Item IT ASUT CASTELNUOVO - Carteggio. Laclotte M. 5 - M. Meiss sulla Dormitio Virginis del Musée du Louvre (M. Giovannetti?)

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IT ASUT CASTELNUOVO - Carteggio. Laclotte M. 5

Title

M. Meiss sulla Dormitio Virginis del Musée du Louvre (M. Giovannetti?)

Date(s)

  • Parigi, s.d. [1961-1962] (Creation)

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1 carta

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Name of creator

(1929-2014)

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Lettera di Laclotte a Castelnuovo: annuncia la prossima pubblicazione sulla «Revue du Louvre et des Musées de France» [1] di un articolo su una tavola nei depositi del Musée du Louvre di Millard Meiss, che la attribuisce alla cerchia di Matteo Giovannetti, sottolineandone le affinità con gli affreschi della Cappella di San Marziale del Palazzo dei Papi di Avignone [2]. D’accordo con Sylvie Béguin, a fronte del fatto che il dipinto si presenta in pessimo stato di conservazione, non concorda col giudizio e — più generalmente — con le critiche mosse a Castelnuovo, apostrofato da Meiss come "embotteld avignonist" per aver eccessivamente sottolineato l'apporto dato da Avignone all’evoluzione della pittura del XIV secolo in Francia [3]. Laclotte chiede quindi a Castelnuovo un parere sull'opera, riportando che secondo Carlo Volpe, pur presentando influssi riconducibili a Giovannetti, non era di scuola italiana bensì spagnola.

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Language of material

  • French

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Physical characteristics and technical requirements

27x21 cm
Lettera manoscritta.

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Nella lettera sono menzionate alcune fotografie della tavola, in origine allegate da Laclotte ma non più presenti. Nella serie degli estratti vi è una bozza dell'articolo di Meiss tradotto in francese, che presenta alcune varianti — a partire dal titolo (Un précieux fragment de retable du XIV siécle) — rispetto a quanto poi edito.

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Note

[1] Nella lettera, Laclotte riporta il periodico col titolo «Revue des arts». Edito sin dal 1951, cambiò titolazione nel 1961 divenendo «La Revue du Louvre et des musées de France» (ne prosegue però la numerazione). Tra 1961 e 1962 Laclotte fece parte della segreteria di redazione assieme a M.-T. Zuber.

Note

[2] M. Meiss, Un fragment rare d’un art honorable, «Revue du Louvre et des Musées de France», XII, 3, 1962, pp. 105-114. Nella prima nota riferisce che la tavola era precedentemente identificata come di scuola spagnola del XV secolo.
L'opera, in deposito presso il Musée du Petit Palais di Avignone (n. RF 2258), rappresenta la scena della Dormitio Virginis. Sul portale del Musée du Louvre è oggi attribuita alla cerchia di Matteo Giovannetti, ma l’attribuzione non è unanimemente condivisa: parte della critica propende per una datazione tra secondo e terzo decennio del Quattrocento, riconducendola a un pittore che, seppur abbia visto gli affreschi di Avignone, non era italiano (forse francese, secondo Roberta Castelli, potrebbe trattarsi di Jacques Yverni). M. Laclotte, D. Thiebaut, L'École d'Avignon, Parigi, Flammarion, 1983, p. 207; E. Castelnuovo, Un pittore italiano alla corte di Avignone: Matteo Giovannetti e la pittura in Provenza nel secolo XIV, Torino, Einaudi, 1991 (I ed. 1962), p. 102; R. Castelli, Il trittico di Jacques Yverni per i marchesi di Ceva, in Ceva e il suo marchesato fra Trecento e Quattrocento, Cuneo, Società per gli studi storici archeologici ed artistici della provincia di Cuneo, 2014, pp. 109-116, tavv. 1-7 [numeno monografico del «Bollettino della Società per gli studi storici, archeologici ed artistici della provincia di Cuneo», 150].

Note

[3] Le critiche di Meiss prendono verosimilmente le mosse dal saggio di Castelnuovo École d'Avignon («Art de France», I, 1961, pp. 283-87), in quanto la pubblicazione della monografia Un pittore italiano alla corte di Avignone: Matteo Giovannetti e la pittura in Provenza nel secolo XIV è seppur di poco successiva al suo articolo. Nella bozza il riferimento a Castelnuovo è tradotto con "avignoniste convaincu", mentre nell'edito è omesso (cfr. per entrambi la nota 26 dell'articolo di Meiss). L'autore non segnala i due contributi sul tema già licenziati da Castelnuovo su «Paragone»: Avignone rievocata (X, 119, novembre 1956, pp. 28-51); Ragguaglio provenzale (Una "École d'Avignon" di Michel Laclotte) (XI, 131, novembre 1960, pp. 35-49). Nel primo Castelnuovo critica aspramente Miess, assieme a Frederick Antal ed Erwin Panofsky, per aver limitato l'importanza delle pitture avignonesi del Trecento: "Un ben cattivo servizio reso alla verità storica, una sottovalutazione dovuta forse alla persistenza di canoni di giudizio ancora accademici entro cui non sembrava rientrare il vivacissimo mondo avignonese, o forse a una superficiale conoscenza dei testi rimasti e sui quali da tempo – salvo alcune fondamentali eccezioni – non si gettano che sguardi rapidi e fuggitivi" (p. 33; per il parere di Meiss: Primitifs Italiens à l'Orangerie, «Revue des arts», VI, 1956, p. 140).

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