Fondo IT ASUT CSEFF - Centro Studi Educazione Fisica Femminile - CSEFF

Fondo documentario Fondo fotografico Fondo filmini 8 mm Fondo videocassette VHS Fondo nastri musicali Fondo musicassette Fondo dischi 45 giri Fondo Rosato
Open original Oggetto digitale

Area dell'identificazione

Codice di riferimento

IT ASUT CSEFF

Titolo

Centro Studi Educazione Fisica Femminile - CSEFF

Date

  • 1950 - 2005 (Creazione)

Livello di descrizione

Fondo

Consistenza e supporto

8 sub-fondi

Area del contesto

Nome del soggetto produttore

(1967-1999)

Storia istituzionale/amministrativa

Le basi per la costituzione del Centro Studi Educazione Fisica Femminile sono da far risalire agli incontri che spontaneamente e periodicamente un gruppo di insegnanti di educazione fisica di Genova organizza negli anni Sessanta. Gli incontri hanno lo scopo di studiare la metodologia, la didattica e la tecnica dell’educazione fisica moderna nella sua costante evoluzione.
In quegli anni, in seguito all’apertura dell’Istituto Superiore Educazione Fisica (ISEF) di Roma nel 1952, l’educazione fisica, in particolare il settore femminile, è influenzata dalle moderne concezioni pedagogiche dell’insegnamento che modificano anche l’aspetto tecnico ed esecutivo del movimento.
Ciò rappresenta uno stimolo per l’aggiornamento, specie per le diplomate della soppressa Accademia di Orvieto che, coordinate da Adriana Carrea, si incontrano spesso tra il 1959 e il 1965 con la giovane neodiplomata dell’ISEF di Roma Maria Rosa Rosato, docente di Ginnastica Ritmica all’ISEF di Torino, per discutere sulla nuova tecnica dell’educazione fisica femminile introdotta in Italia da Andreina Gotta Sacco. Si giunge così alla decisione di costituire un centro studi e si propone la seguente denominazione:
Centro Sperimentale di Educazione Fisica Moderna Femminile.
Per realizzare questa proposta il primo incontro avviene il 3 dicembre 1965, presso la scuola media “Cristoforo Colombo” di Genova.
La dichiarazione d’intenti è la seguente:
“[…] ciascuno porterà il suo contributo di conoscenze ed esperienze, di informazioni e creazioni, di critica e di studio. La collaborazione attiva di tutti sarà intesa nel senso più ampio del termine, a seconda delle rispettive particolari attitudini, capacità e competenze”.
Al gruppo appartengono esperte di Ginnastica Ritmica, di atletica leggera, di musica, igieniste, cineamatori e così via. Verranno segnalati ed invitati a relazionare colleghi e colleghe che svolgono studi di particolare interesse sull’educazione fisica scolastica e sportiva.
Al primo incontro ne seguono, a brevissima distanza, altri due nella stessa sede e nello stesso mese di dicembre, a cui partecipano insegnanti di altre città come Adele Marini di Brescia. Già si iniziano a scambiare le informazioni e le esperienze di cui alcune dispongono: Marini, insieme alla collega Maria Provera, relazionano in merito alla IV Gymnaestrada di Vienna e al corso sulla ginnastica moderna svoltosi a Schilleiten (Austria), con proiezione e commento di filmati, e Rosato tratta il tema dell’educazione al ritmo, con proposte di esercizi.
L’informazione sugli incontri di questo gruppo si estende intanto ad altre città: Bologna, Massa, Milano, Torino e in ognuna di esse si susseguono le riunioni che vedono aumentare progressivamente il numero delle aderenti all’iniziativa.
A Bologna la riunione è organizzata dalle sorelle Denise e Dina Bambini. Sono presenti Carrea, Provera Maria e Gianna, Rosato. A queste si aggiungono: Elda Rovaro di Mantova, Maura Cortesi di Reggio Emilia, Maria Calcagnoli di Forlì e Giulia Lucini di Siena.
A Marina di Massa, nel marzo del 1966, l’incontro, organizzato dalla collega Anna Maria Ricci, verte sulla trattazione del tema Spalliera in forma moderna, proposto da Rosato con le sue allieve dell’ISEF di Torino: Alessandra Pagliano e Serena Sensi. Sono presenti Bianca Chelli e Puccini di Firenze, Adriana Sileoni di Siena, Calvani e Isa Ghiani Zari di Milano. Successivamente a Milano, presso i locali dell’ISEF dell’Università Cattolica, si trattano i preliminari per l’impostazione della fondazione del centro e si assiste a dimostrazioni di allieve dell’ISEF di Torino e di Milano. Nell’ottobre del 1966 a Torino, nei locali della Reale Società Ginnastica, si trattano i seguenti argomenti:
La bacchetta in forma moderna (Rosato con Pagliano e Sensi)
Esercizi in decubito in forma moderna (tema trattato da Rosato, Rovaro e Provera Gianna, con dimostrazioni di Pagliano e Sensi).

Il 2 giugno 1967, a Genova, presso l’abitazione delle sorelle Provera, avviene la costituzione ufficiosa del centro studi che vede l’integrazione del gruppo delle ex accademiste di Orvieto col gruppo di Torino. La nuova denominazione del centro sarà:
Centro Studi Educazione Fisica Femminile
Si approva lo statuto e all’unanimità si elegge il primo consiglio direttivo così composto:
Adriana Carrea: presidente
Maria Rosa Rosato e Denise Bambini: vicepresidenti
Maria Campanella: segretaria
Maria Provera: tesoriere
Adele Marini: revisore dei conti

Si delibera inoltre di costituire una commissione di esperti che, a rotazione, esaminerà i lavori presentati per l’eventuale pubblicazione. La riunione viene seguita da una conversazione sui principi fondamentali della ginnastica moderna, tenuta da Rosato, e nel pomeriggio da una dimostrazione di esercizi di gruppo per coppie e terziglie, sempre dell’ISEF di Torino.
Il 3 giugno si proiettano e si commentano i seguenti filmati:
Ginnastica e ritmo (di Rovaro)
La bacchetta in forma moderna (di Rosato)
Il Symposium ANEF (svoltosi a Rimini nel giugno 1966)
Il 16 settembre 1967, a Milano, presso lo studio del notaio Perabò, presente un gruppo ristretto di soci, viene steso l’atto costitutivo del Centro Studi Educazione Fisica Femminile, con sede provvisoria presso la scuola media “Cristoforo Colombo” di Genova. Viene fissata in 1.000 lire la quota associativa individuale. Al termine degli atti formali presso il notaio, il gruppo si trasferisce in altra sede per visionare il filmato di Isa Zari sul quadro svedese.
Il 6 dicembre 1967, ancora a Genova, sempre nella palestra della scuola media “Cristoforo Colombo” il Centro Studi Educazione Fisica Femminile viene presentato ufficialmente a tutte le insegnanti di educazione fisica di Genova e nell’occasione sono anche presentate le prime pubblicazioni (che si riferiscono ai lavori degli anni precedenti), raccolte e ordinate da Adriana Carrea e Provera Maria.
Nella successiva riunione del 20 e 21 dicembre a Genova, si proietta il film La bacchetta in forma moderna, girato e montato da Marini, Carrea e Provera Maria. Nella stessa occasione si comunica che il 2 e 3 marzo 1968 sarà organizzato a Brescia il I Convegno Nazionale CSEFF. Inizia così l’attività del Centro, estesa a tutti i docenti di educazione fisica del territorio nazionale e caratterizzata dall’incontro annuale che si svolgerà nelle città di Brescia, Ancona, Chiavari, Rapallo e Pallanza. I contenuti dei Convegni sono documentati e quasi tutti i lavori sono stati raccolti e pubblicati.

Si ricordano, oltre ai Convegni, le iniziative più significative del Centro:
• Corso d’aggiornamento per insegnanti di scuola media superiore a Torino nel gennaio 1985.
• Corso internazionale monotematico sul ritmo a Pallanza nel 1987.
• Gara di Ginnastica Ritmica a Pallanza nel 1985.
• Istituzione del 1994 di una “Lettura” a cadenza biennale per ricordare lo storico Michele di Donato, in collaborazione con la sua famiglia.
• Il Centro ha delegato 20 colleghe a rappresentarlo in sedi decentrate in modo da svolgere opera di informazione sulle iniziative e sulle attività dello stesso.
• Il Centro dispone di una raccolta di filmati degli anni Sessanta e Settanta relativi alla tecnica e alla didattica dell’educazione fisica e numerose riprese video che documentano i lavori degli ultimi Convegni Nazionali.
• Il Centro ha accolto le donazioni di testi e riviste fatte da colleghi e amici e ha provveduto, unitamente a quelli acquistati, a catalogarli per renderne possibile la consultazione.
• Il Centro, in relazione ai suoi requisiti e alle disposizioni ministeriali della Direttiva 305 del luglio 1996, ha chiesto e ottenuto di svolgere attività di formazione e aggiornamento nell’ambito dei Convegni Nazionali del 1997 e del 1998, con vantaggi economici e di carriera per i docenti partecipanti.

Contatti internazionali
• Il Centro ha invitato relatori stranieri di prestigio che hanno tenuto seminari su argomenti di specifica competenza: Jean Le Boulch (Francia), Monique Petit (Belgio), Heinz Recla (Austria), Gisela Kloetzer (Germania), Alexa Hahn (Germania), Jorge Maier (Argentina).
• Il Centro è stato abbonato per oltre 20 anni alla rivista francese Education Physique et Sport.
• Il Centro è stato membro associato della Fédération Internationale d’Éducation Physique (FIEP), con la quale ha intrattenuto scambi culturali, partecipando a convegni e assemblee della FIEP a Poitiers nel 1995, a Rabat nel 1996 e a Lione nel 1997, in occasione del Primo Convegno Europeo dello sport per tutti.

Dal 1980 allo scioglimento del 1999
Negli anni Ottanta il cambio di sede da Genova a Torino viene richiesto e sollecitato dal gruppo genovese, anche in seguito alle sopravvenute regole fiscali che imponevano competenze nuove e ovviamente un sovraccarico di preoccupazioni. Nello stesso tempo si erano realizzate le condizioni per gestire l’attività del Centro in Torino, città nella quale risiedeva il nuovo gruppo di lavoro operativo. Maria Rosa Rosato, che fin dalla fondazione aveva contribuito alla crescita del Centro, si assume la responsabilità della nuova gestione, affiancata da colleghe volenterose (Serena Sensi, Graziella Bellocchio, Susanna dal Rio, Amalia Tinto e altre).
Nel frattempo anche la sede dei Convegni viene trasferita dalla Liguria al Piemonte, e questo principalmente per il sempre maggior numero di partecipanti che imponeva la ricerca di una sede logistica con spazi di lavoro e accoglienza alberghiera adeguati. Nel 1980 si ha il più alto numero di partecipanti al Convegno Nazionale di Pallanza: 343, tanto da rendere necessaria una rotazione di gruppi per il lavoro in palestra.
Il cambio di sede del Centro da Genova a Torino coincide con la riforma dei programmi della scuola media inferiore (1979), che apporta sostanziali modifiche rispetto al passato anche all’insegnamento dell’educazione fisica. Tra queste, l’insegnamento per obiettivi e non per contenuti e l’insegnamento per classe e non più per squadra. Il CSEFF si impegna a interpretare la nuova linea indicata dai programmi.
I nuovi orientamenti programmatici sono commentati da Michele di Donato, il più eminente storico italiano del settore, che seguirà l’attività del Centro fino alla sua scomparsa (avvenuta nel 1990), affiancandolo e sostenendolo anche nelle pratiche burocratiche col Ministero della Pubblica Istruzione (MPI). Infatti, a partire proprio da quegli anni, il Ministero riconosce l’attività del Centro, autorizzando i docenti a partecipare ai Convegni Nazionali (anche se a spese proprie) e esonerandoli dal servizio. Ma tornando alla riforma dei programmi, è necessario ricordare che, fino ad allora, l’attività in palestra si svolgeva per squadre divise per sesso. Ciò aveva consentito la diffusione della nuova tecnica motoria proposta da Andreina Gotta Sacco (che aveva avuto l’avallo ufficiale del suo metodo da parte del MPI nel 1953), detto Ginnastica Femminile Moderna, in seguito Ginnastica Ritmica. D’ora in poi i contenuti dei programmi devono essere riconsiderati e la richiesta di una tecnica esecutiva di qualità, in rapporto alla Ginnastica Ritmica, deve essere limitata ai gruppi che partecipano alle gare, in modo da coinvolgere nella pratica dell’attività anche il settore maschile. Nei Convegni Nazionali, attraverso il contributo degli interventi di numerosi docenti, sarà evidenziata la valenza trasversale dell’educazione fisica, considerata fino a quel momento un patrimonio femminile.
Il Centro, che fino ad allora aveva largamente contribuito a diffondere la Ginnastica Ritmica attraverso le lezioni svolte ai Convegni Nazionali in molte città d’Italia dalle maggiori esperte italiane, si orienta anche alla trattazione di altre tematiche.
Per esempio, viene presa in considerazione la psicomotricità che pareva rinnovare i contenuti dell’insegnamento dell’attività di movimento. Viene invitato ad un Convegno il padre di questa nuova scienza, il francese Jean Le Boulch.
Grande impulso viene dato alla trattazione dei giochi sportivi classici, come la pallavolo e la pallacanestro, invitando ai Convegni Nazionali di Pallanza, tecnici e allenatori di alto livello, attenti alla presentazione della loro disciplina sportiva secondo l’ottica scolastico-educativa. Tra questi si ricordano Silvano Prandi per la pallavolo e Dido Guerrieri per la pallacanestro.
Né viene trascurata l’atletica leggera con la prestigiosa presenza dell’allora direttore tecnico nazionale Elio Locatelli, seguito in tempi successivi da Graziano Paissan e Giuseppe Trucchi. Sono da segnalare, per il particolare interesse che suscitano, gli interventi di un esperto di atletica leggera e noto cineamatore, Luciano Fracchia, che partecipa a numerosi Convegni e offre ai partecipanti la proiezione di filmati d’eccezione dal punto di vista sia tecnico sia storico.
Naturalmente il contributo di impegno, di stimolo, di suggerimenti didattici delle maggiori esperti di Ginnastica Ritmica continua. Si avvicendano ai Convegni, oltre a Rosato, Matilde Trombetta (Roma), Enza Aparo (Roma), Anna Vera Pifano (Roma), Maria Luisa Rovina (Ferrara), Valeria Bugattelli (Ferrara), Sava Cermelj (Roma), Daniela Delle Chiaie (Ariccia), Amalia Tinto (Torino), Lorella Saccuman (Vicenza) e altre. Da segnalare il contributo di appoggio e sostegno dato al Centro da Egle Abruzzini, esperta di Ginnastica Ritmica, anche in relazione agli incarichi istituzionali rivestiti. Dopo la scomparsa di Michele di Donato sarà infatti Abruzzini, quale ispettrice ministeriale, a facilitare le pratiche con il MPI. Prodigo di consigli amichevoli e presente a quasi tutti i Convegni Nazionali, il socio onorario Salvatore Finocchiaro, poi ispettore ministeriale, che si fa interprete, attraverso la sua dialettica coinvolgente e chiara, degli aspetti spesso tortuosi della legislazione scolastica. La sua partecipazione ai Convegni rappresenta un punto di riferimento per i partecipanti che gli espongono quesiti relativi alle rispettive condizioni di lavoro. Un grande contributo alle attività del Centro è dato dal Centro di Medicina dello Sport di Torino, attraverso gli interventi dei dott.i Carlo Gabriele Gribaudo, Gian Pasquale Ganzit e Roberto Chiey su tematiche riferite all’età evolutiva come l’alimentazione, l’adattamento funzionale, il ricambio idrico nell’attività fisica e anche con l’esposizione di risultati di indagini svolte nella città di Torino su soggetti in età scolare.
Dal 1985 il Centro beneficia poi, per circa un decennio, del contributo didattico e metodologico di docenti emersi per capacità e particolare impegno professionale dai Corsi d’aggiornamento nazionali che il MPI organizza in quegli anni in seguito alla riforma dei programmi della scuola media superiore (1982). I nominativi di questi docenti sono proposti all’assemblea del Centro dalle persone che componevano l’équipe nazionale preposta all’aggiornamento, tra cui Rosato, Finocchiaro, Abruzzini, Rovina e Bugattelli. Tra questi collaboreranno inoltre con il Centro, Daniela Putzu (Como) per la ginnastica artistica, Rodolfo Perini (Ferrara) per la pallacanestro, Giorgio Battisti (Bolzano) per la pallavolo. L’impegno di tutti sarà quello di proporre una metodologia mirata all’apprendimento della corretta tecnica esecutiva delle rispettive discipline, con il necessario aggiustamento e adattamento richiesti dalle esigenze scolastiche.
Per soddisfare le finalità istituzionali del Centro, continua anche in questo periodo, e si intensifica, il rapporto con alcune manifestazioni internazionali, come la Gymnaestrada, evento particolarmente significativo per l’evoluzione della ginnastica e dell’educazione fisica in generale. I filmati delle varie dimostrazioni saranno proposte ai partecipanti ai Convegni; saranno anche invitati i gruppi italiani che avranno preso parte alla Gymnaestrada, come quello dell’ISEF di Torino e il gruppo di Ada Strada di Vicenza. Lo stesso avviene per alcune competizioni di alto livello della Ginnastica Ritmica.
Particolarmente interessante dal punto di vista didattico si rivelano le proposte operative riferite ad alcuni attrezzi in disuso nelle nostre palestre, come il plinto (rivisitato ad opera di Maria Luisa Rovina) e gli appoggi Baumann (studiati da Valeria Bugattelli).
Negli ultimi anni di attività del Centro vengono inoltre dedicati alcuni spazi alla presentazione di giochi minori o meno conosciuti e praticati rispetto ai più noti. Si ricordano il gioco dell’inter-crosse, del tchouckball e del croquet.
Il Centro è stato influenzato negli ultimi tempi dal cambiamento nel mondo scolastico: l’aggiornamento decentrato ha offerto infatti ai docenti di tutte le Regioni d’Italia proposte metodologiche e tecniche nelle rispettive sedi di lavoro. Il Centro ha perciò subito una notevole flessione di partecipanti e iscritti, con evidenti ripercussioni sulla gestione. Lo scioglimento dell’associazione è sancito dall’assemblea straordinaria nella seduta del 20 ottobre 1999.
Per non disperdere il patrimonio culturale acquisito nel tempo è stato richiesto all’ISEF di Torino (oggi SUISM) di accogliere la struttura operativa del CSEFF, con identità d’intenti e proposte. Così è avvenuto con la seguente denominazione: Centro Studi per le Attività Motorie (CSAM).

Storia archivistica

Gran parte della documentazione oggetto del presente lavoro era depositata presso un locale della Scuola Universitaria Interfacoltà in Scienze Motorie - SUISM di Torino, in piazza Bernini 12 e presso le abitazioni private della prof.ssa Maria Rosa Rosato (socia fondatrice e ultimo presidente del CSEFF) in via Saluzzo 118 bis a Torino e in via Livio Bianco 8 a Caraglio (CN). Tale materiale si trovava in buone condizioni, sistemato in armadi (lignei e metallici), in raccoglitori di cartone e in buste di plastica, suddiviso per tipologia fisica. Solo le carte erano sommariamente sistemate per tipologia documentaria: in taluni casi esse si trovavano infatti inserite in camicie con relativa intitolazione. Il materiale su altro supporto (fotografie, filmini 8 mm, VHS, nastri musicali, musicassette e dischi 45 giri) era invece quasi del tutto privo di organizzazione concettuale, per cui sono state create apposite serie al fine di riunire contenuti omogenei.
Altro materiale è giunto, in misura minore e a operazioni di schedatura già avviate, da soci e collaboratori CSEFF che, sensibili alla valenza culturale e storica del materiale prodotto e raccolto durante gli anni di attività, hanno deciso di donarlo al Centro affinché venisse archiviato e reso disponibile per gli studiosi.
Non sono stati reperiti mezzi di corredo.

Modalità di acquisizione

Tutto il materiale già conservato presso la sede della SUISM nonché in abitazioni private è stato trasferito nei locali dell'Archivio storico nel marzo 2021.

Area del contenuto e della struttura

Ambito e contenuto

Valutazione e scarto

Incrementi

Sistema di ordinamento

La prima fase dell’intervento è consistita nella schedatura analitica del materiale attraverso il software della Regione Piemonte Guarini Archivi. Il numero provvisorio dell’unità archivistica, assegnato ai fascicoli durante la schedatura, è stato apposto a matita sulle camicie.
La seconda fase è consistita nell’ordinamento concettuale e fisico del materiale: il numero provvisorio è stato sostituito da quello definitivo, sia sulla scheda informatica sia sul fascicolo. Su ogni fascicolo (o custodia) è stata applicata un’etichetta che riporta, oltre al numero di ogni singola unità archivistica, l’intitolazione del fondo a cui questa si riferisce e l’anno del riordino. La documentazione cartacea e fotografica è stata sistemata in fascicoli, inseriti a loro volta in faldoni, mentre il materiale audiovisivo è stato sistemato in apposite custodie. Anche i faldoni sono corredati da un’etichetta che riporta informazioni utili al reperimento rapido ed efficace del materiale (l’intitolazione del fondo e i numeri delle unità archivistiche in essi contenute).
L’ultima fase del lavoro è consistita nella redazione dell’inventario. Tale strumento è suddiviso per fondi e, per ogni unità archivistica, riporta il numero del fascicolo (o custodia) insieme all’eventuale numero del faldone in cui essa è conservata, le intitolazioni del fondo, della serie, della sottoserie cui appartiene, la descrizione del contenuto, gli estremi cronologici e le eventuali note relative.
Il materiale è stato suddiviso e organizzato in base alla tipologia fisica.

Area delle condizioni di accesso e uso

Condizioni di accesso

Sono disponibili per la consultazione solo il materiale documentario e quello fotografico, poiché l'Archivio non dispone di apparecchi per la riproduzione di tutti gli altri supporti.

Condizioni di riproduzione

Lingua dei materiali

Scrittura dei materiali

Note sulla lingua e sulla scrittura

Caratteristiche materiali e requisiti tecnici

Strumenti di ricerca

Area dei materiali collegati

Esistenza e localizzazione degli originali

Esistenza e localizzazione di copie

Unità di descrizione collegate

Descrizioni collegate

Area delle note

Identificatori alternativi

Punti di accesso

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Punti d'accesso per luogo

Punti d'accesso per nome

Punti d'accesso relativi al genere

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Codice identificativo della descrizione

Codice identificativo dell'istitituto conservatore

Norme e convenzioni utilizzate

Stato

Livello di completezza

Date di creazione, revisione, cancellazione

Lingue

Scritture

Fonti

Nota dell'archivista

Inventario a cura di Paola Lombardi, 2005, con il contributo del Settore biblioteche, archivi e istituti culturali della Regione Piemonte

Nota dell'archivista

Pubblicazione on line a cura di Paola Novaria, aprile 2021.

Atto / Diritto garantito

Atto / Diritto garantito

Atto / Diritto garantito

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