Manoscritto di Giuseppe Scagnet Villa
- IT SMAUT Museo Lombroso 593
- Unità archivistica
- 1981
Parte diMuseo "Cesare Lombroso"
Manoscritto di Giuseppe Scagnet Villa
Parte diMuseo "Cesare Lombroso"
Manoscritto di Vincenzo Guerriero
Parte diMuseo "Cesare Lombroso"
Parte diMuseo "Cesare Lombroso"
Disegno con ritratto di Silvio Pellico, di Gastaldi
Parte diMuseo "Cesare Lombroso"
Disegno anonimo a matita dal titolo La Madre Superiore del M.io, e scritte a inchiostro in versi
Parte diMuseo "Cesare Lombroso"
Disegni a matita di Ernesto Marinelli, con scritte sul verso
Parte diMuseo "Cesare Lombroso"
Due disegni a matite colorate, di Moriondo
Parte diMuseo "Cesare Lombroso"
Königin Margaretha von Italien.
Parte diMuseo "Cesare Lombroso"
Disegni di Engelbert Hafner, a matite colorate
Parte diMuseo "Cesare Lombroso"
Disegni di autori diversi, prevalentemente a matita
Parte diMuseo "Cesare Lombroso"
Parte diMuseo "Cesare Lombroso"
Disegno a matita accompagnato da due manoscritti di George Asner
Parte diMuseo "Cesare Lombroso"
Disegno matita e inchiostro di Bertulotti Tuvigi
Parte diMuseo "Cesare Lombroso"
Disegno a matita (di Giuseppe Cucubalo?)
Parte diMuseo "Cesare Lombroso"
Disegni a matita, anonimi, di famosi monumenti italiani
Parte diMuseo "Cesare Lombroso"
Disegni a matita anonimi, con poche parole sparse in francese
Parte diMuseo "Cesare Lombroso"
Universiadi, Campionati nazionali universitari e sport in genere
Parte diCollezione "Marco Albera"
Materiali relativi alle Universiadi, le olimpiadi universitarie estive e invernali, dagli anni Cinquanta agli anni Settanta del XX secolo:
Manifesti dei Campionati nazionali universitari, organizzati annualmente dal Centro Universitario Sportivo Italiano (CUSI):
Sono inoltre presenti:
Parte diCollezione "Marco Albera"
Materiali relativi ai fatti occorsi a Torino alla fine di novembre del 1755, quando gli studenti si opposero con la forza allo svolgimento del ballo dell'orso e di un combattimento tra animali nel cortile dell'Ateneo, ritenendo tali manifestazioni lesive dell'onore dell'istituzione e proprio. Lo spettacolo, proposto da un "ciurmadore", era stato autorizzato da Carlo Luigi Caissotti, capo del Magistrato della Riforma. Dopo la distruzione delle palizzate montate per il circo, gli studenti respinsero un corpo di guardia inviato sul posto dalle autorità, che desistettero dall'intento e disposero il trasferimento dello spettacolo al Valentino.
Si conservano:
Parte diCollezione "Marco Albera"
Le agitazioni del 1791 scoppiarono a seguito dell'arresto di Giuseppe Parena, studente di Chirurgia apprendista presso il chirurgo Verna. Il ragazzo aveva schiaffeggiato una prostituta, Vittoria Fontana detta "bella Cabassina", dopo che questa lo aveva derubato. Le fonti e la storiografia propongono almeno due ricostruzioni dei fatti: la prima identifica come protettore della donna il sostituto assessore Antonio Zappa, che servendosi delle false accuse del parrucchiere e spia del Vicariato Lorenzo Oddono fece arrestare il giovane. La seconda vede invece come complice della donna solamente Oddono, che tramite una denuncia fraudolenta fece ordinare l’arresto del giovane da parte di Zappa, vittima anch’egli del raggiro. In entrambi i casi era violato il privilegio del foro: a difesa di questa immunità giuridica si levò la violenta sommossa armata degli studenti universitari e del Collegio delle Provincie, spalleggiati dagli artigiani e dai commercianti al minuto, che fu fronteggiata dall'esercito e si placò solamente dopo le pubbliche scuse di Zappa, la sua rimozione dalla carica e l'arresto di Oddono e della prostituta, esposti alla pubblica gogna. Il manoscritto in esame riporta la versione che incrimina Zappa come reo del misfatto, citando i nomi di varie autorità accademiche e della pubblica sicurezza cittadina, ma non quelli dello studente e della donna.
Il 25 marzo 1792 scoppiarono nuovi tumulti: dopo aver solidarizzato l’anno precedente, gli studenti - in particolare quelli del Collegio delle Provincie - si scontrarono con gli "Artisti" (gli artigiani), fiancheggiati dai “Bottegai”. Alla base, il malcontento suscitato dalla concessione di speciali privilegi agli studenti, non parimenti accordati ad artigiani e commercianti. Una banale rissa nei pressi della Porta Nuova degenerò nei giorni seguenti in scontri armati per le vie della città: sono segnalati morti e feriti, nonché l'intervento dell'esercito.
Si conserva un opuscolo manoscritto sui tumulti studenteschi scoppiati a Torino tra il 6 e il 10 giugno 1791 e il 25 marzo 1792, post 1792:
Proteste in occasione della commemorazione di Carducci
Parte diCollezione "Marco Albera"
Il 16 febbraio 1907 morì Giosuè Carducci. Nei giorni seguenti l’Università di Torino ne affidò la commemorazione ad Arturo Graf, ordinario di Letteratura italiana. Sollecitato allo stesso scopo dal ministro della Pubblica istruzione Luigi Rava e dagli studenti romani, Graf rifiutò l’invito di tenere la propria lectio magistralis in Campidoglio. La conferenza si sarebbe tenuta piuttosto presso l’aula magna dell’Ateneo torinese, nell’orario abituale del suo corso, e avrebbe avuto un taglio prettamente accademico. La data prescelta fu il 26 febbraio: segnalando l’appuntamento, la cronaca locale ribadiva che, a causa dell’esigua disponibilità di posti, la cerimonia sarebbe stata aperta in primo luogo agli allievi. Tale disposizione fu invece disattesa: la sala era stata riservata per la maggior parte ad ospiti invitati. Si innescò quindi la protesta, che impedì lo svolgimento della commemorazione.
Nei giorni successivi l’agitazione non si affievolì, anche perché «La Stampa» aveva pubblicato una serie di articoli molto critici verso gli studenti, accusandoli per l’indisciplina e per l’offesa alla memoria di Carducci. Nacquero manifestazioni contro il quotidiano, che proseguirono sino all’inizio del mese successivo. Il 1° marzo un corteo raggiunse la sede del giornale: dispersi dalla polizia, i partecipanti tornarono nel cortile dell’Ateneo, disturbando le lezioni e dando alle fiamme alcune copie del giornale. A causa della sommossa l’Università fu quindi chiusa. Alla versione data da «La Stampa», gli studenti risposero con la pubblicazione di un manifesto e di fogli volanti, nei quali offrirono la loro ricostruzione dei fatti.
Si conservano due numeri unici, prodotti dagli studenti: