Istituto superiore di Scienze economiche e commerciali di Torino
- IT ASUT ALBERA - Gradi acc. Ist. sup. economia Torino
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- 1928
Part of Collezione "Marco Albera"
Tesi di laurea di Ambrogio Vincenzo Rey (Della responsabilità del vettore aereo).
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Istituto superiore di Scienze economiche e commerciali di Torino
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Tesi di laurea di Ambrogio Vincenzo Rey (Della responsabilità del vettore aereo).
Seminario di Torino, Facoltà di Teologia
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Tesi di laurea discusse presso la Facoltà di Teologia del Seminario di Torino da:
Sembrano invece argomentazioni dibattute da allievi nell'ambito di corsi quelle di:
Università di Angers, Facoltà di Medicina
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Tesi discusse presso la Facoltà di Medicina dell'Università di Angers da:
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Materiali inerenti al Supremus Ordo Taurini Cornus (S.O.T.C.), rifondato nel 1951 come Supremus Ordo Taurini Cornus atque Pedemotanus (S.O.T.C.a.P.), dall'avvio agli anni Novanta.
Associazione "Galileo Ferraris", poi Sindacato nazionale allievi ingegneri - S.N.A.I.
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Materiali relativi all'Associazione "Galileo Ferraris", poi sezione torinese del Sindacato nazionale allievi ingegneri:
Dogatum Genuense Supremus Ordo Goliardicus Liguriae - S.O.G.L.
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Materiali inerenti Dogatum Genuense Supremus Ordo Goliardicus Liguriae:
Seppure non strettamente pertinenti all'associazione, sono qui descritti anche i seguenti canzonieri riconducibili alla goliardia genovese degli anni Venti del Novecento:
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Volantini e dépliant recanti i programmi dei cicli di proiezioni e delle singole serate promosse dal Cine Club Universitario. Si conserva inoltre una busta che, seppur priva del contenuto, risulta relativa a un invito a presenziare come componente della giuria popolare all'anteprima del film Il cammino della speranza di Pietro Germi, tenutasi al cinema Lux di Torino il 19 novembre 1950: anche se non vi sono riferimenti all'associazione, data la consonanza tematica, si è deciso di aggregarla a questi materiali.
Centro Universitario Teatrale - C.U.T.
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Materiali relativi al Centro Universitario Teatrale:
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De causis academicarum disputationum in theologiam moralem inductarum oratio habita in Regio Taurinensis Athenaeo idib. novembr. MDCCLIV ab Hyacintho Gerdil cler. reg. S. Pauli cum eius tradenae doctrinae munus publice aggrederetur, Torino, ex Typographia Regia, 1754.
L'orazione fu tenuta da Gerdil il 13 novembre 1754 presso il Palazzo dell'Università, a seguito della nomina alla cattedra di Teologia morale.
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Testi a stampa, di cui il professore Lorenzo Martini è autore o soggetto:
Università di Caen, tesi della Facoltà di Medicina
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Tesi discusse presso la Facoltà di Medicina dell'Università di Caen (Francia) da Jean-René Pantin du Plesis [anche citato come Duplesis, Duplessy]:
Università di Modena, Facoltà di Giurisprudenza e di Medicina e chirurgia
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Documenti relativi al conferimento dei gradi accademici presso l'Univerisità di Modena:
Università di Pisa, Facoltà di Giurisprudenza
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Diplomi conferiti dall'Università di Pisa a:
Università di Siena, Facoltà di Giurisprudenza
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Diploma di laurea in Giurisprudenza conferito dall'Università di Siena a Angelo Mazzoni di Torrita di Siena, 3 lug. 1835.
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Lettera della Direzione de' Luoghi Pii Elemosinieri ed Uniti di Milano (n. 6650) a Cesare Correnti, 24 settembre 1833.
Con la presente, la Direzione concede a Correnti la pensione annua di 600 lire milanesi, da trarsi dal legato disposto da Martino Cazzaniga, a partire dall'anno scolastico 1833-34 sino al termine degli studi di Giurisprudenza presso l'Università di Pavia.
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Certificato di laurea di Lorenzo Laguzzi (esame sostenuto il 14 lug. 1930).
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L’11 gennaio 1821, al Teatro d’Angennes, alcuni studenti indossarono un berretto di lana rossa con fiocco nero, colori delle insegne carbonare. Nonostante si trattasse di un gesto goliardico, furono arrestati dai carabinieri in violazione del privilegio del foro. Il giorno seguente, per protesta, l'Università fu occupata; nonostante la mediazione di Prospero Balbo, ministro dell'Interno e capo del Magistrato della Riforma, Ignazio Thaon di Ravel, governatore militare della città di Torino, ordinò di sedare con la forza il tumulto. Le truppe, abbattuto il cancello su via Po, irruppero nel cortile e ferirono una trentina di giovani: numerosi furono gli arresti e i ricoveri presso l'Ospedale di San Giovanni. Seppur la protesta sia sorta spontaneamente, contro la violazione di antichi privilegi, i fatti assunsero un forte significato politico, in virtù del malcontento per le condizioni dell’Università. Nel 1814 erano stati allontanati alcuni tra i migliori docenti, a causa della loro partecipazione alle vicende rivoluzionarie e alla collaborazione con il regime napoleonico, sottoponendo l'Ateneo a un controllo ideologico soffocante.
Molti studenti, insieme ad alcuni docenti e numerosi “ripetitori” del Collegio delle Province, presero parte al movimento insurrezionale sorto a marzo. Dopo la sconfitta di Novara a opera dell’esercito austriaco alcuni fuggirono esuli in Spagna, tra cui tre degli studenti che avevano indossato il berretto rosso; altri furono invece arrestati. L’Università restò a lungo chiusa e furono adottati provvedimenti per evitare gli assembramenti dei giovani in città, stabilendo che si istruissero almeno per i primi anni nelle città di provenienza. Nel 1822 fu abolito il privilegio del foro, soppresso il Collegio delle Province e approvato un Regolamento in cui i doveri religiosi e il controllo costante su abitudini di vita e condotta suscitano un forte malcontento.
Si conservano:
Si conservano inoltre alcuni estratti in fotocopia di studi storici dedicati ai fatti di Pietro Egidi, Arturo Segre e Pierangelo Gentile.
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Il 10 marzo 1885, in occasione del tredicesimo anniversario della morte di Giuseppe Mazzini, a Torino si tennero alcune manifestazioni a cui parteciparono gli studenti, tra cui gli iscritti all'Associazione democratica universitaria. Questi assembramenti furono prontamente sciolti dalla forza pubblica, che arrestò anche alcuni partecipanti. Già nei giorni precedenti il prefetto Bartolomeo Casalis aveva mandato nelle aule dell'Università alcuni agenti in borghese, a vigilare sull'ordine pubblico, senza darne avviso alle autorità accademiche. L'11 marzo gli studenti mandarono una loro delegazione in Prefettura per chiedere spiegazioni, trovando però i cancelli chiusi e le forze dell'ordine pronte a respingerli. Mentre la protesta stava montando nel cortile dell'Ateneo, una seconda delegazione si recò nuovamente in Prefettura e fu finalmente accolta. Nel corso dell'assemblea del giorno seguente venne comunicato l'esito dell'incontro: la posizione del prefetto, che rivendicava l'opportunità del proprio operato per il mantenimento dell'ordine pubblico, infiammò i giovani, che mossero in corteo verso piazza Castello. La forza pubblica procedette a disperdere i manifestanti, ad alcuni arresti e al sequestro della bandiera degli studenti. Solo tramite l'intervento del rettore Enrico D'Ovidio si giunse a una tregua, con la restituzione del vessillo e la scarcerazione degli allievi.
Si conserva una tavola a stampa, intitolata "Torino. L'agitazione universitaria (disegno di Oreste Silvestri)", illustrazione (fotozincotipia a colori ?) estratta da «L'Illustrazione Italiana», A. XII, n. 14, 5 aprile 1885, p. 221.
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Manifesto in cui il rettore Domenico Tibone impone agli studenti il ritorno all'ordine, 3 febbraio 1897, stampa Tip. Reale-Paravia, mm 760 x 545.
Il 26 gennaio 1897 il ministro della Pubblica istruzione Emanuele Gianturco, in visita all'Università di Bologna, venne duramente criticato dagli studenti per le sanzioni disciplinari disposte contro i professori Antonio Labriola e Maffeo Pantaleoni. La protesta presto si allargò agli Atenei di Roma, Napoli, Sassari, Cagliari e Genova, dove si verificarono scontri tra gli studenti e la forza pubblica e furono chiuse le Università. A Torino il presidente del Circolo monarchico universitario Giovanni Toselli, studente di Giurisprudenza, inviò al ministro un telegramma di sostegno, in cui deplorava le manifestazioni dei colleghi bolognesi: questo episodio causò il 29 gennaio l’infiammarsi della protesta, guidata dallo studente di Lettere Carlo Sambucco. A febbraio l’Ateneo venne quindi chiuso e fu avviato un provvedimento disciplinare contro gli allievi che parteciparono alle contestazioni, con la conseguente loro espulsione.
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