiche Gigli di Roma), 1035x735 mm (senza indicazioni dello stampatore);
  • disco (78 giri): contiene i valzer Appassionatamente di Dino Rulli e Malombra di Giuseppe Blanc, Italia, Cetra, s.d. [post 1940], n. DC. 4017;
  • copione dattiloscritto della commedia Addio giovinezza!, s.d.
  • volume: Sandro Camasio, Nino Oxilia, Addio giovinezza! Commedia in tre atti; presentazione di Edoardo Sanguineti, Roma, Il sigillo, 1982;
  • volume: Sandro Camasio, Nino Oxilia, Addio giovinezza! Commedia in tre atti; a cura e con prefazione di Pier Massimo Prosio, Torino, Centro studi piemontesi, 1991.

Serate musicali

Materiali relativi a serate musicali organizzate dagli studenti torinesi.

  • volantino del club Ala d'Italia, 1946 (43 copie): reca l'elenco dei complessi musicali, dei musicisti e dei cantanti coinvolti;
  • manifesto del Torino Jazz Notte, Tipografia Borello e Ottone di Torino, s.d. [1947], 1020x370 mm: reca l'elenco dei complessi musicali, dei musicisti e dei cantanti coinvolti;
  • volantino del Torino Jazz Notte, s.d. [1947] (102 copie).

Si conservano inoltre 11 tavole facenti parte cofanetto del disco Componimenti musicali per la solenne esecuzione del moral ente Vitaliano Lenguazza nel decennale suo, Padova, Comitato 8 Febbraio Università di Padova, 1969 (non presente). Le tavole riproducono i membri dell’Ente Morale «Polifonica Vitaliano Lenguazza»; recano indicazione dei fotografi: Foto Lunardi, Foto Umicini, Studio P.

Gesuiti

Materiali a stampa di varia natura, relativi alla Compagnia di Gesù a Bologna, Genova, Milano, Roma, Torino (e nel Regno di Sardegna), tra seconda metà del XVII sec. e prima metà del XIX sec.

5 manifesti con le graduatorie dei migliori studenti del Collegio dell’Ordine dei Gesuiti di Torino, 9 ago. 1661, 11 ago. 1662, 22 ago. 1727, 1728, 1829. I manifesti del 1661 e 1662 sono rispettivamente dedicati ai canonici e al Capitolo e a Giovanni Francesco Bellezza, sindaco di Torino; presentano le liste degli allievi suddivise in due blocchi: il primo è dedicato alle classi superiori (Teologia, Metafisica, Fisica e Logica); il secondo a quelle inferiori (Retorica, Umanità, terza e quarta). I due esemplari del XVIII sec. non danno conto degli iscritti ai corsi di livello superiore, passati sotto la competenza della Regia Università, limitandosi alle classi di Retorica, Umanità, terza e quarta (per le prime tre classi le graduatorie sono bipartite nelle sezioni orazioni e carmi latini). Il manifesto del 1829 fornisce le liste per i corsi di Retorica, Umanità, Grammatica e delle classi elementari.

Tavola calcografica (bulino) tagliata dal volume: Camillo Maria Audiberti, Regiae villae poeticè descriptae; et regiae celsitudini Victoris Amedei II Sabaudiae, et Montisferrati ducis, Pedemontij principis, Cypri regis, &c. dicatae a' Camillo Maria Audiberto Societatis Jesu. Apposita poematum, & epigrammatum appendice, ex typographia Pauli Mariae Dutti, & Ioannis Iacobi Ghringhelli Soc., Torino 1711. Firmata da Giorgio Tasnière, raffigura la facciata del Collegio dei Nobili di Torino, accompagnata dalla monogramma della Compagnia di Gesù e la didascalia "Reg. Sabaud. Colleg.".

Fascicolo a stampa intitolato “Descrizzione (sic) della missione fatta dalli M. RR. PP. della Compagnia del Gesù in Savigliano, principiata li otto, e terminata li diciotto di novembre nell'anno 1714. Compendiosamente descritta, e con tutto l'ossequio dedicata alli signori rettori, e sindaci dell'illustrissima Città di Savigliano dal medico Lorenzo Viberti”, Torino [post 1714]. Resoconto della missione apostolica dei padri gesuiti, inviata dal rettore del Collegio vecchio di Torino padre Gian Battista Pallavicino su richiesta della cittadinanza, afflitta da una pestilenza del bestiame. La delegazione era composta dai padri Antonio Cremonese, Alessandro Gatti, Carlo Emanuele Moletta, Maurizio Taffino e Saverio Vanalest. La chiesa scelta per le funzioni risulta San Pietro, ma si citano anche altre chiese dove si tennero orazioni, messe ed esercizi spirituali; si segnalano, inoltre, varie processioni per le vie di Savigliano, con una grandissima partecipazione popolare.

3 fascicoli a stampa recanti argomentazioni filosofiche organizzate per punti, destinate alla discussione pubblica da parte del candidato:

  • proposizioni di logica discusse da Giovanni Battista Pareto, membro della "Academia Philalethon", presso l'Università di Genova retta dalla Compagnia di Gesù, Genova 1738;
  • proposizioni di Logica discusse dall'abate Carlo Boido “Ardizzonus”, del Collegio dei Nobili della Compagnia di Gesù e membro della "Academia vigorosorum", Milano 1738;
  • proposizioni di Fisica dedicate a Giuseppe D’Adda (marchese, conte e barone) e discusse da Agostino Genesio, membro della "Partheniae Arisophorum Academia", presso l'Università Braidense di Milano retta dalla Compagnia di Gesù, Milano 1739.

Bifoglio proveniente da pubblicazione a stampa non identificata, 1785: L’Eustachio. Tragedia da recitarsi da’ signori convittori del collegio de’ nobili di S. Francesco Saverio. Diretto da’ padri della congregazione di S. Paolo. Nel corrente carnevale dell’anno MDCCLXXXV; contiene l’elenco degli intervenuti con riferimento al ruolo interpretato nella recita.

2 fogli provenienti da pubblicazione a stampa non identificata, Genova, Tommaso De-Rossi, 1815:

  • Trattenimento letterario De’ Signori Convittori del Real Collegio di Genova; contiene l’elenco degli intervenuti con i titoli dei brani e dei versi recitati;
  • Il bel giorno. Cantata a tre voci con cori eseguita dagli allievi del Real Collegio di Genova per celebrare il faustissimo giorno dell’arrivo di S.S.R.M. Maria Teresa; musica composta da G.B. Crosa, contiene l’elenco degli intervenuti con riferimento al ruolo interpretato nella recita.

Fascicolo a stampa recante il “Pregone di S.E. il signor viceré marchese D’Yenne col quale si rende pubblico il Regio Biglietto dei 22 gennaio 1822 portante il ristabilimento della Compagnia di Gesù nel Regno di Sardegna”, Cagliari, 22 feb. 1822. Disposizione normativa a stampa con la quale Ettore Veuillet marchese D’Yenne de la Saunière dà divulgazione al R. Biglietto di Carlo Felice. Contiene varie disposizioni sul ripristino dell'Ordine dei Gesuiti, tra cui la soppressione del convitto dei “Sagri Operaj”, la restituzione all'Ordine della chiesa di San Michele di Cagliari e l’istituzione a Cagliari e a Sassari di due delegazioni con il compito di verificare lo stato dei beni e dei redditi precedentemente in capo all'Ordine e assicurare il rispetto di quei legati testamentari a favore dei Gesuiti fatti a seguito della loro soppressione.

2 biglietti a stampa del Collegio romano compilati a mano, che attestano i risultati scolastici di Raffaello Maccagni, 21 gen. 1824, 27 apr. 1827. Si tratta di un’attestazione di buona condotta rilasciata nel corso della seconda classe inferiore di Grammatica, firmata da “Caesareus M.a Fatigati Gr. Pr”, e della nomina a “Draconiarius”, sottoscritta da "Carolus Grossi S[acrae] F[acultatis] theol[ogus] Infer. Praefectus".

Coperte prive di dissertazione

Coperte di tesi prive della compagine. Per analogia sembrano ricollegabili agli esemplari fatti stampare dagli allievi dell'Università e della Scuola d'applicazione per gli ingegneri di Torino.

Gruppi Universitari Fascisti - G.U.F.

La documentazione è riconducibile a due nuclei principali:

  • carte e pubblicazioni a stampa, in particolare periodici, del G.U.F. di Torino e di altri atenei italiani (L’Aquila, Firenze, Milano e Roma), dalla fine degli anni Venti all’inizio degli anni Quaranta del XX secolo;
  • carte, fotografie e pubblicazioni a stampa riguardanti competizioni sportive e culturali tra i Gruppi Universitari Fascisti, promosse dal P.N.F. e dalla segreteria nazionale dei G.U.F., dall’inizio degli anni Trenta all’inizio degli anni Quaranta del XX secolo.

Non riconducibile a un gruppo specifico o a un'occasione particolare, si conservano anche due spille e un tondo in gesso raffigurante un goliardo con fascio e moschetto (diametro 35 cm), databile probabilmente agli anni Trenta.

Associazione Torinese Universitaria - A.T.U.

L'Associazione Torinese Universitaria (A.T.U.) fu fondata nell'anno accademico 1945-46 ed ebbe sede presso i locali dell'Ateneo in via Po 17. Il logo è composto da uno scudetto con la sigla dell'associazione e la sagoma del colonnato dell'Ateneo, con all'interno la Mole Antonelliana; lo coronano una feluca goliardica e il motto "ciò che fu torna e tornerà nei secoli". Il gruppo si dichiarava erede della tradizione dell'associazionismo universitario laico e apolitico della seconda metà dell'Ottocento, rimasto in vita sino all'avvento del Gruppo universitario fascista in cui confluirono la gran parte delle organizzazioni studentesche durante il Ventennio . L'attività dell'associazione era gestita da specifiche sezioni interne dedicate a cultura, spettacoli, sport, servizio sanitario, rapporti interuniversitari, stampa e laureati. Parallelamente all'attività assistenziale a tutela dei soci, come l'assistenza medica e la richiesta di sconti presso gli esercizi commerciali torinesi, promosse eventi goliardici, feste e veglioni. Oltre agli studenti dell'Università, l'A.T.U. fu aperta anche a quelli del Politecnico e tenne rapporti con il Supremus Ordo Taurini Cornus, con cui organizzò alcune serata danzanti.

Associazione Universitaria Torinese - A.U.T., poi Associazione Torinese Universitaria - A.T.U.

Documenti inerenti al funzionamento e all'attività dell’Associazione universitaria torinese (A.U.T.) e dell'Associazione torinese universitaria (A.T.U.).
L'associazione fu fondata nell'inverno 1889; il suo stemma è composto dalla testa della Minerva sormontata da un toro, simboli della sapienza e della città di Torino, accompagnati dal motto "semper et virtus". L’A.U.T. ebbe carattere apolitico e aconfessionale e fu animata da fini filantropici: la beneficenza e la tutela della classe studentesca furono suoi interessi primari, perseguiti tramite la promozione di una serie di agevolazioni per i suoi iscritti, come visite mediche gratuite, sconti presso negozi e teatri, l’istituzione di sezioni sportive e di sussidi tramite un fondo di assistenza. Sul versante culturale promosse esposizioni, conferenze e scambi con gli Atenei d’Oltralpe. Nel 1894 Efisio Giglio Tos fu eletto presidente: durante il suo mandato cercò di aprire gli orizzonti dell'associazione all'estero, organizzando iniziative come l’Esposizione fotografica internazionale, che accolse nel 1895 a Torino espositori da tutta Italia, Francia, Svizzera, Belgio, Impero Austro-ungarico, Germania, Inghilterra e Stati Uniti, e una raccolta di firme a favore degli studenti moscoviti arrestati nel dicembre 1896.
Le prime riunioni dei soci si tennero in birreria; nel 1894 furono inaugurati i locali in via Principe Amedeo 20-20A, dove secondo il periodico studentesco “Il Goliardo” rimase collocata la sede sino al 1897. Nel 1903 l'A.U.T. fu rifondata, con l’apertura dei nuovi spazi associativi: alcune carte dello stesso anno riportano l’indirizzo via Ospedale 26, attuale via Giolitti. Nel 1909 fu sciolta e rifondata con sede in via Maria Vittoria 27: lo statuto datato 12 dicembre 1909 riporta la denominazione "Associazione torinese universitaria". Sulla copertina della Guida dello studente del 1910, a cura dell'organizzazione, compare per la prima volta il nuovo stemma composto dalla testa della Minerva entro una corona di foglie di rovere, accompagnata dal motto di Giosuè Carducci "ciò che fu torna e tornerà nei secoli" (da Canto di Marzo, Odi barbare, libro II).
La parabola dell'A.T.U. terminò il 15 giugno 1917, quando fu chiusa a causa della chiamata alle armi della maggior parte dei cinquecento soci aderenti. Nel 1919 fu rifondata: il primo segretario fu Paolo Maria Guala, già laureato in Giurisprudenza e Lettere, seguito nella carica da Luigi Olivieri nel 1922 e da Emanuele Pesati nel 1923. Operò sino al 1928 quando fu sciolta e almeno parte dei suoi iscritti confluì nel Gruppo universitario fascista: il presidente, Pino Valle, fu nominato fiduciario fiduciario per la sezione universitaria del G.U.F.

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