Lettera inviata da Torino il 5 maggio 1858 da Cantella [nome mal leggibile] f. f. del ministro, in cui si avvisa Moris, quale membro dell’Accademia d’Agricoltura, che gli verrà fatta pervenire una cassetta contenente sementi di riso provenienti da varie regioni delle Indie. Moris dovrà decidere se sottoporre i semi a qualche tipo di sperimentazione.
Lettera inviata da Genova il 18 gennaio 1862. De Notaris prega Moris di presentare all’Accademia torinese un suo breve articolo su alcune specie di Aira, scritto per chiarire alcune divergenze su questo genere con “papà” Bertoloni e Parlatore. Ha dato alle stampe il primo fascicolo su Musci Italici; la litografia delle 25 tavole costerà da sola 800 lire! Le 2.000 lire dategli dal governo serviranno solo a stampare i primi due fascicoli.
Lettera inviata da Bologna l’8 marzo 1835. Bertoloni inizia con alcune osservazioni su piante della Sardegna del genere Asperula e Galium. Si lamenta per l’ennesima volta del libraio Pomba, definito “un gran trascurato”. Chiede a Moris o a Colla “un bocconcino” di Galium maritimum. Il Cardinale Oppizzoni e lo stesso Bertoloni hanno ricevuto un’analoga lettera del Prof. Plana [probabile aspirante alla cattedra di Astronomia a Bologna]; tutto dipende però dal Cardinale Lambruschini [Prefetto della Congregazione degli Studi dello Stato Pontificio].
Lettera inviata da Perrero di Pinerolo il 2 ottobre 1862. Rostan non è riuscito a vedere Moris a Torino, perché era ancora in campagna. E’ molto interessato alla botanica, ma il suo lavoro di medico gli impedisce di intraprendere lavori di lungo respiro e quindi si occupa essenzialmente della flora del Piemonte: gli è perciò indispensabile consultare sovente gli erbari del Valentino, specie quelli di Allioni, Bellardi, Colla e Biroli. Rostan spera di trovare il tempo per mandare qualche nota all’Accademia. Vorrebbe potersi dedicare interamente allo studio: sarebbe felice di avere la carica di conservatore dell’erbario torinese.
Lettera inviata da Cambiasca il 2 luglio 1849. De Notaris è ancora a Cambiasca con il fratello pittore ed ha iniziato a compiere qualche breve escursione. Seguono osservazioni su qualche specie di Parietaria. Il presidente dell’Università avrebbe l’intenzione di destinare all’Orto botanico tutta intera la villa posseduta un tempo dai Gesuiti.
Lettera inviata da Cagliari il 18 aprile 1855. Il Todde [Giuseppe figlio di Carlo], supplente da due anni alla cattedra del professore Siotto Pintor, recentemente scomparso, vorrebbe partecipare al concorso per l’assegnazione definitiva della cattedra. Spera non prevalga il criterio dell’età, essendo lui molto giovane, ma quello dei titoli e della competenza nella disciplina specifica, come peraltro previsto dalla legge. Todde non avrebbe voluto disturbare Moris con questa lettera, tanto più che già suo padre l’aveva informato. Si è però deciso a scrivere, per non apparire superbo e presuntuoso. Prega Moris, se ritiene opportuno, di aiutarlo.
Lettera inviata da Cuneo il 26 ottobre 1849. Il dottore Parola avrebbe piacere di essere insignito del fregio dell’Ordine Civile di Savoia. Ha già fatto avere al presidente le quattro memorie e opere premiate e i documenti comprovanti le sue qualità scientifiche e cittadine. Sottolinea in particolare la sua pubblicazione sulla tubercolosi, ritenuta la migliore sino ad allora pubblicata sull’argomento, e lo zelo con cui ha adempiuto alle varie cariche pubbliche. Prega Moris di favorire la richiesta.
Lettera inviata da Genova il 6 novembre 1849. Lo scrivente ha saputo che gli è stato assegnato dal ministro l’alloggio dell’Università. Moris gli manderà le piante doppie e verrà ricambiato con esemplari scelti sul catalogo inviatogli da De Notaris. Ricorda a Moris di interessarsi della richiesta a Peveraro di aumentare lo stipendio a Bucco. De Notaris richiederà presto un nuovo sottogiardiniere, poiché il vecchio G. B. Morando è passato a miglior vita. Propone un lavorante, nel giardino già da dieci anni, Giuseppe Canepa.
Lettera inviata da Genova il 13 luglio 1847. Peveraro, arrivato a Genova, gli ha fatto avere le graminacee mandategli da Moris. Con Peveraro ha incontrato il Presidente capo e con loro ha discusso del nuovo regolamento. Alcune sue proposte sono state accettate. Molti sono scontenti, ma Cristo stesso si dispererebbe se dovesse governare questa gente irrequieta e maligna. Peveraro gli ha dato le 125 lire per Bucco, che sarà di ritorno dall’Appennino la settimana seguente e gli ha detto che sono state assegnate 8.000 lire per le serre. A settembre De Notaris visiterà le spezierie di Levante.
De Notaris ha ricevuto una lettera del conte Gallina, in cui gli comunica che gli è stata assegnata la “sovrana beneficenza”. Suo suocero ha diffuso la notizia e tutta Genova si è congratulata con lui.
Lettera autografa inviata da F. Falconetti da Venezia il 27 febbraio 1841, a nome di Enciclopedia Tasso. Moris ha accettato di collaborare con la tipografia veneziana [vedi lettera n° 1]. Lo scrivente lo assicura che il suo impegno non sarà troppo gravoso (un paio di voci all’anno), essendo molti i collaboratori dell’opera.
Lettera inviata da Genova il 5 agosto 1841. De Notaris invia a Moris ulteriori correzioni al lavoro di cui alla lettera 244.48. Per quanto riguarda il matrimonio, non è ancora deciso, però si è assai impegnato, e pertanto sarebbe assai difficile recedere. Del resto non ne avrebbe motivo: la giovane è bellissima e di buona indole. La dote è modesta, ma la famiglia è benestante. De Notaris gradirebbe che Moris, andando a Firenze, passasse per Genova, per fargli conoscere questa sua “subfidanzata”. Ha conosciuto Tenore, che ha ritenuto interessante un Solanum dell’orto, che Lisa aveva detto essere S. fragrans del Botanical Magazine.
Lettera inviata da Firenze il 28 novembre 1843. Targioni manda a Moris e a Colla una piccola nota di suo nipote, studente all’Università di Pisa. Verrà presto inviato il programma per l’associazione al Nuovo Giornale Botanico Italiano, come deciso al Congresso di Padova. Parlatore dovrebbe avere scritto a Moris per avere il suo consenso ad essere inserito nell’elenco dei collaboratori.
Lettera inviata da Vienna il 24 febbraio 1846, in cui si riferisce che alcuni botanici austriaci hanno proposto di fondare un’associazione allo scopo di favorire lo scambio di piante per completare il proprio erbario. A Vienna avrebbero a disposizione piante della flora austriaca, della Svizzera e della Germania settentrionale. Skofitz spera che Moris aderisca all’associazione, di cui acclude lo statuto per i soci.
Lettera inviata da Genova il 5 marzo 1843. De Notaris ha incontrato il botanofilo padre De Negri: anch’ egli ha trovato la Ridolfia nel torrente Sturla, però con frutti più maturi. Si occuperà ora di Dipsaceae, Rubiaceae e Valerianeae. In seguito affronterà le composite, di cui anticipa alcuni quesiti riguardanti il genere Bellis. Al Bollo è stata assegnata una nuova destinazione a Romagnese, nell’Appennino pavese.
Lettera inviata da Pisa il 6 gennaio 1862. Savi è sempre in attesa del pacco proveniente dal capitano Paris [vedi lettera n. 311.20]. Prega Moris, nel caso ne venisse in possesso, di farglielo pervenire tramite il professore Pietro Cuppari.